Catania- L' Ordine dei Cavalieri Templari, ha ricordato i 700 anni della "messa al rogo" del loro ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, arso vivo a Parigi sull'isoletta di ponte Neuf, con lo sguardo rivolto alla Signora dei Cavalieri, Notre Dame di Parigi.
Sul rogo l' ultimo Gran Maestro lanciò un maledizione contro l'allora Re di Francia Filippo il bello e il papa, entrambi morirono entro l'anno.
Da sempre, sull' Ordine aleggia un ombra di mistero che ha segnato sia la fondazione che la caduta, numerose sono le leggende che si confondono con la vera storia e di certo la filmografia non ha certo aiutato a fare chiarezza.
Sta di fatto che ancora oggi, moltissime persone, sparse in tutti i cinque continenti, indossano un bianco mantello con una rossa croce e continuano la tradizione dell'Ordine del Tempio.
Ieri, alla presenza di tutti i dignitari dell' Ordine e con la straordinaria presenza del del Gran Maestro reggente S.A.R. Danilo Riccioli e del Gran Priore d' Italia S.E. Salvo Luppina, si e' svolta la cerimonia che ricorda gli ultimi momenti di Jacques de Molay, dalla cattura fino al rogo passando per le fasi complicate e poche chiare del processo papale.
Abbiamo chiesto a S.E. Salvo Luppina, se tutto cio' non possa sembrare anacronistico, ma per onor di cronaca si e' scoperto un mondo nuovo ed affascinante, l' Ordine, attraverso la "Non Nobis Domine", un associazione aperta anche ai non appartenenti all' Ordine e' attiva in Italia ed ha in corso di apertura delegazioni all' estero.
Con l' associazione, nel silenzio, i cavalieri del Soet- poveri cavalieri di Cristo, sostengono moltissime iniziative che coniugano bene la tradizione dell' Ordine con le necessita' dei nostri giorni.
Che sia la solidarieta' e il rispetto per il prossimo, il tanto agognato Santo Graal?
Veritas vos liberat
Comunicato Cancelleria Soet-pcc
I Templari del Soet, poveri cavalieri di Cristo, ricordano il loro ultimo Gran Maestro
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