Così come fu allora per il terrorismo, allorchè quando i conti non quadravano si ricorreva ad una sorta di figura mitologica, il GRANDE VECCHIO, per dire il grande manovratore occulto che nell'ombra tramava contro la Repubblica e le sue istituzioni.
L'espressione coniata dal segretario del Partito socialista di allora, Bettino Craxi, voleva raffigurare una sorta di ircocervo, metà intellettual-politico, metà terrorista; ma nessuno seppe mai dare un volto e un nome a questo profilo.
Adesso come riporta in un articolo si Livesicilia, Riccardo Lo Verso, anche il neo pentito Antonino Zarcone lascia intendere che dietro alcune decisioni difficili e delicate prese nel mandamento di Bagheria ci possa essere stato un regista sinora rimasto nell'ombra.
In un primo momento stando alle risultanze investigative ed alle stesse dichiarazioni di Zarcone e Flamia si era pensato a Nicola Greco, ma gli sviluppi giudiziari più recenti dell'operazione 'Reset' avrebbero ridimensionato il ruolo del padrino.
Dice Zarcone: “Il ruolo di Nicola Greco è il ruolo come capo famiglia di Bagheria, di cui ricordo in quel periodo, quando Pino Scaduto è stato tratto in arresto, c'è stato un pochettino sempre di problemi sul territorio, perché Gino Di Salvo ha avuto l'autorizzazione, era andato direttamente da Nicola Greco a farsi autorizzare di gestire il territorio di Bagheria”.
A maggio 2013 chi era quindi il grande vecchio nella mafia di Bagheria ? Il personaggio da cui ottenere il benestare per le operazioni più delicate? È uno degli scenari possibili che aprono le dichiarazioni di Antonino Zarcone, boss di Bagheria e oggi collaboratore di giustizia.
E a lui, a questo mister X, si faceva riferimento in discussioni riservate, per dirimere conflitti e autorizzare decisioni delicate.
E dopo l'arresto di Pino Scaduto avvenuto nel 2008 Zarcone parla di una confidenza che il figlio di Scaduto, Paolo, gli fece: “E in quell'occasione Paolo Scaduto, il figlio di Pino Scaduto, mi dice... si lamentava di questa situazione che Gino Di Salvo era andato direttamente da Nicola Greco e che aveva scavalcato, diciamo, il padre, Pino Scaduto, di cui non erano in ottimi rapporti con i Greco, e c'è stata un'altra, diciamo, combinazione con Gino Di Salvo, con la famiglia Greco”.
Il racconto prosegue coinvolgendo un altro pentito: “Dopodiché, io vengo avvisato da Sergio Flamia in quel periodo di stare attento a Gino Di Salvo e a Nicola Greco perché non vedeva chiara la situazione”.
“Poi lui è stato tratto in arresto, Sergio Flamia, e io a quel punto, parlando sempre con il Gino Di Salvo - prosegue Zarcone - mi fa capire che le cose erano cambiate, parlo con un soggetto che era molto... che fa parte, diciamo, sempre della vecchia... dei vecchi affiliati di Cosa Nostra bagheresi, di cui parlano con... parla con Nicola Greco di ciò che gli avevo chiesto io ( essere messo a capo del territorio di Altavilla, n.d.r.)”.
E sarebbe stato dopo l'arresto di Pino Scaduto e nell'ambito della ricostituzione delle 'nomine' dei capifamiglia, dei confini dei territori e dei settori di influenza che sarebbe entrato in gioco il "grande vecchio": "Effettivamente poi fu così, perché questo soggetto, mi veniva riferito, aveva parlato con Nicola Greco ( fratello del boss Nicola che sta scontando una condanna all'ergastolo) e che non c'erano problemi e che io mi sarei occupato di Altavilla Milicia".
E se non era Nicola Greco 'a testa i l'acqua' chi altri lo era?
Ma a parte questi riferimenti criptici, non esiste alcun riscontro investigativo che rimandi ad entità o grandi vecchi che siano sconosciuti agli inquirenti. E così come fu per il terrorismo, l'espressione 'Grande vecchio' si cristallizzerà nell'immaginario collettivo senza che dietro il suo fantasma si materializzerà mai un personaggio reale.
Un grande vecchio a capo del Mandamento mafioso di Bagheria ?
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