Nutraceutici e cibi funzionali: cosa sono e come agiscono - di Anna Aiello

Nutraceutici e cibi funzionali: cosa sono e come agiscono - di Anna Aiello

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Da anni ormai si sente parlare di nutraceutici e cibi funzionali. Ma cosa sono e come agiscono?

La ricerca in ambito chimico-farmaceutico ha focalizzato l’attenzione sull’identificazione di sostanze, biologicamente attive, prodotte dalle piante come metaboliti secondari. Le più note sono, senza dubbio, le vitamine e i sali minerali. Tuttavia, le piante producono anche altri metaboliti, da sempre usati come “rimedi” dalla medicina popolare, che oggi prendono il nome di nutraceutici e che sono stati oggetto di numerosi studi scientifici.
Il termine “nutraceutico” è una parola composta, o portmanteau, che deriva dalla combinazione delle parole “nutrizione” e “farmaceutico”, coniata nel 1989 da DeFelice per definire tutti quei composti bioattivi, di derivazione naturale, presenti in cibi, integratori dietetici e prodotti a base di erbe, aventi effetti benefici sulla salute. Generalmente le sostanze nutraceutiche esplicano funzione anti-ossidante e anti-infiammatoria, prevenendo gli effetti negativi delle reazioni ossidative e determinando una significativa riduzione dei rischi che conducono allo sviluppo di patologie cardio-vascolari. Inoltre, il loro costante consumo, inserito in una alimentazione sana e bilanciata, aiuta a migliorare le funzioni cognitive e a prevenire le principali patologie età-correlate.
La Dieta Mediterranea vanta un ampio spettro di cibi ad alta densità nutraceutica. Esempi di nutraceutici mediterranei sono sostanze quali polifenoli, terpenoidi, flavonoidi, steroli, acidi grassi insaturi, e altri ancora, presenti comunemente in frutta e verdura. Tutti i cibi che contengono tali sostanze possono essere considerati anche “cibi funzionali”. Sebbene non esista una definizione universalmente riconosciuta di “cibo funzionale”, il Functional Food Center, in Texas, li ha definiti cibi naturali o processati, contenenti composti biologicamente attivi, noti o sconosciuti, aventi documentati effetti benefici sulla salute atti a prevenire, gestire e trattare svariate patologie croniche. In particolare, lo studio degli alimenti funzionali è iniziato in Giappone negli ’80 per tentare di definire tutti quegli alimenti che, oltre alle loro proprietà nutrizionali di base, mostrassero una capacità, scientificamente dimostrata, di influire positivamente sulle funzioni fisiologiche, tanto da risultare rilevanti per la conservazione e/o per il miglioramento dello stato di salute. Il proverbio “una mela al giorno toglie il medico di torno” rende perfettamente l’idea di cibo funzionale: al fine di farne emergere gli effetti benefici, è necessario consumare quotidianamente alimenti che apportino i giusti nutrienti al nostro corpo e che migliorino la nostra aspettativa di vita.
Tra le varie sostanze nutraceutiche sopra citate, diversi studi epidemiologici hanno attribuito molti degli effetti benefici sulla salute alla presenza dei polifenoli, composti aventi principalmente attività anti-ossidante. Nelle piante, il ruolo dei polifenoli è quello di difenderle dagli attacchi dei patogeni o dagli stress indotti da agenti fisici e/o chimici. I flavonoidi, quali flavoni, antocianine, flavani, isoflavoni, sono polifenoli presenti principalmente nella frutta, nei vegetali e nei legumi. Nell’uomo essi agiscono proteggendo l’organismo da svariate patologie, soprattutto quelle che si sviluppano a carico del sistema cardio-vascolare. Le catechine e le procianidine, contenute principalmente nei semi e nella buccia dell’acino d’uva, rappresentano i principali costituenti benefici del vino rosso insieme al resveratrolo. La loro importanza è stata largamente dimostrata in letteratura, soprattutto per quel che riguarda la loro azione sulla riduzione delle placche aterosclerotiche, sull’incremento del colesterolo HDL (colesterolo “buono”) e sulla diminuzione di quello LDL (colesterolo “cattivo”). Tali sostanze naturali, se consumate sotto forma di cibi freschi o come estratti, presentano una maggiore concentrazione di composti bioattivi rispetto ai cibi processati, soprattutto grazie all’assenza dei fenomeni di deterioramento dovuti ai processi di trasformazione, e possono esplicare in maniera più efficiente la loro attività anti-ossidante. Ciò si verifica principalmente grazie alla riduzione dell’espressione di alcuni fattori implicati in processi infiammatori e, contestualmente, attraverso l’attivazione di specifiche proteine che contribuiscono alla riduzione della risposta cellulare allo stress.
Pertanto, è possibile inserire, nel novero degli alimenti funzionali, quei cibi che possiedono la capacità di prevenire una patologia ma che, non necessariamente, devono essere nutraceutici: frutta e vegetali ricchi di sostanze anti-ossidanti (broccoli, olive, fichi d’India, noci, legumi). Ma anche cibi derivati dalla lavorazione di vegetali o prodotti animali quali olio d’oliva (preferibilmente extra vergine), pasta arricchita di sostanze nutraceutiche o di fibre, yogurt, che contiene probiotici e prebiotici, indispensabili per mantenere una corretta funzionalità intestinale. Studi effettuati sulle popolazioni mediterranee, la cui dieta comprende diversi se non tutti questi cibi, hanno mostrato una bassa incidenza di alcune patologie croniche, soprattutto quelle su base infiammatoria, e una maggiore aspettativa di vita attiva.
Tra tutti i cibi considerati funzionali, quello ad oggi più studiato e che ha ricevuto maggiori consensi, è l’olio extravergine d’oliva. Esso rappresenta la principale fonte di grasso per i popoli del Mediterraneo e gioca un ruolo chiave nell’esplicamento dei principali effetti benefici della Dieta Mediterranea. L’olio extravergine d’oliva contiene più di 200 composti bioattivi (tra i quali citiamo: polifenoli, steroli, carotenoidi, esteri, alcoli, etc.) e la sua composizione dipende principalmente dall’area geografica di appartenenza, dall’acqua utilizzata per l’irrigazione, dalla maturazione, e dai processi di lavorazione che susseguono la raccolta. I principali acidi grassi contenuti nell’olio sono: un acido grasso monoinsaturo quale l’acido oleico, un acido grasso saturo quale l’acido palmitico, e un acido grasso polinsaturo quale l’acido linoleico. Varie evidenze dimostrano che l’assunzione quotidiana di olio extravergine d’oliva comporta una riduzione dei livelli di infiammazione indotti dalle LDL ossidate, e riduce i livelli della proteina C-reattiva e dell’interleuchina 6, marker di infiammazione. Al fine di ottenere tali livelli di protezione, la Comunità Europea raccomanda un’assunzione quotidiana di olio d’oliva pari, almeno, a circa 20 gr.
Nei Paesi occidentali si registra un notevole aumento dell’interesse dei consumatori per il rapporto tra alimentazione e salute. Invero, è un fatto ampiamente riconosciuto che oggi sia possibile ridurre il rischio di malattie e conservare la propria salute e il benessere con uno stile di vita sano, che include anche una dieta corretta. Le continue conferme dell’importanza di alimenti come frutta, verdura e cereali integrali nella prevenzione delle malattie e le più recenti ricerche sugli antiossidanti alimentari e sulle combinazioni di sostanze protettive presenti nelle piante, hanno favorito ulteriori sviluppi del mercato degli alimenti funzionali in Europa, ed hanno contribuito ad accrescere l’attenzione nei confronti di queste tematiche.

Dott.ssa Anna Aiello

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anna aielloLa Dott.ssa Anna Aiello è una biologa nutrizionista esperta in sistemi produttivi di alimenti funzionali ad elevato potere salutistico e nutraceutico. Conseguita la Laurea Magistrale in Biologia Molecolare presso l’Università di Parma, sta attualmente svolgendo un Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare e Biotecnologie presso l’Università di Palermo, e sta testando su soggetti volontari l’effetto di alimenti tipici del bacino Mediterraneo. La carriera accademica ha comportato la partecipazione a diversi progetti sperimentali e la redazione di elaborati scientifici, pubblicati su riviste internazionali. Riceve a Bagheria previo appuntamento. 

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