Luigi Pintacuda, architetto bagherese, ottiene un importante riconoscimento a Bucarest

Luigi Pintacuda, architetto bagherese, ottiene un importante riconoscimento a Bucarest

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Luigi Pintacuda, architetto e dottore di ricerca bagherese, si è aggiudicato il primo premio al concorso per saggi critici della “East Centric Triennale” che si tiene a Bucarest durante il mese di ottobre 2013. 

Il concorso prevedeva la stesura di un saggio che avesse come tema il fenomeno architettonico contemporaneo dei paesi dell’est e del centro Europa.

In particolare il saggio vincente di Luigi Pintacuda che si intitola “Bucharest, waiting city” (Bucarest, città in attesa),  affronta il problema dell’interpretazione della complessa fenomenologia della capitale rumena comprendendone i caratteri distintivi e trasformando quelli che apparentemente sono punti di debolezza in punti di forza.

La giuria internazionale era presieduta da Juhani Pallasmaa, architetto, docente e critico finlandese di chiara fama.

Continuiamo con orgoglio e un pizzico di emozione a pensare che la vera ricchezza di questa città, risieda in tanti dei propri figli, di quelli che sono andati via a percorrere le strade del mondo a quelli che qui rimasti si ostinano a pensare che una Bagheria diversa sia possibile.

Veramente tanti i bagheresi che si affermano nel mondo nei campi più svariati, dalla fotografia al cinema dalla pittura all'archittetura dalle imprese al design al mondo degli affari 

Luigi Pintacuda non è  rara avis ma uno delle centinaia o forse migliaia di nostri concittadini che puntando  sulle propri capacità e sulla tenacia sono riuscito ad affermarsi anche fuori dìItalia.

Luigi Pintacuda, laurea in architettura a Palermo, ha conseguito il dottorato di ricerca allo  IUAL di Venezia;  in atto svolge attività professionale a Palermo con altri colleghi;  la chitarra è il suo passatempo preferito.

Abstract del saggio di Luigi Pintacuda

Ciò che caratterizza la fenomenologia di Bucarest è che, negli anni, ogni intervento di modernizzazione della città non è mai stato portato a compimento dando vita ad un tessuto urbano fatto di frammenti.
La comprensione di questa sua natura frammentata, delle tracce e delle fratture, l’accettazione delle sue cicatrici dovranno essere alla base della elaborazione dei progetti per la città.

Da queste considerazioni deriva una nuova analisi della città: una città di due milioni di abitanti che non ha bisogno di un progetto a scala urbana (poiché tutti i progetti a questa scala hanno fallito) ma che, partendo dallo studio di tutti gli spazi interstiziali di proprietà pubblica, dovrà individuare una propria strategia.

Una strategia a grande scala che si rifletterà su ogni intervento alla scala dell’architettura. Una città composta da frammenti non intesi come elementi di scarto, ma come luoghi del progetto: “spazi in attesa” (waiting spaces) luoghi di una possibile prosecuzione del processo di genesi di questa città più volte incompiuta.

nella foto di copertina Luigi Pintacuda con Juhani Pallasmaa