Qust’anno la stagione degli incendi su Monte Catalfano a Bagheria è iniziata in anticipo.
L’afa, si sa, abbassa la soglia dell’attenzione ed è bastata mezza giornata di scirocco per consentire alla nostra costosissima Forestale per distrarsi e consentire ai soliti piromani (non mi stupirei se chi ha il compito di controllarli ne conosce nome, cognome e indirizzo) di distruggere diversi ettari di bosco.
È l’anticipo degli incendi dell’estate che sta per arrivare. È anche la ripetizione di una commedia già mille volte recitata. Forestale silenziosa (gli incendi? Sono faccende che non la riguardano), politici locali che piangono e si stracciano le vesti. Sarà così per tutta l’estate così come è accaduto le estati scorse. Noiosa commedia in cui tutti gli attori sono vittime innocenti e nessuno è responsabile. O meglio, il responsabile è un fantomatico cittadino bagherese asociale e insensibile alle bellezze della natura.
L’assessore (ex assessorre? assessore confermato? Qualcuno ha capito quale giunta in questo momento amministra Bagheria?) Emanuele Tornatore, sconsolato e disperato, scrive sulla sua pagina facebook: «Fiamme che bruciano e divorano un pezzo della nostra terra, del nostro territorio, della nostra storia, un pezzo di noi». Vedremo quale dichiarazione lacrimosa farà al prossimo incendio.
Ma i politici locali non hanno ancora capito che siamo stanchi di questa noiosa e ripetitiva commedia? È così difficile controllare il territorio anche con strumenti digitali? I politici locali hanno mai chiesto alla Forestale spiegazione di questi incendi? Le hanno mai ricordato la sua responsansabilità oggettiva? Si sono mai fatti spiegare cosa fanno e cosa non fanno per prevenire questi prevedibilissimi incendi? Perché il controllo del territorio si allenta proprio quando c’è vento di scirocco?
Domande che rimarranno senza risposta. Al prossimo incendio.
Franco Lo Piparo
Professore Emerito Università di Palermo
