Cultura

Si è concluso pochi giorni fa presso la scuola media T. Aiello di Bagheria il progetto sperimentale “L’Ora della Legalità”, che ha visto nella sua giornata conclusiva la partecipazione del direttore dell’Istituto Penitenziario Malaspina di Palermo dott. Michelangelo Capitano, che ha testimoniato ai giovani alunni la personale esperienza di chi ha scelto di mettere a servizio delle Istituzioni le proprie competenze professionali e valori morali, allo scopo di riabilitare al valore della legalità tanti giovani che si sono macchiati di reati, ma che attraverso un percorso riabilitativo possono sperare di diventare “onesti cittadini”.

Il progetto promosso dall’associazione R.I.E.S Realizzare Insieme Empowerment Sociale, in partenariato con l’ Istituto Comprensivo Tommaso Aiello, la cooperativa Migma e il Centro Studi RIES, nasce dalla volontà di un gruppo di giovani, che mossi dall’entusiasmo di impegnarsi per la promozione e realizzazione di attività di empowerment sociale, hanno avviato in via sperimentale il progetto “L’Ora della Legalità” che è stato rivolto ai ragazzi di tre classi terze e di una seconda della scuola media T. Aiello di Bagheria. Il progetto svoltosi durante le ore curriculari, nasce dall'esigenza di sviluppare il pensiero critico dei giovani allievi, di educare al rispetto della persona umana ed al senso di responsabilità dell’individuo inserito nel contesto sociale, attraverso la conoscenza, la consapevolezza dei principi e dei valori della Costituzione Italiana e della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Le strategie didattiche adottate sono state focalizzate sulle metodologie di cooperative learning (lavoro di coppia, in gruppo, apprendimento attivo). Durante gli incontri, gli argomenti scelti, sono stati affrontati attraverso dibattiti in aula, osservazione di momenti tratti da diversi film, documentari, studi di caso, analisi di argomenti di attualità, simulazioni, partecipazione attiva a momenti extra scolastici quali per es. la marcia in memori di Giovanni Falcone e delle vittime della mafia, tenutasi il 23 maggio scorso a Palermo, il tutto sempre associato all’idea di “imparare facendo” (learning by doing) attraverso l’esperienza diretta, l’osservazione e le ricerche informate, rendendo le conoscenze acquisite pertinenti, agganciate al vissuto degli studenti ed all’attualità, e quindi più coinvolgenti e più interessanti.

Gli esperti (Michele Pedone, Gabriella Pagano, Piera Ferrara e Maria Rosaria Ruggeri) che a titolo gratuito hanno condotto, in stretta sinergia con le professoresse Speciale, Mineo, Piscopo e Lanza le lezioni di Legalità, hanno voluto trasmettere ai giovani studenti il messaggio che educare, ed educarsi alla legalità significa elaborare e diffondere la cultura dei valori civili, del rispetto, della democrazia, dell'esercizio dei diritti di cittadinanza, partendo dal presupposto che l'organizzazione della vita personale e sociale si fonda su un sistema di relazioni giuridiche, ma anche morali, sviluppando così la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette e promosse.

Tale percorso formativo, ha riscosso molta curiosità ed entusiasmo fra gli alunni generando la voglia e la speranza di poterlo riproporre a più ampio raggio il prossimo anno.

Maria Rosaria Ruggeri
Presidente Associazione RIES

 

Con l’opera “Come una stella… una notte d’estate” la scrittrice Giusi Sciortino si è aggiudicata il secondo premio del concorso nazionale per autori teatrali “Parole in scena”, indetto dalla Federazione Italiana Teatro Amatori, proclamato sabato 6 giugno nel suggestivo borgo medievale di S. Marco d' Alunzio (Messina).

“Come una stella… una notte d’estate” la cui messa in scena si arricchisce di danze neoclassiche e sinfonie wagneriane, presenta un testo dalla metrica umoristica smagata, dall' atmosfera aguzza, pregna di annotazioni storiche e paesaggi sonori in triplice lingua - italiano, siciliano e latino - come straniamenti semantici di chi volteggia con gioco serio fra gli archetipi emotivo e razionale.

Di seguito le motivazioni della giuria: […] Attraverso registri lessicali diversi si riflette una realtà shakesperiana di nobile scrittura in cui il tema, calato nella realtà siciliana, viene fuori in tutta la sua forza, rendendo il testo una idilliaca narrazione della sfida contro i pregiudizi del tempo. La legge del contrappasso domina sul personaggio principale […] rimarcando il senso poetico di tutta la tematica affrontata in maniera encomiabile.

Il concorso, al suo terzo anno, è stato organizzato dal Comitato Provinciale FITA Messina, nella persona del Presidente dottor Angelo Fausto Napoli, in collaborazione con la compagnia Dietro le Quinte di Milazzo e con il patrocinio del Comune di San Marco d’Alunzio e della Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia.

 

C’è un signore, palermitano d’origine ma attualmente domiciliato in Belgio, che possiede alcuni documenti, cimeli e ventidue lettere inviate a Luigi Bavin Pugliesi da protagonisti del risorgimento siciliano, nel periodo della conquista di Palermo e della Sicilia. Bavin Pugliesi, capo della guerriglia bagherese, fu maggiore della Divisione Medici e dopo che Garibaldi sciolse le squadre siciliane, venne assassinato a Bagheria la mattina del 3 luglio del 1860.

Il signore di cui sopra si chiama Renato De Bauyn, discendente di Ludovico De Bauyn, fratello di Luigi: da Ludovico, anch’egli combattente nella campagna garibaldina (fu col generale fino al Volturno), per successivi passaggi ereditari, ha ricevuto il materiale riguardante il maggiore assassinato.

Sul valore storico del ritrovamento delle lettere e degli altri documenti, fatto già di per sé eccezionale, tornerò a parlare dopo i dovuti riscontri sui contenuti e dopo un’attenta analisi delle circostanze e del contesto in cui sono stati scritti. Qui mi limiterò a fare riferimento solo ad uno di questi documenti, mentre per quanto riguarda i cimeli, essi sono costituiti da un ritratto ad olio dello stesso maggiore, dalla sua sciabola e da una bandiera ormai scolorita .

Questa bandiera dovrebbe essere quella che Luigi Bavin Pugliesi piantò sulla barricata di Porta Termini, oltrepassandola per entrare a Palermo, la mattina del 27 maggio 1860. E’ ormai storica e irrisolta la diatriba riguardante chi per primo abbia piantato il tricolore su quella barricata. Un argomento intrigante, in parte affrontato nel saggio "Ladri ed eroi. Considerazioni su alcuni fatti e personaggi del maggio 1860" (1) in cui sono stati interrogati alcuni singolari episodi del nostro risorgimento.
Ora il ritrovamento di questa bandiera ci spinge a ritornare sul tema, sempre con lo scopo di cercare la verità storica, evitando di mistificare o manipolare fatti e personaggi.

altTre sono i combattenti che si contendono l’onore della “prima bandiera”: il Pugliesi, naturalmente, Il carabiniere genovese Francesco Carbone (2), il picciotto di Altavilla Francesco Santangelo (3).

Strenuo sostenitore del Pugliesi è lo scrittore Luigi Natoli che, con il nom de plume di Maurus, qualche anno prima della “candidatura” dell’altavillese (4), scrive nel 1925 : “Or qui bisogna ristabilire la verità storica; perché gli scrittori di storia…parlando della prima barricata di Porta Termini, assalita e oltrepassata, ricordano soltanto Francesco Nullo, che fu il primo a saltarla, a cavallo, e dopo di lui Domenico Carbone genovese…Ebbene la verità è che il secondo a saltare la barricata, dietro a Nullo, e ad entrare in città fu Luigi Bavin Pugliesi; e fu lui che vi piantò il tricolore, e consta da documenti… ” (5).

Naturalmente il Carbone si chiamava Francesco e non, come riportato dal Natoli, Domenico; quanto ai documenti che proverebbero quanto egli afferma, probabilmente sono costituiti proprio dalla certificazione di Pasquale Mastricchi posseduta dalla famiglia De Bauyn con cui il Natoli ebbe contatti e che è in possesso di Renato De Bauyn.

Pasquale Mastricchi, aiutante di campo del generale La Masa e capo magazziniere del Corpo Cacciatori dell’Etna e Guerriglie Siciliane, il 15 luglio 1860, scrive: “…Il signor Luigi Bavin Pugliesi… quando le guerriglie cominciarono a marciare verso Palermo…era armato di un trombone ed un altro della sua guerriglia portava la Bandiera Tricolore della redenzione. Arrivato a metà strada però il Bavin Pugliesi si fece consegnare la bandiera e diede all’uomo che fino a quel momento l’aveva portata il suo trombone. Fugati i borbonici dal Ponte dell’Ammiraglio… erano già al quatrivio di Porta Termini… quando un uomo dei Mille a cavallo…non curando la mitraglia continuata…va a portarsi vicino Porta Termini esortando i nostri e i Mille ch’erano in quel punto ad entrare in città. Bavin Pugliesi dal passaggio di quell’uomo passa egli pure, il sottoscritto passa il terzo con Filippo Giacona suo picciotto, Bavin Pugliesi andò alla barricata formata dai borbonici e vi piantò la bandiera “ (6).

Il Mastricchi non nomina né il genovese Carbone, né l’altavillese Santangelo, nominando invece se stesso; quanto all’indicazione di ”un uomo dei Mille a cavallo”, che aprì la strada agli altri, non può che trattarsi di Francesco Nullo, l’unico che nessuno contesta sia stato il primo a saltare la barricata di Porta Termini.

Un fatto come questo della bandiera che, a distanza di oltre centocinquant’anni, può sembrare poco rilevante, in quel contesto era senza dubbio considerato di importanza decisiva. E non si trattava certamente di una questione puramente simbolica, se il generale Giuseppe La Masa e il colonnello Vincenzo Fuxa, d’accordo con Garibaldi, promisero ben ottomila onze a chi per primo avesse piantato il tricolore o al Municipio o a piazza Bologni (7).

Sia stato o no Luigi Bavin Puglisi il primo a piantare la sua bandiera sulla barricata di Porta Termini, il suo comportamento in quei frangenti è stato comunque eroico e perciò il suo nome non a caso ha trovato un posto nella letteratura popolare. Infatti, lo ritroviamo citato in un romanzo storico di Giuseppe Ernesto Nuccio accanto al nome di Francesco Carbone ( e forse il Nuccio, per la faccenda della bandiera, è dalla parte del genovese ) quando scrive: “Ma, a un tratto, Pispisedda scorge, fra il nugolo di fumo, un garibaldino balzare con un suo morello nel quadrivio d’inferno e scavalcar la barricata. Un altro lo segue; pianta una bandiera sulla barricata e grida: “Viva l’Italia!”.

Un picciotto balza sulla barricata; poi un altro, bruno, con i baffi appuntiti, seguito da un manipolo di ardimentosi. Un urlo altissimo scatta dalla folla degli armati che, per un attimo, hanno assistito col cuore sospeso; un urlo così alto che Pispisedda ne è assordito: “Viva Nullo! Viva Carbone! Viva Bavina-Pugliesi!, Viva Carini! Viva Mondino!”. Sono quelli che, or ora, hanno oltrepassata la barricata e sono già nel cuor di Palermo” (8).

altTroviamo il nome del nostro anche in un poema popolare pubblicato quell’anno stesso e che, alla strofa n. 257, così recita: “Lu dittaturi sempri s’avanzava/ Cu li Siciliani, e Piamuntisi,/Mmenzu li baddi ‘ntrepidu accustava,/Di Palermu pigghiannu li difisi./Pri l’onuri la morti nun curava,/Anchi La Masa, Bissio, e Pugghisi,/ Junti a Porta di Termini avanzaru,/E dintra la Citati si ‘nfilaru” (9).

Quella bandiera, vinti i soldati borbonici alla barricata, venne ripresa dal Puglisi e portata alla Fieravecchia. Da qui sarebbe poi stata conservata nella casa di Ludovico De Bauyn ch’era in quella piazza, di fronte al palazzo Torremuzza e prospiciente anche in piazza della Kalsa, e che avrebbe ospitato il comando del battaglione dei Cacciatori dell’Etna guidato dal fratello. E’ questa la ragione per cui la bandiera, in possesso della famiglia De Bauyn, a differenza delle altre bandiere, è giunta fino a noi.

Ma è davvero quella la bandiera di cui sin’ora abbiamo parlato? Scrive Nicola Previteri: “Il campo di Gibilrossa, intanto, accoglieva gli esuli che vi formarono con l’attivismo di Luigi Bavin , una delle squadre più numerose che sarebbero scese tra le prime nella capitale il 27 maggio col tricolore adornato dell’immagine del Santo Patrono di Bagheria” (10).

E, invece, sul tricolore che ora è in possesso di Renato De Bauyn non c’è alcuna immagine sacra bensì una scritta da cui si ricava che esso fu un dono, al Comune, di un ricco commerciante, tale Donar E.C., che faceva parte, evidentemente, della locale borghesia liberale . Il Comune l’avrebbe poi affidata a Luigi Bavin Puglisi. Che fossero più d’una le bandiere in mano ai combattenti della squadra inviata da Bagheria? O, semplicemente, ha torto Nicola Previteri?

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Biagio Napoli

nella foto di copertina Cimeli garibaldini custoditi a palazzo Cutò a Bagheria, e all'interno un ritratto di Bavin Pugliesi

Note
1. B. Napoli, "Ladri ed eroi. Considerazioni su alcuni fatti e personaggi del maggio 1860, giugno 2014. On line, collegamento esterno su Wikipedia all’indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Insurrezione_di_Palermo. Risorsa on line anche all’indirizzo www.bagherianews.com
2. A. Elia, Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900, vol. II, Roma, 1904, p. 51.
3. G. Brancato, S. Brancato, V. Scammacca, Un insediamento rurale dell’area palermitana, Altavilla Mìlicia, secoli XII-XIX, Bagheria, 2011, p. 347.
4. Giornale di Sicilia, 29 maggio 1930.
5. Giornale di Sicilia, 21-22 agosto 1925.
6. Documenti dell’archivio privato di Renato De Bauyn.
7. G. Paolucci, Da Francesco Riso a Garibaldi, Memorie e documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860, Archivio Storico Siciliano, anno XXIX, 1904, p. 177.
8. G. E. Nuccio, Picciotti e Garibaldini, romanzo storico sulla rivoluzione del 1859-60, Bemporad, Firenze, pp. 263-268. Pispisedda, il protagonista del romanzo, non è che uno scaltro ragazzino del popolo palermitano coinvolto nella cospirazione antiborbonica e poi nell’impresa garibaldina.
9. A. Marotta, Riassuntu pueticu di la rivoluzioni di Palermu successa li 12 jinnaru 1848, cuntinuannu sinu a lu 1860, F. Spampinato, Palermo, 1860.
10. N. Previteri, Verso l’Unità, Gli ultimi sindaci borbonici di Bagheria, Bagheria, 2001, p. 275.

Febbraio 2015 Biagio Napoli

 


IL Movimento Cristiani Lavoratori (MCL), l’associazione IN CAMMINO ed Il gruppo PROGETTO VADEMECUM PER L’EUROPA, organizzano un incontro fra le comunità dei migranti minori non accompagnati, le comunità di accoglienza per adulti migranti, gli alunni della scuola primaria Cirincione, gli studenti delle superiori e le associazioni del volontariato. L’evento, di forte rilevanza educativa e culturale, avrà luogo lunedì 1 Giugno a Marsala, presso il Complesso Monumentale San Pietro

Il titolo dell’ evento, PRIMA GIORNATA DELLA FRATELLANZA, AMICA AFRICA, AMICO KENYA, intende sottolineare che tutti insieme, africani, asiatici, europei, cristiani, musulmani, credenti e non credenti vogliamo rompere “il silenzio complice” e spendere una parola in favore dello sviluppo e della libertà e dell’accoglienza attiva.
Parteciperanno le comunità di Caltanissetta, Casteltermini, Mazara del Vallo, Strasatti, Castelvetrano e Marsala; gli alunni e le alunne, il Dirigente Scolastico e le insegnati della scuola primaria Cirincione di Bagheria, gli studenti ed i professori dei licei Dettori e De André di Tempio Pausania.

Sarà presentato il progetto VADEMECUM PER L’EUROPA, TERRA DEL DIRITTO E DELLA LIBERTA’, una specie di PASSAPORTO CULTURALE per l’Europa, di facilissima fruizione, multilingue e multi dialettale, arricchito da tante immagini, un testo da sfogliare, accattivante e veloce.

 Il libretto è rivolto agli educatori ed agli ospiti delle comunità che accolgono minori e profughi. Si tratta di un testo elaborato dagli Studenti dei Licei suddetti e illustrato dai bambini e dalle bambine di Bagheria in un intenso ed emozionante percorso di educazione all’accoglienza ed al rispetto delle diversità.

Il testo è arricchito da numerosi dizionari nelle lingue africane di tradizione orale (Bambarà, Mandinga, Fulà, Soninché, …) a cui si aggiungono quelli nelle lingue ufficiali: francese, inglese, arabo, persi, bangla.
Il progetto mira a facilitare le comunicazioni fra i migranti, specialmente nel caso di totale o parziale analfabetismo, e gli operatori e gli educatori delle comunità.

Interverranno, fra gli altri, l’ing. Fortunato Romano, presidente regionale MCL Sicilia, il dott. Ubaldo Agugliaro, Presidente provinciale MCL Trapani, il Prof. Paolo Buzzanca, coordinatore del progetto VADEMECUM, la dottoressa Laura Mendola, coordinatrice delle traduzioni del Progetto VADEMECUM.

La ricchezza ed il valore aggiunto del progetto sono stati rappresentati dalla possibilità di coinvolgere, in un felice connubio , nel processo di realizzazione, istituzioni pubbliche e private (scuole, enti locali, associazioni culturali e di volontariato) perché il processo di integrazione non può che essere bifronte.

Gli allievi e le allieve del Cirincione saranno accompagnati dal Dirigente Scolastico, dott.ssa Vittoria Casa, dalle maestre Tania Gallina, Vincenza Ventimiglia, Maria Assunta D’Aleo e da un gruppo di genitori che hanno fornito un contributo prezioso ed attivo lungo tutto il corso del progetto fino alla realizzazione dell’evento, anche mediante la preparazione di prodotti gastronomici bagheresi.

Bagheria, 29/05/15.

Il dirigente Scolastico Vittoria Casa

MCL Movimento Cristiano Lavoratori
Associazione IN CAMMINO
Progetto VADEMECUM PER L’EUROPA
Giorgio D’Antona, Paolo Buzzanca, Laura Mendola 

Le bambine ed i bambini della scuola primaria G Cirincione Bagheria

Classe 3 C
Marco Amato
Marika Amato
Melissa Amato
Antonio Anello
Francesco Anello
Antonio Audia
Angelica Bruno
Christian Buttitta
Delia Capuano
Julia Di Benedetto
Pietro Di Liberto
Sofia Ficano
Flavio Gambino
Pierluigi Giglio
Saverio Lo Buglio
Aurora Lo Piccolo
Giuliana Lo Piparo
Ginevra Lupo
Marco Maggiore
Ciro Mineo
Francesco Gabriel Morana
Lara Restivo
Chiara Scardina
Monica Spinella
Gioele Vinciguerra
Salvatore Vinciguerra
Classe 3 E
Elisabetta Ardagna
Aurora Barone
Florin Petre Bogdan
Lucio Cangialosi
Anna Castronovo
Chiara Orsola Ciaramitaro
Francesco Console
Giuseppe Corrao
Emanuela Oksana Crivello
Sofia D’Azzò
Federica Di Piazza
Giuseppe Silver Girgenti
Silvia Lauricelli
Luca Giuseppe Lo Galbo
Aurora Lo Piparo
Francesco Lo Piparo
Samuele Mannara
Marco Mineo
Gabriele Mulé
Davide Pecoraro
Greta Seidita
Samuele Toia
Gloria Trapu


                                                                               

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