Lettera semiseria ad un venditore di cappelli - di Vittoria Casa

Lettera semiseria ad un venditore di cappelli - di Vittoria Casa

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Carissimo , prioritariamente vorrei approfittare di questa mia lettera, che volutamente rendo pubblica esattamente come la funzione che esercito, per precisare che la mission che da anni portiamo avanti non mi appartiene personalmente ma è il frutto di un lavoro di squadra che tento di svolgere al meglio e al quale dedico tutta la passione di cui dispongo.

Altalenante per un paio di minuti tra un “...non ti curar di loro ma guarda e passa...” di dantesca memoria e il motto orwelliano “...nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” è prevalsa imperiosa una terza via , quella di chi intende difendere prima i sogni che diventano idee poi le idee che diventano progetti e, mi auguro, anche i progetti che diventano realtà. Sono – forse è meglio dire siamo- gelosi della nostra visione di scuola su cui fondiamo la nostra vita professionale e il nostro lavoro.
Quando parliamo di Scuola non dimentichiamo mai che ci riferiamo ad un’ISTITUZIONE PUBBLICA con finalità educative e formative costituzionalmente garantite e non possiamo , per impegno istituzionale, condividere proposte avulse dal contesto in cui operiamo (vedi proposta di realizzare un parcheggio nella zona antistante l’edificio) e, men che mai, permettiamo a chicchessìa di strumentalizzare il lavoro e gli sforzi di tanti a beneficio di logiche da politicanti che non ci appartengono. Da semplice cittadina, consentimi la debolezza, ritengo fuorviante per la collettività qualunque comportamento che non tenga conto dei ruoli Per noi la Scuola è centro di coesione sociale, un luogo aperto al territorio ed al servizio della comunità locale, in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali, allargando il proprio orizzonte formativo ed operativo al contesto sociale, economico e territoriale.
Mostrare un efficientismo inusuale insospettisce per la tempistica e sa tanto di venditore di cappelli. Per fortuna eravamo in tanti ed in tanti potranno confermare che una proposta pensata, studiata, ragionata,. presentata alla IV Commissione consiliare venuta in visita il 16 marzo u.s, può indossare un solo cappello: quello della scuola che l’ha partorita. L’idea cioè di creare, nello spiazzale in cemento -utilizzando una tensostruttura rimovibile ( per superare eventuali vincoli dettati dalla Soprintendenza)- un centro polisportivo da destinare non solo ai ragazzi della scuola ma a tutti i ragazzi del territorio concorrendo a realizzare uno strumento molto efficace e già sperimentato in altri contesti sia per combattere la dispersione scolastica sia per promuovere lo sport e il benessere psico-fisico con il contributo delle associazioni sportive interessate, pretendiamo che sia della Scuola anche se, ovviamente auspichiamo, il coinvolgimento di tutti, Amministrazione civica in testa che ci ha già espresso la sua disponibilità . Ci piace immaginare che il risultato finale sia la summa degli sforzi di tutte le componenti che operano a servizio di un territorio e di una socialità che è stanca di cappelli senza la testa sotto.

Vittoria Casa