E' sin troppo ovvio che un lavoro che riguardi la risistemazione dell'asse viario storico di una città susciti discussioni e polemiche.
Polemiche sui materiali impiegati, sulle scelte architettoniche, sulle pendenze delle piazze, insomma ogni cittadino si è esercitato a dire, giustamente, la sua.
Noi non apparteniamo a quella categoria di persone che si lamentano sempre per partito preso: anzi.
Siamo tra quelli che il bicchiere lo vedono sempre mezzo pieno, e mai mezzo vuoto.
Siamo fra quelli che riconoscono e valorizzano le altrui competenze e professionalità , ed hanno l'abitudine di rispettare le scelte progettuali, che gli architetti fanno, perchè talora sono anticipatrici di tendenze stilistiche.
Vogliamo fare un esempio: abbiamo di recente considerato coraggiose e interessanti le soluzioni che sono state trovate per il ripristino di uno dei corpi bassi di Villa Cattolica (a proposito, lo diciamo per inciso, occorrerebbe trovare delle occasioni per rendere fruibile o visitabile questo locale).
Per Corso Umberto, sta accadendo quella che si può definire una "unanimità dei dissensi".
E' vero che il progetto ha conosciuto modifiche e rimaneggiamenti, ma le soluzioni "mediane" non sono sempre le più giuste.
Ed è anche vero che occorre aspettare che i lavori siano completati per potere esprimere un giudizio sul quadro d'assieme, non dettato dall'emotività del momento.
Ed è quasi inevitabile che mentre i martelloni "rompono" i timpani, la polvere ti entra dappertutto, e per il traffico si rischia il collasso, il giudizio di commercianti e cittadini sia quasi feroce: "Ma che cavolo stanno facendo? e vedi le espressioni sconcertate e allibite non di chi manifesta qualche dubbio, ma di chi sta assistendo ad una sorta di spettacolo dell'assurdo...
Proviamo a darne una spiegazione e a capire le motivazioni di queste opinioni così radicali.
Il primo motivo è che sta venedo fuori un Corso Umberto amorfo, ibrido; nè carne, nè pesce.
Il restringimento della carreggiata che nell'ipotesi originaria doveva essere drastico, e che doveva di fatto diventare una semplice corsia di scorrimento per evitare qualunque possibilità di stazionamento delle vetture, in realtà è stato complessivamente ridotto solo di un paio di metri: risultato si continuerà a posteggiare abusivamente, come abusivamente ci saranno le doppie file, ed alla fine, avremo un Corso Umberto ancora più intasato.
L'orlatura dei marciapiedi è una delle cose più incomprensibili che sta avvenendo: tutti, dicesi tutti, sono esterrefatti di fronte al fatto che si sta "smontando" l'orlatura attuale di marmo di Billiemi di grande qualità e resistenza, che avrebbe visto crescere tra qualche secolo i nipoti dei nostri nipoti, con blocchi di una pietra calcarea di scarsa qualità, piena di impurità ferrose all'interno, e di linee di sfaldatura, che nel giro di qualche anno verrà scheggiata e ridotta a pezzi.
Sarebbe bastata una ripulitura e ribattitura di quella attuale per fare un lavoro a regola d'arte.
Certo è sempre d'obbligo aspettare il risultato finale; però considerato che il Corso non viene "di fatto" pedonalizzato, e che non verranno sistemate panchine e "isole di socializzazione" come nel progetto originario, tanto valeva ridimensionare il tutto sostituendo soltanto la pavimentazione dei marciapiedi, e risistemare le aiuole. Ma tant'è. Forse stavolta il bicchiere è veramente mezzo vuoto.
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