Torniamo a fare dell'Eleuterio un fiume libero dall'inquinamento e dal degrado - di Angelo Gargano

Torniamo a fare dell'Eleuterio un fiume libero dall'inquinamento e dal degrado - di Angelo Gargano

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Eleuteros, in greco vuol dire libero, e così lo chiamarono questo fiume, un tempo navigabile, i primi abitanti del luogo: in questo periodo invece il fiume Eleuterio diventa sinonimo di fogna.            .

Come ogni anno in questo periodo frantoi, trappeti e cantine con nomi anche altisonanti ( due anni fa fu accertato che era stata la Vini Corvo a sversare abusivamente in mare residui di lavorazione del mosto e acque di lavaggio dei silos e delle cisterne) si esercitano a gettare nell'Eleuterio (e nel mare) di tutto e di più rendendolo nero come la pece.

altDa più parti, dal presidente della circoscrizione Atanasio Matera, ad associazioni ambientaliste, ad esponenti di partito a singoli cittadini che protestano sui social network, si alzano le proteste per le condizioni in cui viene ridotto al tempo di raccolta delle olive questo fiume: potrà sembrare paradossale, ma sino a qualche anno fa i controlli erano più stringenti ed efficaci, ed i frantoi dovettero attrezzarsi e mettersi in regola (anche perchè rischiavano la chiusura) con le norme che regolano il trattamento delle acque di lavaggio e i residui della molitura delle olive, la sansa cosiddetta.

Da qualche anno gli argini sembrano saltati, i controlli sono diventati radi e inefficaci, e si è ripreso a imbrattare, inquinare e sostanzialmente distruggere.

Si raccolga l'appello della gente e delle autorità: si facciano controlli efficaci e tempestivi e si impedisca ai responsabili di proseguire nel danno che stanno arrecando, e cioè, distruggere quello che è un patrimonio naturalistico ma anche storico di cui non ci rendiamo neanche conto; un percorso attraverso il suo corso, un tempo progettato, ci farebbe riscoprire  secoli di storia e di cultura.

Ed è Aspra come sempre a pagare il prezzo più alto perchè ha la grande ricchezza del mare.

Aspra pagava quando gli oleifici Eros, che sorgevano in pieno centro estraevano oli dalla sansa, che poi 'esausta' veniva reimpiegata come combustibile, ed i cui fumi ammorbavano l'aria; Aspra pagava per l'inquinamento prodotto dalle aziende di salato, un tempo a conduzione artigianale, tirate sù in quattro e quattr'otto, senza impianti di depurazione; Aspra paga per l'Ostreopsis ovata la cui formazione viene stimolata dai residui di nitrati e di metalli inquinanti che circolano, per la particolare direzione delle correnti, nel golfo di Palermo; Aspra paga con un depuratore inadeguato e malfunzionante che non regge l'urto della immissione massiccia nelle condotte  di materiali indigeribili dalle sotanze utilizzate per le tecniche di depurazione.

Solo di recente dopo cinquanta anni di inutili promesse Aspra è stata dotata di una piccola diga frangifluttia protezione delle sue barche.

altAspra nata sostanzialmente con il taglio del 'rettifilo' nel 1911 oltre cento anni fa da un progetto visionario di un gruppo di giovani e dalla concretezza di un sindaco, Baldassare Scaduto, che vollero affermare così 'la marittimità di Bagheria', e che sognarono la nuova Mondello e un porto per i traffici di una Bagheria operosa, oggi si ritrova a fare i conti con i problemi che nessuna politica e nessuna amministrazione ha mai dimostrato di voler prendere sul serio.

 

Angelo Gargano