Io sono un autarchico, si intitolava un vecchio film di Nanni Moretti. L’esperienza dell’Omnibus celeste è stata, finora, un’esperienza moderatamente autarchica.
Si è scelto di partire a fari spenti – cioè senza alcun tipo di partnership istituzionale – perché sarebbe stato troppo complicato
Ci interessava essere fattivi, concreti, e comunque partire. La sinergia tra Pro Loco e Controscena è stata sufficiente, in questa prima fase, a far decollare la manifestazione. Credo che lo spirito di autonomia - da alcuni frettolosamente catalogato come spocchia – abbia pagato.
Ma crediamo anche che, per il futuro, sarà opportuno trovare forme di collaborazione moderna e efficace per far volare ancor più in alto l’Omnibus Celeste: non feudi sui quali apporre uno stemma qualunque, ma occasioni di crescita, spazi di sapere, liberamente offerti ai cittadini. Che presuppongono un incontro virtuoso, non legato a prebende di alcun tipo, tra la buona volontà dei privati cittadini e le competenze, e i doveri, della Pubblica amministrazione.
La gente ha risposto bene alla proposta avanzata dall’Omnibus, è questo è un fatto da tenere in considerazione. Pur con tutti i limiti della comunicazione (e, a questo proposito, un grazie sentito va non soltanto alla Redazione di Bagherianews, che fin dall’inizio ci ha ospitato e sostenuto, ma anche alle altre testate giornalistiche cittadine come 90011.it e Il settimanale di Bagheria, che hanno comunicato con tempestività le nostre iniziative mensili) i quattro incontri finora svoltisi hanno riscontrato un significativo, e costante, consenso di pubblico. In questo senso, la scommessa è stata parzialmente vinta.
Sottolineo il ‘parzialmente’: ci sarebbe piaciuto, infatti, coinvolgere in maniera più significativa i giovani degli Istituti superiori cittadini ma evidentemente, il basso profilo scelto, in questo senso non ha pagato. I giovani sono stati presenti, ma non sono mai stati tantissimi. E questo dispiace.
Per il futuro, se l’esperienza andrà ripetuta, è verso di loro che bisognerà tendere. Abbiamo bisogno di nuovi lettori, dei cittadini autonomi e consapevoli che la lettura ancora – benché non si sappia fino a quando – è capace di far crescere.
Ognuno degli incontri, va da sé, ha avuto caratteristiche e motivi di interesse particolari. Troppo diversi gli autori che si sono avvicendati sul palco del Teatro Branciforti perché il cittadino bagherese che è salito sull’Omnibus si annoiasse o rischiasse di deprimersi nel deja-vu. E se incontri come quelli con Lirio Abbate, hanno avuto il merito di provare a smuovere la nostra corda civile di abitanti di una città difficile e complessa, non meno interessanti sono stati gli incontri con scrittori esordienti ma di sicuro talento come Nino Vetri e Anna Li Vigni, ma anche con autori più navigati e affermati come il bravo e simpatico Gaetano Savatteri.
Cogliamo perciò, con questo bilancio provvisorio, l'occasione- in attesa che con l’autunno ci si avvii verso le ultime due tappe dell’Omnibus 2008 – per ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile, con un impegno e una dedizione che sa di volontariato, la buona riuscita di questa esperienza, forse non nuova per la città, sicuramente nuova per chi si è assunto l’onere di riproporla: Francesco Michele Stabile, Michele Prestipino, Pippo Cipriani, Lirio Abbate, Franco Lo Piparo, Nino Vetri, Biagio Sciortino, Anna Li vigni, Rosa Maria Spena, Roberto Sardina, Gaetano Savatteri, Pietro La Tona, Antonio Seidita, l’Azienda vinicola Milazzo, il Can Caus Café, il Bar Ester.
E un grazie, più che sentito, a tutti i bagheresi che ci hanno onorato della loro presenza e del loro interesse.