Vincenzo Accurso, assessore alle attività produttive del Comune di Casteldaccia risponde alle accuse che Margherita Tomasello, direttore Marketing dell'omonimo pastificio rivolge nella sua intervista alla politica
Egr. direttore
Ho letto con vivo interesse l'intervista a Margherita Tomasello, vicepresidente di Confindustria Sicilia, ma soprattutto esponente di quel Pastificio Tomasello che assieme alla Vini Corvo rappresenta la massima istituzione produttiva del nostro Comune (e non a caso uso il termine istituzione)
Circa due anni fa mi trovavo a Chicago per un congresso, ed in un momento di pausa dei lavori visitavo un elegante emporio sito nella Michigan Avenue (la piu' importante strada di Chicago)
Ho vivo, ancora oggi il senso di orgoglio che provai nel vedere esposti in bella mostra negli scaffali del negozio, sia campioni della Pasta Tomasello che bottiglie di vino Corvo.
Un pezzo di Casteldaccia in una delle citta' piu' belle degli USA e quindi del mondo.
Le due imprese hanno continuato a vivere ed a espandersi nonostante le mille difficolta' di un tessuto economico e sociale certamente non tra i piu' favorevoli all'imprenditoria, quindi non saro' certo io a contestare l'assenza e le colpe della politica locale, ma vorrei sottolineare come le accuse alla politica rappresentano solo una faccia della medaglia, l'altro versante infatti e' rappresentato dalla incapacita' dell'imprenditoria Siciliana a diventare classe dirigente abdicando e rinunciando a quel ruolo di guida che invece gli imprenditori del nord Italia hanno svolto in maniera esemplare.
Sono convinto, e non me ne voglia la signora Tomasello, che una delle cause del sottosviluppo meridionale e siciliano in particolare, e' dovuto alla mancanza di una forte classe imprenditoriale borghese che avesse la capacita' di indicare le vie dello sviluppo.In questo vuoto ha cosi' potuto proliferare una classe politrica burocratico- clientelare intenta a garantire e preservare i propri privilegi.
D'altra parte le grandi aziende del nostro comune hanno rappresentato un mondo a parte ,chiuso nella classica torre di avorio ,anche quando i sindaci erano diretta espressione del mondo imprenditoriale (Il compianto avv.Giovanni Tomasello e' stato sindaco di Casteldaccia per molti anni).
Allora mi viene di pensare che il problema e' piu' profondo direi culturale.
Se la classe politica risulta inadeguata ad elaborare efficaci strategie di sviluppo, va criticata duramente, e possibilmente sostituita ma bisogna anche sottolineare che il momento decisionale da parte del politico dovrebbe rappresentare solo il momento della sintesi di un dibattito che si svolge nella societa', e nel nostro caso l'amara constatazione e' rappresentata prorpio dalla mancanza di questo dibattito per assoluta assenza dei contendenti, politici ed imprenditori.
Sono assessore alle attivita' produttive da poco meno di un anno e non posso che notare come artigiani,commercianti ,imprenditori brillano per la loro assenza,la mancanza di interlocutori di categoria alla lunga impoverisce anche l'azione politica.
Sta per essere approvato un piano commerciale nel disinteresse generale, e' necessario proporre un piano per i pubblici esercizi , ma sembra che la cosa non interessi a nessuno.Produrre uno sviluppo sociale ed economico armonioso non e' un affare solo dei politici ma riguarda tutti.
Potrei quindi ribaltare il pensiero della signora Tomasello (ma senza fini polemici) e sottolineare che la politica e' stata lasciata sola.
Ma e' tempo di cambiare; la grave crisi economica ,finanziaria e politica che l'Italia sta attraversando pretende l'impegno di tutte le forze sane della nostra societa' , e se per qualche incomprensibile ragione il dialogo tra imprenditori e politici nella nostra cittadina si e' interrotto bisogna a tutti i costi tentare di riannodare i fili di questo dialogo.
Forse non e' troppo tardi.
Foto tratta dal web. Visita del cardinale Paolo Romeo presso il pastificio Tomasello in occasione della ricorrenza dei cento anni di attività.
Il neretto è della Redazione