I vertici del mandamento mafioso di Bagheria negli ultimi dieci anni (Prima parte)

I vertici del mandamento mafioso di Bagheria negli ultimi dieci anni (Prima parte)

cronaca
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L'ordinanza dell'operazione 'Panta Rei'  fa una minuziosa e certosina opera di ricostruzione dei vertici del Mandamento mafioso di Bagheria negli ultimi dieci anni, laddove riscontri investigativi e dichiarazioni di pentiti

hanno consentito di monitorare non solo l'alternarsi delle figure di vertice ma anche lo spostamento della 'capitale' del Mandamento da Bagheria ad Altavilla con la reggenza dal 2008 al 2011 di Zarcone Antonino e più recentemente da Bagheria a Villabate con la diarchia Salvatore Lauricella e Gino Di Salvo, sino ai tempi recentissimi in cui a dirigere il mandamento era stato indicato  Giampiero Pitarresi che aveva approfittato del vuoto creatosi a Bagheria per prendere il sopravvento. Questi i nomi dei 'reggenti'.

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- Dal 25 gennaio 2005 (Operazione “Grande Mandamento" in cui era stato arrestato, tra gli altri, Morreale Onofrio) al 26 giugno 2007 (data in cui venne scarcerato Scaduto Giuseppe), da Gino Mineo.
- dal 26 giugno 2007 al 16 dicembre 2008 (Operazione “Perseo”) da Scaduto Giuseppe con la collaborazione di Gino Mineo, entrambi legati a Leonardo Greco e al fratello Nicolò;
- dal 17 dicembre 2008 al 14 dicembre 2011 (Operazione “Pedro”) da Zarcone Antonino con la collaborazione di Messicati Vitale Antonino, espressione della continuità gestionale di Scaduto;
- dal 14 dicembre 2011 all’ 08 maggio 2013 (Operazione “Argo”) da Di Salvo Giacinto con la collaborazione di Lauricella Salvatore;
- dall’8 maggio 2013 al 5 giugno 2014 da Di Fiore Giuseppe, altro provenzaniano della prima ora, da sempre legato ai fratelli Greco Leonardo e Nicolò, reduce da una lunga detenzione per “Grande Mandamento” (operazione “Reset”).
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I recenti collaboratori di giustizia FLAMIA Sergio Rosario prima e ZARCONE Antonino poi hanno fornito una chiave di lettura delle vicende mafiose di tale periodo, assolutamente in linea con le varie investigazioni. I due importanti uomini d’onore, ora collaboratori di giustizia, a proposito delle varie gestioni della famiglia mafiosa bagherese, hanno rivelato che, durante la reggenza di Onofrio Morreale, la famiglia mafiosa di Bagheria ha continuato a gestire, come aveva fatto da anni, la latitanza di Bernardo Provenzano. Era Onofrio Morreale, infatti, il terminale ultimo della veicolazione di “pizzini” del capomafia nonché il responsabile della gestione materiale dell’anziano boss mafioso.

Dopo l’arresto di Onofrio Morreale nel gennaio 2005, e prima che venisse scarcerato Scaduto Giuseppe ( verrà scarcerato nel 2007), Salvatore Lo Piccolo, in quel momento impegnato a collocare uomini a lui vicini nei vari mandamenti della provincia, aveva proposto al fratello di Greco Leonardo, Nicolò, di prendere formalmente in mano le redini della famiglia bagherese, alleandosi con lo schieramento da lui rappresentato.

Greco Nicola, uomo prudente e riservatissimo, rifiutò di incontrarsi con Andrea Adamo, emissario del Lo Piccolo delegando per tale incombenza l’anziano ed altrettanto affidabile Gino Mineo, che in quel periodo rappresentava temporaneamente la famiglia di Bagheria. Il Mineo, che per timore di qualche imboscata si fece accompagnare all’incontro proprio dal Flamia Sergio Rosario, non volendosi sbilanciare con Lo Piccolo, offrì comunque la sua disponibilità e quella della famiglia bagherese a riconoscere l’autorità del Lo Piccolo stesso, anche se comunicò all’Adamo che la famiglia di Bagheria non era intenzionata ad entrare attivamente nel noto contrasto in atto fra i Lo Piccolo e Nino Rotolo emerso a chiare lettere a seguito dell’operazione “Gotha”.

Poco tempo dopo l’incontro fra Gino Mineo ed Andrea Adamo ad Altavilla Milicia, venne scarcerato Pino Scaduto (precisamente il 26 giugno 2007), con l’espresso mandato, ricevuto in carcere da Leonardo Greco e da Onofrio Morreale, di prendere in mano la situazione bagherese, gestendo nei fatti la famiglia mafiosa e il mandamento.

Lo Scaduto quindi, da un lato inserì nell’orbita delle persone a lui vicine il giovane Zarcone Antonino e, dall’altro, convocò il Flamia e gli comunicò la volontà perentoria di Nardo Greco che non avrebbe ammesso defezioni. Flamia, dal canto suo, dopo aver ricevuto rassicurazioni da Nicola Eucaliptus, si mise a disposizione di Scaduto Giuseppe, aiutandolo effettivamente nella gestione della vita criminale della famiglia.

La reggenza di Scaduto terminò con il suo arresto del dicembre 2008 nell’ambito dell’operazione Perseo. Anche Flamia venne arrestato in quell’operazione, per essere successivamente scarcerato nel settembre del 2011, mentre Antonino Zarcone da quel momento, inizierà la scalata al vertice del mandamento mafioso bagherese.

Continua.....