Operazione "Big Party": 14 arresti per spaccio di droga a Bagheria

Operazione "Big Party": 14 arresti per spaccio di droga a Bagheria

cronaca
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I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 14 provvedimenti cautelari emessi dal GIP Dott. Sergio Zino su richiesta della Procura Distrettuale

(Procuratore Aggiunto D.ssa Principato e Sostituti Procuratori Dott. Viola e Dott. De Leo), per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish .
L'operazione - denominata "BIG PARTY"- è l'epilogo di una prolungata indagine sviluppata dai militari della Stazione Carabinieri di Bagheria.

Le segnalazioni raccolte sul territorio dai militari dell'Arma - e in particolare dal Carabiniere di quartiere - hanno condotto i militari ad affrontare una realtà di spaccio con nuovi aspetti di assoluta pericolosità.
In effetti, tra gli elementi che distinguono la banda scoperta dai Carabinieri, emerge l'organizzazione di veri e propri "cocaina party", in alcuni villini sul mare o nelle campagne bagherese.
Incontrando i giovani nella vicinanza delle scuole, ma anche sfruttando le potenzialità dei social network, gli spacciatori "adescavano" i ragazzi disponibili per invitarli a feste serali o pomeridiane.

Qui veniva fornita loro una dose gratuita di cocaina, per far provare lo sballo e, in questo modo, avvicinarli al mondo della droga e ampliare il giro di affari: "soddisfare il desiderio per trasformarlo in bisogno".
Questo singolare e infido "sistema di promozione" forniva il vantaggio di annullare la concorrenza, garantendo il monopolio dello spaccio.

Almeno sei gli incontri monitorati e, tra questi, resta emblematico il caso di un "addio al celibato". Uno degli spacciatori tratti in arresto, per l'occasione aveva messo a disposizione dei numerosi e "ignari" ospiti (una settantina) addirittura 100 grammi di cocaina, ritenendolo evidentemente un importante "investimento".

Le investigazioni dei Carabinieri sono partite proprio da questi inviti. Insegnanti e genitori manifestavano apprensione per il diffondersi dello spaccio di stupefacenti in prossimità di alcune scuole superiori. Le segnalazioni trovavano conferma nei sequestri operati dai militari, nei principali luoghi di aggregazione giovanile, anche in concomitanza con l'uscita dalle scuole, specie nei giorni prefestivi.
I controlli, quindi, rivelavano la ricorrente presenza di alcuni soprannomi registrati nelle rubriche telefoniche dei ragazzi trovati in possesso di modiche quantità di stupefacente ovvero trascritti sui "pizzini" trovati in tasca assieme alle dosi.
I nomi "BABY CICCIO", "TOTÒ U MIRICANU", "RANETTA" e altri rappresentavano un segnale costante e sospetto.

E in effetti, la rete criminale svelata dalle intercettazioni e dalle osservazioni dirette dei militari dell'Arma si ispirava proprio agli usi della banda della Magliana descritti in "ROMANZO CRIMINALE".
Gli spacciatori bagheresi erano conosciuti dagli acquirenti solo con i loro appellativi dialettali (nessun nome mai pronunciato né, tanto meno, cognome) e con questi soprannomi conversavano tra loro al telefono, cambiando freneticamente utenze, sempre intestate a terze persone.
Per altro verso, dalle intercettazioni emerge il consueto linguaggio "operativo" per celare la richiesta e lo scambio di stupefacente.

Le dosi erano chiamate "orologi", "pantaloni", "sfincionello piccolo" per l'hashish e "sfincionello grosso" per la cocaina).
E in questo lessico criminale i Carabinieri diventano "lupi", come nelle parole di ("BABY CICCIO") che, dopo un controllo su strada, avverte ("TOTO' U MIRICANU") di "uscire pulito" perché lui è stato già "morsicato".

Un'attività investigativa paziente e costante ha permesso dunque di ricostruire il puzzle delle relazioni, delineando infine un unico sodalizio criminoso che, con connotazioni di spinta professionalità delinquenziale, aveva monopolizzato le piazze di spaccio di Bagheria.

In particolare, l'associazione si articolava in due distinti sottogruppi, dediti allo spaccio al dettaglio rispettivamente di hashish e di cocaina.

Il tariffario applicato è risultato molto conveniente, anche per adattarsi alla crisi economica che diminuisce le disponibilità finanziarie: 80 € per un grammo di cocaina, 10€ bastano per una stecca di hashish.

E in effetti, la diminuzione dei prezzi fa da volano per la diffusione dello stupefacente, sempre più alla portata di qualsiasi tasca.

I servizi di osservazione e le prolungate intercettazioni hanno permesso anche di studiare il comportamento degli spacciatori, delineano un profilo singolare descritto in sintesi dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Palermo - Generale di Brigata Teo LUZI - "si tratta di giovani con basso o inesistente grado di scolarizzazione, provenienti da famiglie difficili, che vivono nei quartieri più degradati della città e nei sobborghi maggiormente delinquenziali della provincia. Il consumo di droga rappresenta una fuga da realtà difficili. Il suo commercio un trampolino per ottenere in poco tempo facile ricchezza."

I riscontri ottenuti durante le precedenti fasi delle investigazioni hanno già portato all'arresto in flagranza di reato di 11 persone, alla segnalazione alla Prefettura di 400 assuntori abituali e al sequestro complessivo di 350 grammi di "cocaina" e di 3,5 kg. di "hashish".
Palermo, 5 dicembre 2011

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