Si dice, con una buona dose di approssimazione, che non si dovrebbe mai intorbidare il lavoro con i sentimenti.
Il presupposto di questo truismo è che nel lavoro efficienza ed efficacia siano sufficienti a misurarne la bontà. Ci sono ambiti però in cui questo approccio non vale o serve ben poco a spiegare un lavoro ben fatto. Il lavoro scolastico è uno di questi. Parlo di lavoro scolastico e non di insegnamento a ragion veduta: anzitutto perché le scuole sono organismi complessi dentro cui si muove una pluralità di soggetti, e tra questi gli insegnanti; in secondo luogo perché insegnare è molto più che trasmettere saperi, costruire competenze, valutare performance. Le scuole sono sistemi di relazione sociale e culturale, ma anche luoghi fisici che, col passare del tempo, quando si è smesso di essere studenti, diventano luoghi dell'anima. E l'anima, si sa, possiamo illuderci che sia e rimanga incorruttibile. I luoghi fisici no. Si corrompono, tradiscono l'usura, si sbreccano come stoviglie usate male, scoloriscono, si crepano, iniziano a implodere su se stesse.
È quello che sta succedendo da anni al Liceo Classico (ma ora anche Liceo delle Scienze Umane e Liceo Linguistico) "F.Scaduto" di Bagheria, ma anche ad altre scuole della città. Il Liceo ".F.Scaduto" è però il mio luogo dell'anima. Da studente vi ho trascorso gli anni dell'adolescenza. Da dodici anni vi lavoro come insegnante. È stato ed è anche il luogo dell'anima dei miei due figli. È il luogo dell'anima di centinaia di concittadini, di diverse generazioni. È una delle istituzioni culturali più antiche e longeve della città. Ha prodotto cultura e immaginario. Talenti e professionisti di ogni sorta. Artisti e politici. E pure, da più di una settimana, gli studenti del Liceo Scaduto hanno simbolicamente occupato la loro scuola - il loro futuro luogo dell'anima - per urlare alla città e alle istituzioni competenti e responsabili di dar corso a quei provvedimenti, a quegli interventi, che rendano finalmente decorosa e "normale" la vita scolastica di tutti i giorni. E sicura, dal momento che - come acclarato - anche sotto il profilo della sicurezza gli edifici che ospitano il Liceo "F.Scaduto" presentano chiari accidenti che la gestione corrente, sebbene l'abnegazione messa in campo per dar corso a tutte le azioni dovute, non è riuscita a risolvere ( e non certo per difetto di volontà o impegno). Ci si lamenta spesso dello spaesamento dei giovani, del loro disimpegno (vero o presunto che sia), del destino di "bamboccioni" al quale molti di loro volentieri si consegnerebbero...ma questa volta i giovani ci stanno dando un segnale che non va sottovalutato. Molti docenti del Liceo hanno espresso, garbatamente, pubblicamente, la loro "comprensione" della buone ragioni di questa protesta, sebbene non ne possano condividere le modalità. E lo hanno fatto perché sanno che i giovani non vanno mai lasciati soli: soprattutto quando con il loro vitalismo, se pure ingenuo e anarcoide, smascherano il filisteismo, il qualunquismo, la pigrizia degli adulti.
La città e le sue istituzioni, intanto, sembrano rimanere mute e insensibili. E pure questo problema coinvolge mille studenti circa, i loro genitori (altre duemila persone circa, e non tutti bagheresi ma flavesi, casteldaccesi, ficarazzesi, milicioti, villabatesi etc), i docenti e il personale amministrativo (altre 150 persone circa). Come può non provocare nessuna reazione, nessun gesto di solidarietà, il disagio che coinvolge così tante persone? Facile immaginare un certo tipo di risposta"politicamente corretta": la competenza gestionale degli Istituti di istruzione secondaria superiore è provinciale. Ma nessuno, tanto più chi scrive, pensa che una istituzione possa o debba sostituirsi a un'altra. Il rispetto delle regole è garanzia per tutti. Quello che mi sento di chiedere è solidarietà: morale e concreta. La solidarietà morale di chi, ad esempio invoca il diritto allo studio come se quello alla salute potesse slittare in secondo piano (genitori, lasciate perdere le isteriche chat uozzapp e fate altro per essere utili alla causa...). La solidarietà concreta di chi potrebbe fornire al disagio particolare di questo frangente (l'inibizione dell'uso di parte dei bagni per motivi di inadeguatezza e obsolescenza dell'impianto idrico pongono anche un problema igienico-sanitario, per non parlare del sistema di riscaldamento...) surrogati d'accomodo: magari ciò che in prima istanza si elargisce ai terremotati, i bagni chimici e le stufe da campo (speriamo che le tende non diventino presto anch'esse un'esigenza...). E pure il silenzio continua a imperversare.
Nel frattempo in città cominciano ad avvertirsi i boatos relativi alle consultazioni elettorali comunali della primavera prossima. Tra poco ci toccherà essere sommersi da qualche mese di chiacchiera su programmi elettorali e discorsi più o meno miracolistici da parte di tutte le formazioni che si contenderanno il governo cittadino. Giusto e normale che sia così in democrazia. Come sarebbe stato giusto e normale attendersi una parola pubblica, di sostegno e di incoraggiamento, da parte dei tanti rappresentanti politici, tra cui alcuni bagheresi, che l'elettorato di questa circoscrizione ha mandato alla Camera e al Senato di Roma. Adesso che sono rappresentanti dell'intero territorio, dei suoi problemi e delle sue esigenze, io, forse ingenuamente una parolina di sostegno, in questa emergenza, un minimo di interessamento me lo sarei aspettato. Ma tant'è.
Spero che chiunque, fra pochi mesi, si ritroverà a governare questa città abbia una idea chiara e convincente riguardo alla cura per i giovani e per i loro luoghi di crescita e acculturazione; come riguardo al decoro e alla pulizia di ogni centimetro quadrato del nostro spazio vitale. E che lo si riempia di alberi, quello spazio - magari di alberi che dopo pochi anni non facciano esplodere marciapiedi, asfalto e tombini fognari. Emergenza culturale e ambientale sono tra i principali temi politici di adesso e dei prossimi anni. E tra quelli che più facilmente - se c'è chiarezza di idee, onestà di intenti, volontà politica - si possono affrontare in una prospettiva locale e glocale. Mi piacerebbe, tra pochi mesi, poter votare per un Sindaco/a che promettesse una città finalmente a misura di bambino e di giovane, a cominciare da tutte le scuole di ogni ordine e grado. Mi piacerebbe poter votare per un Sindaco/a che si impegnasse a piantare almeno un albero per ogni giorno del proprio mandato. Sarebbe il modo più concreto per lasciare, in soli cinque anni, un'impronta politica e culturale ben visibile. Mi piacerebbe ancor di più, però, che il Liceo "F.Scaduto" uscisse ben prima della prossima primavera dalla sua emergenza e tornasse, finalmente, a quella normalità che adesso sembra, un po' a tutti noi, un miraggio.
Maurizio Padovano
Insegnante di Lettere Liceo Classico F. Saduto di Bagheria. ndr