Pochi giorni fa a Bagheria mi è successa una cosa indegna per ogni
paese civile, ma se vivi a Bagheria tutto ciò che è legale diventa
relativo e viceversa ciò che è illegale diventa quasi sempre assoluto.
Come si vede dalla foto, 3 intere pareti sono state tappezzate con un solo cognome: Gargano.
Quel Gargano Tommaso mi ha beccato dopo qualche secondo che stavo strappando i suoi simpatici e "originali" manifesti.
Era insieme ad altri 2 tipi, che avevano tutta l'aria di voler "difendere" il proprio padrone, con argomentazioni non troppo valide. Prima di tutto hanno iniziato minacciandomi di chiamare i vigili... minaccia che si è subito ripiegata una volta che hanno visto che ero io il primo a volerli chiamare.
Subito dopo mi hanno dato del "comunista" e bla bla, hanno chiesto come mi chiamavo, dove vivevo, chi erano i miei genitori.
Mi hanno accusato di "Discarica Abusiva" per via della carta che era caduta a terra. A niente è servita la mia citazione all'articolo che vieta l'affissione su quelle pareti, anzi, mi hanno detto che non avevo l'autorizzazione per togliere qualcosa di illegale!
Alla fine del simpatico dialogo mi hanno fatto intendere con aria minacciosa che non avrò futuro lavorativo e che la mia carriera crollerà prima di iniziare, solo per aver pestato i piedi ai membri della famosa casta.
Non me ne frega proprio nulla di politica e politicanti, ma non posso tollerare che sporchino in questo modo le pareti e la dignità del mio paese.
Vi ho scritto perchè ritengo che la legalità vada inseguita se non è
innata in tutti noi, e perchè sono stufo di sentire gente che promette
di impegnarsi a ripulire e valorizzare il territorio, che è un bene di
tutti i cittadini, e poi lo sporca in modo presuntuoso e abusivo.
(...) segue citazione legge in vigore dal gennaio dello scorso anno sulla rimozione dei manifesti a carico del responsabile, n.d.r.
Grazie, Gabriele
Replica di Tommaso Gargano
Qualche giorno fa, ero in Via Dante davanti al bar don Gino, e mi sono accorto che un giovane stava defiggendo i miei manifesti elettorali, affissi, lo riconosco, al di fuori degli spazi consentiti (che peraltro non sono stati ancora assegnati).
L'esposizione dei fatti, o quantomeno l'interpretazione che ne da Gabriele, è diversa rispetto a quella mia: ero accompagnato da due amici e non ero affatto con tipi che si lascia intendere erano quasi dei "guardiaspalle": gli ho semplicemente detto che non poteva fare quello che stava facendo perchè la legge che pure vieta l'affissione di propaganda elettorale in luoghi non a questo destinati, (pur avendo io avuto il benestare del proprietario dell'immobile), non dà per questo l'autorizzazione a nessun cittadino di poterli defiggere, e imbrattare per terra.
Non viviamo in un paese in cui ognuno si fà giustizia da sè; ed ho aggiunto che essendomi "di fatto" io presentato era anche giusto che riconocessi il mio interlocutore.
Non ho nè minacciato, nè lasciato intendere, nè alluso, e non appartengo a nessuna casta: vivo del mio lavoro.
Concordo con lo scrivente sul fatto che durate le campagne elettorali, in una sorta di folle spirale, i candidati, e non sempre per loro responsabilità, eccedono, ma è purtroppo ormai una pratica diffusa dalla quale un candidato si fa travolgere, preso anche dalla foga e dall'animosità che le competizioni elettorali generano.
Per cultura e vocazione sono vicino ai temi ambientalisti e, i fatti parlano per me, mi prodigo di valorizzare e di far crescere le energie e le risorse anche culturali del mio paese.
Anch'io come cittadino e come amministratore, ho a cuore il decoro della mia città, ed un eventuale ed involontario errore non può nè pregiudicare nè mettere in discussione questi miei intendimenti.
Io credo che partiti e candidati, al di là delle norme e delle leggi, dovrebbero trovare una sorta di codice di autoregolamentazione, ma purtroppo è difficile.
Dò comunque, e pubblicamente, la mia disponibilità ad un incontro con tutti i candidati del collegio per evitare che abbiano a ripetersi spettacoli cui purtroppo le campagne elettorali ci hanno abituati. Con questo considero chiuso l'incidente.
Tommaso Gargano