Il fenomeno del Digital Divide ha assunto col tempo una rilevanza sempre più importante. Stiamo parlando del divario digitale tra gruppi sociali distinti, per quanto riguarda l’accesso, l’utilizzo e l’impatto delle tecnologie ICT. Questo divario digitale si traduce, spesso, in forme di disparità a livello istruttivo, economico, di opportunità di carriera.
Negli ultimi tempi, però, l’Italia si è messa in moto per azzerare questo fenomeno. Non a caso il Bel Paese è entrato a far parte della Coalizione europea che ha lo scopo di favorire l’inclusione digitale colmando le lacune sociali e culturali che creano nella popolazione questo gap.
Come parte dell’iniziativa Repubblica Digitale, il ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, ha annunciato che Roma si unirà alla coalizione per le competenze e le professioni digitali della Commissione europea.
La Repubblica Digitale
Repubblica Digitale, dunque, è uno strumento del Governo con l’obiettivo di accompagnare il processo di trasformazione digitale con una serie di azioni di inclusione digitale finalizzate a abbattere ogni forma di divario digitale di carattere culturale.
L’iniziativa si articola in una serie di attività svolte in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati, i quali si impegnano a cercare di aiutare l’alfabetizzazione digitale, in un contesto come l’Italia dove siamo fruitori di smartphone ma scarsamente digitali.
In Italia si pensa che non ci sia culturale digitale e si guarda agli anziani. Vero che la fascia over 60 è nata senza internet, senza computer, senza smartphone, d’altra parte ora in buona parte tutti hanno uno smartphone per guardare su whatsapp le foto dei nipotini. Questo non vuol dire avere cultura digitale, vuol dire sapere utilizzare uno strumento digitale.
La situazione in Sicilia
La Sicilia è una delle regioni più attente sull’argomento negli ultimi anni. La politica regionale ha cercato di mettere in campo delle politiche volte proprio a superare questo gap. Si è iniziato a lavorare nelle singole realtà cittadine, partendo dalle potenzialità derivanti dall’autonomia. Innanzitutto, si è deciso di portare delle connessioni WiFi nei luoghi pubblici e nelle scuole, in forma gratuita, in modo tale da dare la possibilità a cittadini o turisti di connettersi facilmente alla rete.
Inoltre in Sicilia sono stati avviati i lavori per la realizzazione della banda ultra-larga, un intervento che nell'isola vale oltre 190 milioni di euro, di cui più di centosessanta finanziati con le risorse del Po Fesr Sicilia 2014-2020.
L'obiettivo della Regione è migliorare la copertura internet con fibra ottica in tutto il territorio e contribuire al raggiungimento dei target previsti dall'Agenda digitale europea e dalla "Strategia italiana per la Banda ultra-larga (Bul)". I lavori sono in corso. La società Open Fiber sta realizzando le infrastrutture di rete nelle zone dell'Isola in cui la "Bul" è o era assente, le cosiddette "aree bianche". Alla fine tutti i 390 comuni siciliani avranno una connessione internet ad alta velocità. Un progetto molto importante, utile a permettere ai siciliani non solo di lavorare sempre al 100%, anche da casa, ma anche di connettersi quando lo si vuole ai siti preferiti e di giocare sul web ai giochi sui social o semplicemente a NetBet Slots.
La prima centrale di fibra ottica della penisola, nell'ambito del progetto nazionale, è stata attivata a San Giovanni la Punta, piccolo centro a dieci chilometri da Catania. Oggi sono 178 i cantieri aperti e settantasette quelli già chiusi. La conclusione dei lavori è prevista nel 2022.
È un progetto che ha come obiettivo quello di cablare in fibra ottica tutte le aree bianche cioè quelle zone dove gli altri operatori di telecomunicazioni finora non hanno investito. I vantaggi della banda ultra-larga sono i servizi che daremo disponibili quando saranno completati i lavori: la telemedicina, il telelavoro, Industry 4.0, l'educazione a distanza.
E ovviamente internet: tutti i cittadini potranno avere un accesso al web rapido e costante, stabile, senza interruzioni. Questi sono i servizi che ci aspettano nell'immediato futuro. Una rete all'avanguardia che raggiungerà case ed edifici pubblici, realizzata con il cofinanziamento dei fondi europei e di proprietà regionale. E che alla fine dei lavori sarà affidata a Open Fiber per vent'anni.
L'iniziativa rientra tra i grandi progetti del Po Fesr, viene attuato nell'ambito dell'Asse 2 "Agenda digitale" ed è gestito dall'Autorità regionale per l'innovazione tecnologica (Arit). Un primo intervento sulla banda ultra-larga, sempre finanziato dalla Regione Siciliana con le risorse nazionali e comunitarie del Programma operativo 2014-2020, era stato realizzato nel 2017 da Telecom, che aveva messo a disposizione di tutti gli operatori telefonici una rete in fibra ottica operativa in 142 comuni dell'Isola.