La sera del tre novembre 2018 un'onda di fango travolse la villetta di Casteldaccia nella quale la famiglia Giordano era riunita per il fine settimana di festa.
Morirono in nove in contrada Dagali di Cavallaro. Nonni, zii, cugini, tra i quali due bambini di uno e tre anni. Doveva essere una gran festa, è finita in tragedia. Adesso per quella notte di fango e morte la procura di Termini Imerese ha iscritto sul registro degli indagati i nomi di otto persone.
Si tratta del sindaco Giovanni Di Giacinto, del sindaco pro tempore dal 2013 al 2018 Fabio Spatafora, di Maria De Nembo, responsabile della protezione civile di Casteldaccia, di Rosalba Buglino, Alfio Tornese e Michele Cara Pitissi, tutti e tre dell'ufficio comunale con competenze in materia di sanataria o condono edilizio, demolizioni e acquisizioni al patrimonio comunale degli immobili abusivi non demoliti dal 2008 al 2017.
Infine, nel registro degli indagati ci sono anche Antonino Pace e Concetta Scurria, proprietari della villetta. Tutti sono accusati, in concorso tra loro, di omicidio colposo.
Di Giacinto e De Nembo sono accusati anche di rifiuto di atti d'ufficio. L'indagine dei carabinieri è coordinata dal procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e dai sostituti Luisa Vittoria Campanile e Carmela Romano.
Quella notte si salvarono solo in quattro: Giuseppe Giordano, commerciante di moto che aveva affittato quella villetta vicino al fiume Milicia e che si aggrappò a un albero, il cognato Luca Rughoo e le loro due figlie di 11 e 12 anni che erano andate con lo zio a comprare i dolci.
Quella villetta risultò abusiva e con un provvedimento di demolizione dopo l'alluvione del 2009. Ma nessuno fece niente. A sette mesi dalla tragedia arrivano gli indagati.
Fonte La Repubblica