Come parlare della guerra ai bambini- di Francesco Greco

Come parlare della guerra ai bambini- di Francesco Greco

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Quello che sta accadendo in questi giorni lo vediamo tutti. C’è sdegno e orrore per questa situazione, la guerra non è mai una soluzione, la guerra è una strada senza ritorno, porta a conseguenze irreversibili.

In questo dolore, così straziante come le immagini che ci arrivano dall’Ucraina, si alimentano ansie e paure. Ritrovarsi in questa nuova emergenza non era prevedibile e tutto questo si è materializzato proprio quando la fase pandemica iniziava ad essere superata e si iniziavano a vedere squarci di luce.

In questa nuova situazione emergenziale sperimentiamo ansia e timori, alla stessa stregua di quanto avvenuto nella pandemia. Anche in questo caso la frustrazione e la sensazione di subire passivamente aumentano il disagio, così come la sensazione di non avere controllo.
Con l’intensificarsi del conflitto aumenta la nostra esposizione alle notizie e questo non fa che alimentare un circolo vizioso fatto di preoccupazioni, ansia e paure.
Tutto ciò implica che anche i bambini siano esposti a questo tipo di sollecitazione, visto che oramai è facile e automatico anche per loro essere raggiunti dalle notizie, storie e immagini trasmesse dai vari media.
Questo pertanto implica da parte degli adulti il dovere spiegare loro cosa stia accadendo, in modo corretto, perché ignorare o evitare l’argomento può essere deleterio, in quanto può portare i piccoli a sentirsi più soli e smarriti.
Una conversazione su ciò che li turba può farli sentire più sollevati e sicuri. L’ideale è riuscire a spiegare in modo più aperto e onesto possibile, adattando la conversazione al bambino. I bambini più piccoli ad esempio potrebbero avere bisogno di una spiegazione che si adatti alla loro età. Potrebbero infatti non capire cosa significhi conflitto o guerra ed essere troppo dettagliati potrebbe far crescere ansia inutile.

E’ di fondamentale importanza trovare il tempo di ascoltare il bambino quando sente il bisogno di parlarne. E’ molto utile prendersi del tempo per ascoltarli in modo da creare uno spazio che consenta loro di riferire ciò che sanno o di fare domande su ciò che hanno sentito o visto. Questo, oltre a essere un cuscinetto e una sorta di ammortizzatore e, come io lo definisco, un ristrutturatore di pensieri ed emozioni, dà loro la sensazione che preoccupazioni e sentimenti vengano presi in considerazione.
Da un punto di vista emotivo, anche se questa situazione genera in noi adulti ansia e preoccupazione, dovremmo cercare di mostrarci calmi e non tesi, perché i piccoli assorbono i sentimenti dei loro caregiver e se noi per primi siamo a disagio è molto più facile che anche i nostri figli lo siano.
I bambini non devono smettere di giocare, devono continuare a vivere nel modo più normale possibile, perché già sono stati messi duramente alla prova in questi ultimi due anni e adesso non devono sentirsi in alcun modo in colpa di continuare a vivere, anche se sanno o hanno intuito che in quelle zone di guerra ci sono adulti che soffrono o altri bambini che vivono in estrema difficoltà e a rischio della vita.
Non è compito dei bambini risolvere questo problema (causato dagli adulti), ma può essere utile coinvolgerli in iniziative di volontariato e di sostegno, come le raccolte per i rifugiati, o anche semplicemente (ad esempio a scuola) scrivere lettere o fare disegni con il tema della pace. La cosa più importante è creare insieme dei momenti dove è possibile parlare, chiedere, chiarire, con tono assertivo, onesto e aperto, analizzare insieme le notizie e lasciare loro la possibilità di fare domande ed elaborare quello che sta accadendo e che ci riguarda tutti, di questa catastrofe e orrore che è la guerra.

Dott. Francesco Greco
Tel. 3922965686
www.francescogrecopsicologo.it
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Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, crisi, stress, insicurezza, disturbi emotivi e dello spettro ossessivo. Utilizza la Terapia Cognitiva, la Acceptance and Commitment Therapy (ACT), Mindfulness e la SCHEMA THERAPY. Specializzato nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione attraverso la tecnica della CBT-E, disturbi sessuali e consulenza di coppia. Riceve a Bagheria.