Ci risiamo, anche quest'anno con l'approssimarsi dell'estate e le prime giornate di mare si ripresenta puntuale la scottante questione dell'esiguità degli accessi liberi al mare nel nostro comprensorio.
L'amara sorpresa quest'anno, come in altre occasioni, l'hanno avuta i cittadini che domenica scorsa si sono recati a Mongerbino nell'ormai famosa spiaggetta dei "Francesi", incantevole baia nel mare di Aspra.
Al posto delle acque cristalline le persone hanno trovato il cancello di accesso alla spiaggia sbarrato dai residenti con affisso un cartello che motivava la chiusura dello stesso a causa dell'emergenza covid 19 , al fine di impedire assembramenti.
La protesta di chi voleva semplicemente fare un bagno, cosa per nulla proibita da qualsivoglia norma, è montata sui social dove sono numerosi i post di cittadini indignati, mentre sul posto venivano chiamati i Vigli Urbani e veniva allertata la Guardia Costiera. L'assessore alla Polizia Municipale di Bagheria Maurizio Lo Galbo da noi contattato, ci ha detto che l'amminstrazione si è attivata per risolvere i problema e il rispristino del libero accesso ai Francesi dovrebbe essere questione di pochi giorni.
Anche la spiaggia del Kafara a Santa Flavia, una delle poche grandi spiagge del nostro comprensorio, rimane chiusa con il cancello sbarrato da un pesante catenaccio. La spiaggia resta chiusa con ordinanza del sindaco Sanfilippo per evitare che venga presa d'assalto come accade normalmente da centinaia e centinaia di persone, consituendo un rischio di contagio da covid 19.
Alcuni anni fa fece scalpore la vicenda di Solanto, dove fu impedito ai cittadini di accedere alla porzione di spiaggia libera. Si doveva dimostrare che Solanto è un luogo privato e non demanio marittimo. Anche al Lido del Carabiniere a Capo Zafferano l'accesso pubblico al mare viene concesso soltanto in una minuscola porzione di spiaggia.
Accessi al mare che si contano quindi sulle dita di una mano nostante i tantissimi chilometri di costa da Ficarazzi a Casteldaccia passando per Aspra e Porticello, risultato di un abusivismo selvaggio che non ha risparmiato nemmeno luoghi che in qualsiasi altra parte del mondo sarebbero diventati simboli da proteggere.
Pensiamo all'arco azzurro sempre a Mongerbino, soltanto da alcuni anni recuperato a fatica alla pubblica fruizione, dopo che per 40 anni era stato sequestrato dal cemento e dalla mafia.
Una costa disseminata di cancelli, villini, viilloni, complessi residenziali dove il mare diventa una "cosa privata", un privilegio per pochi, e la possibilità di accerdervi non un sacrosanto diritto ma una generosa concessione.
Speriamo si possa radicalmente invertire la rotta da qui in avanti. Spetta agli ammistratori di oggi e di domani assumersi la responsabilità di scelte coraggiose e lungimiranti in questo senso.
Lorenzo Gargano