Megacentro commerciale a Bagheria: grande opportunità o grande bluff ?

Megacentro commerciale a Bagheria: grande opportunità o grande bluff ?

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 Patrizio Cinque la notizia l'aveva buttata là, nel corso di una intervista ad un periodico online, senza aggiungere nè prima nè dopo alcun dettaglio su questa megaoperazione finanziaria; ha parlato il sindaco di un investimento di 500 milioni di euro da parte di una azienda belga, con un 'ritorno' di centinaia di posti di lavoro per la nostra comunità e di svariati milioni nelle casse comunali sotto forma di oneri di costruzioni e varie.

Vi diciamo le cose che sappiamo noi di modo che possiate formarvi, in base alle notizie che ci sono, una vostra opinione, e cioè se siamo di fronte ad una grande opportunità per Bagheria e l'intero territorio, che può rimettere in moto un processo produttivo, o ad una  grande bufala, tipo la Gardaland di cui si parlò tanto nel 2001.

La notizia verificata è che, promotrice una agenzia immobiliare di Bagheria, si è svolto un incontro con alcuni dei proprietari dei terreni che insistono su un' area vasta decine di ettari che trovasi in contrada Cordova, un tempo famosa per gli ulivi, che oggettivamente si presta ad un uso commerciale e industriale, e per tanti motivi.

L' area si colloca tra la strada ferrata e la provinciale S.P 87 che collega dall'interno Bagheria e Ficarazzi ('a strata i l'armuzzi santi'), quindi nei fatti vicinissima all'autostrada, alla ferrovia e alla S.S. 113: si tratta di terreni agricoli un tempo fiorenti e produttivi oggi abbandonati, con qualche rara casupola di campagna.

Oggettivamente ci sono tutte le condizioni per un riconversione produttiva dell'area, visto che la zappa in mano non la vuole riprendere più nessuno.

Ai proprietari della zona è stata sottoposta una PROPOSTA   IRREVOCABILE    ovvero  UN  CONTRATTO  PRELIMINARE  UNILATERALE   che contiene una serie di patti e condizioni che i sottoscrittori andranno a firmare UNILATERALMENTE.

 

altSul documento cioè figurerà solo la firma dei promittenti venditori, ma nessuna traccia della società belga CITY  MALL Development SA, Boulevard Du Souveran, 360 Vorstlaan, BRUXELLES 1160, BELGIQUE.  Iscritta alla BCE al N° BE 0827.745.243, che, da una ricerca su Internet, risulta essere un gruppo belga specialista nel settore immobiliare commerciale, che si è fatta conoscere come soggetto realizzatore  di alcuni famosi centri commerciali, quale il K in Kortijk (nella foto), che con 6 milioni di visitatori l'anno è il più grande polo di attrazione commerciale in Belgio.

Il prezzo che pagherà la società ai promittenti venditori è di euro 44,00/mq, circa 60.000 euro per  tumolo, che da noi corrisponde a 1340 mq; un prezzo che è due o tre volte superiore all'attuale prezzo di mercato; una cifra particolarmente conveniente per gi eventuali venditori.

La proposta è valida, con una eventuale opzione di proroga per un  anno da parte del Promissario acquirente, sino al 15.02.2018, per i prossimi tre anni dunque.

Dal dolce ora però si passa all'amaro. Ci sono delle 'Condizioni sospensive' che, qualora anche solo una di esse non dovesse verificarsi, libererebbe la City Mall, dall'obbligo dell'acquisto dei terreni.

E vediamole allora queste condizioni sospensive:

1) Approvazione del progetto da parte delle competenti autorità

2) Rilascio di tutte le autorizzazioni amministrative, edilizie, urbanistiche (incluse le varianti di piano) necessarie per la realizzazione del progetto e la realizzazione dell'attività da svolgere nei fabbricati ivi previsti

3) Sottoscrizione di una apposita convenzione tra le autorità competenti e il Promissario acquirente (Citi Mall) che preveda, tra l'altro, la costruzione e la realizzazione di uno svincolo autostradale sulla autostrada A 19 Palermo-Catania che consenta il collegamento e l'accesso diretto al progetto commerciale.

In poche parole se anche una sola di queste condizioni non si verifica, i promissari venditori hanno tenuto per tre anni nel cassetto un inutile pezzo di carta.

Ovviamente nel documento di una mezza dozzina di pagine, si specifica che essendo le condizioni sospensive ad esclusiva garanzia del Promissario acquirente, quest'ultimo potrebbe anche rinunciare al verificarsi di una o più delle condizioni sospensive.

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Queste aree ( foto accanto), qualcuno forse lo ricorderà, circa 15 anni fa furono al centro di un progetto di un megaparco giochi, una sorta di nuova Gardaland, nel quale si arrivò ad ipotizzare, da parte di un Consorzio di comuni,  un investimento di 100 miliardi di allora, arrivando a prevedere circa 1.000. 000 di presenze l'anno con una cinquantina di miliardi di ricavi.

Non se ne fece nulla naturalmente perchè l 'obiettivo dei proponenti era di arraffare incarichi di progettazione, sensalerie nella vendita dei terreni e quant'altro, da fare felici politici e mafiosi per un quarto di secolo; il progetto finì in una bolla di sapone.

Adesso si riconìmincia con l'investitore privato belga ed il Megacentro commerciale.

Noi ci permettiamo di dare un suggerimento al sindaco Patrizio Cinque e agli amministratori tutti: pensare che Bagheria da sola, possa essere in grado di coordinare una iniziativa del genere in questo clima politico, comunale e regionale, e con questa macchina amministrativa è follia allo stato puro.

Si pensi solo alla complessità dell'organizzazione di una conferenza di servizi che sappia mettere utilmente attorno allo stesso tavolo Comune, Provincia (?), Regione, Società Autostrade, Anas, Sovrintendenza, Ufficio Tecnico comunale e tanti altri soggetti ancora. Progetti di questa portata presupppongono ben altre fondamenta rispetto a quelle fragili, inefficienti e confusionari che caraterizzano le nostre pubbliche amministrazioni.

In ogni caso però se si ritiene che il soggetto investitore abbia credenziali di credibilità, allora si apra preliminarmente una informazione ed una discussione con i cittadini, e si trovino, se lo si vuole, i modi, le persone e le strade giuste, quantomeno per provarci, e per non perdere questa opportunità.

Se la città si convincerà che le ricadute del potenziale investimento potranno essere positive per Bagheria, allora si vada avanti, seriamente però.

Ma lanciare il ballon d'essai nella speranza di sfruttare l'effetto propaganda dell'annuncio, lasciando che le cose facciano il loro corso esiterà nei soliti fallimenti cui Bagheria decennio dopo decennio  si è abituata e che hanno avuto all'inizio nomi diversi; si chiamò turismo d'elite alla fine degli anni '50 (Club Mediterranèe);  industria dell'auto, l'Autobianchi nei primi anni  '60 stava sbarcando a Bagheria per realizzare uno stabilimento in corso Baldassare Scaduto, ma quando vide coloro che si proposero come sensali per reperire i terreni necessari, cambiarono subito idea; un sogno prima e un incubo poi che si chiamarono Idos e Sacos;  ed un sogno (o un imbroglio)  che 15 anni fa si chiamò Gardaland.

L'esperienza dovrebbe servirci a qualcosa.

Angelo  Gargano