Arrestato per corruzione il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto e altri 4 amministratori

Arrestato per corruzione il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto e altri 4 amministratori

cronaca
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Tangenti sotto forma di assunzioni di parenti e amici per poter lavorare con il comune di Casteldaccia.

Che si trattasse di incarichi per il sostegno dei disabili da parte di cooperative del servizio civile o di affidamento diretto del servizio per la raccolta dei rifiuti o ancora per il rilascio di concessioni edilizie, da oltre due anni la prassi era consolidata: lavori e appalti in cambio di assunzioni e in qualche caso anche di denaro. Questa mattina sono scattati gli arresti domiciliari per il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto, ex capogruppo all'Ars del Megafono dell'ex presidente della Regione Rosario Crocetta, per il suo vice Giuseppe Montesanto, per l'assessore alla Pubblica istruzione Maria Tomasello, per la funzionaria del Comune Rosalba Buglino e per un geometra Salvatore Merlino, libero professionista. Tutti a vario titolo devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico. A tutti e cinque sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Il blitz dei carabinieri della compagnia di Bagheria è scattato questa mattina all’alba nel comune di Casteldaccia in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei cinque esponenti della pubblica amministrazione firmata dal gip su richiesta del procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e del sostituto Daniele Di Maggio. Secondo quanto si apprende l’indagine della procura era già stata avviata quando è successa la tragedia in cui sono morte nove persone per un’alluvione. Gli inquirenti hanno accertato decine di casi di corruzione fino a quest’estate. Oltre ai cinque arrestati sono indagate altre persone, fra cui gli imprenditori e i commercianti che hanno pagato i politici e i funzionari comunali di Casteldaccia.

Secondo gli inquirenti il sindaco avrebbe ricevuto utilità da una cooperativa di volontari del servizio civile in cambio dell’impiego come volontari di persone indicate dallo stesso Di Giacinto, dal suo vice Montesanto e dall’assessore Tomasello. Di Giacinto si sarebbe poi speso per accelerare le pratiche di accreditamento della cooperativa all’assessorato regionale alla Famiglia in modo da ottenere i finanziamenti pubblici. Ma l’ex capogruppo de Megafono all’Assemblea regionale siciliana, secondo quanto scrive il gip di Termini Imerese, ha utilizzato lo stesso meccanismo anche per l’affidamento del servizio di raccolta differenziata a Casteldaccia. Un servizio appaltato con conferimento diretto per alcune decine di migliaia di euro all’anno, senza dunque gara pubblica, ad una ditta che gli garantiva l’assunzione di alcuni suoi fedelissimi.

Più tradizionali invece gli episodi di corruzione contestati alla funzionaria del comune di Casteldaccia Rosalba Buglino che, nonostante non avesse più competenza in materia edilizia, avrebbe curato due pratiche per il rilascio di sanatorie edilizie, falsificando i documenti dietro pagamento di una mazzetta in modo che la richiesta andasse a buon fine senza problemi.

Il personaggio più noto resta Di Giacinto. L’esponente politico di Casteldaccia è stato infatti per un breve periodo un protagonista assoluto della politica siciliana: è diventato capogruppo della lista che portava il nome dell’ex governatore Rosario Crocetta all’inizio della scorsa legislatura, nella quale ha fatto il suo esordio all’Ars in forza di un grande risultato nel suo paese. Che quasi tutti considerano un po’ il suo “regno”: tre volte sindaco, lo è in maniera quasi ininterrotta (esclusa appunto la parentesi al Parlamento regionale) dal 2003, quando approdò alla guida del Comune dopo essere stato a lungo vicesindaco. Durante il mandato all’Ars è stato indagato per abuso d’ufficio e ha rotto con il Megafono, passando fra i socialisti e diventando capogruppo anche di quella formazione. Alle ultime regionali ha provato a tornare all’Ars senza successo e l’anno scorso è stato rieletto sindaco. Di Giacinto è finito sotto inchiesta anche per la strage causata dall'alluvione di Casteldaccia dell'anno scorso.