Processo Argo alla mafia di Bagheria: tutti condannati in appello

Processo Argo alla mafia di Bagheria: tutti condannati in appello

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PALERMO – Tutti condannati. Regge in appello – il processo tornava dalla Cassazione – l’impianto accusatorio del processo Argo che vedeva imputati boss e gregari del clan mafioso di Bagheria. Cade, però, l’aggravante del reimpiego si soldi di provenienza illecita.

Accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale Rita Fulantelli la Corte di appello presieduta da Antonio Napoli ha condannato per mafia Michele Cirrincione a sei anni (nel precedente processo ne aveva avuto otto).

Per i pm a capo della cosca c’era Gino Di Salvo, arrivato ai vertici dopo una precedente condanna per mafia. Ora è stato condannato 8 anni (due anni e otto mesi in meno del precedente processo, era difeso da Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino),

Confermate le condanne a due anni e 8 mesi ciascuno per Raffaele Purpi e Vincenzo Gennaro (al collaboratore di giustizia è stata revocata la misura di sicurezza della libertà vigilata).

Ed ancora: Silvestro Girgenti 5 anni (avvocato Filippo Gallina, quattro mesi in meno), Francesco Centineo 5 anni e 2 mesi (avvocato Giuseppe Farina, quattro mesi in meno), Pietro Liga 5 anni e 4 mesi (sei mesi in meno, difeso dall’avvocato Jimmy D’Azzò), Vincenzo Graniti 6 anni (due in meno), Driss Modzhadir 6 anni e mezzo (difeso da Gianluca Corsino, aveva avuto sette anni e sei mesi), Salvatore Giuseppe Bruno 6 anni (difeso dagli avvocati Rosanna Vella ed Edi Gioè, ne aveva avuti 8), Francesco Lombardo 10 anni (ne aveva avuto 14, non gli è stata riconosciuta l’attenuante prevista per i collaboratori di giustizia perché allora non si era ancora pentito), Rosario La Mantia 10 anni (due anni e otto mesi in meno, avvocato Jimmy D’Azzò e Lia Zarcone).