Attualità

L’amministrazione comunale rivolge un avviso a tutte le associazioni di volontariato del territorio comunale al fine di stipulare convenzioni e/o protocolli di intesa con il Comune per la realizzazione di progetti e servizi utili al territorio.

Ogni associazione dovrà presentare una scheda progettuale in cui è indicato il progetto/servizio/attività che intende svolgere, l’eventuale finanziamento di cui necessità, il contributo indiretto (logistica, sedi, ecc) che intendono chiedere all’amministrazione comunale quale corrispettivo.

Tra le attività cui l’amministrazione è interessata a ricevere proposte i temi spaziano dalla materia ambientale, alla sicurezza urbana, alla protezione civile, ai temi animalisti e zoofili.

In sostanza le associazioni interessate nella scheda progetto illustreranno l’attività che sono interessati a svolgere, esempio “pulizia delle aiuole” “cura dei randagi” ed in che modo e con quali risorse intendano farlo.

In questo momento si tratta di una fase di indagine e conoscitiva, maggiori dettagli verranno forniti prossimamente, dopo aver valutato tutte le corrette procedure per attivare queste forme di collaborazione con il mondo delle associazioni di volontariato.

I progetti possono essere presentati, a mano, o inviati, al protocollo dell’Ente, corso Umberto I, n. 165 ed indirizzati al Sindaco di Bagheria. Sulla busta occorrerà indicare la seguente dicitura: Progetto attività associazione di volontariato”. 

Ufficio Stampa del comune di Bagheria

nella foto Villa S.Marina in via Cicerone (alle spalle del Pronto Soccorso)

Continua il presidio dei contrattisti, che alternandosi a turni durante l'intera giornata, continuano a manifestare con la loro presenza la protesta davanti alla sede del comune di Bagheria  in corso Umberto, anche se oggi parecchi di loro  avevano dato forfait per problemi di salute.

Passano i giorni, la preoccupazione cresce ed il silenzio dell'amministrazione, (oggi, sindaco, assessore, caposettore e segretario in mattinata erano tutti a Palermo), aumenta lo stato di tensione e il diffondersi di notizie che allarmano.

L'amministrazione, almeno così  hanno sostenuto e continuano a sostenere il sindaco e l'assessore Laura Maggiore, ha ribadito  di volere percorrere la strada della proroga (dopo però la pubblicazione della legge sulla Gazzetta regionale cosa che avverrà venerdì), ma nel contempo ha però già avviato il conferimento di almeno un  incarico, visto il vuoto lasciato da alcune figure professionali vitali per l'amministrazione.

E' il caso dell'affidamento di incarico legale all'avv. Vittorio Fiasconaro  di rappresentare il comune di Bagheria in giudizio in una serie di procedimenti giudiziari in cui il comune è coinvolto, proprio perchè il responsabile dell'ufficio legale, Angela Rizzo, è una contrattista;  c'è dunque il timore che quanto accade per l'incarico ad un legale potrebbe accadere anche per altre figure professionali, in considerazione del fatto che, come è stato ripetuto in questi giorni, parecchi dei 'contrattisti' occupavano ruoli specialistici per i quali occorrono specifici titoli di studio oltre che una  professionalità ormai acquisita da quanti hanno svolto sinora quelle funzioni.

L'atto ufficiale di incarico all'avvocato Vittorio Fiasconaro non è stato ancora reso noto, ma occorrerà vedere a quale riferimento normativo il comune di Bagheria, che è in dissesto, intenderà appellarsi per potere giustificare l'onere economico della consulenza

Al di là del giudizio sul valore della persona e del professionista che sono fuori discussione, (l'avv. Vittorio Fiasconaro, sindaco Pino Fricano, svolse già per il comune di Bagheria e per un lungo periodo l'incarico di consulente per le problematiche di natura legale), si tenta di leggere se questo di affidare consulenze esterne da parte  dell'amministrazione diventerà la regola o si tratta di una eccezione motivata dall'urgenza della obbligatorietà della presenza di un legale in una udienza in un contenzioso che vede il comune coinvolto. 

La Ser.Eco riceverà nel proprio impianto di Santa Flavia i rifiuti di carta e cartone, per il loro recupero, provenienti dalla raccolta differenziata effettuata in 16 Comuni, un comprensorio che interessa una popolazione di circa 100.000 abitanti (Termini Imerese, Cefalù, Castelbuono, Trabia, Campofelice di Roccella, etc...)

La Ser.Eco auspica che anche nel nostro comprensorio possa essere attivata la raccolta differenziata così da incrementare la propria attività ed implementare l'organico con nuovi posti di lavoro.

La Ser.Eco annuncia inoltre una partnership con la Asinco S.r.l., azienda con una forte vocazione “green”, per la realizzazione di un evento che sensibilizzi l'opinione pubblica sul tema della prevenzione della formazione dei rifiuti ed in particolar modo sul riutilizzo.

oasiecologica sereco bagheriaL'appuntamento è per fine mese presso l'oasi ecologica di Santa Flavia. L'intento della manifestazione, per le due aziende, è quello di promuovere la cultura del riutilizzo, basata su principi di tutela ambientale e di solidarietà sociale.

Protagonista dell'evento sarà quindi il riuso, con gli spazi dell'oasi aperti ai cittadini. Nell'evento si alterneranno musicisti che suoneranno degli strumenti musicali realizzati con materiali di recupero e artisti del riuso creativo che esporranno le loro opere.

Un'occasione di crescita culturale per la comunità. Uno spunto di riflessione sul tema del recupero delle risorse per creare arte, occupazione e nuovi modelli di vita.

 

Egregio Sig. Sindaco, sono un ex contrattista come sono stato definito in una nota notificatami dal Suo Ente e di cui dirò  dopo. Ammetto che prima di scrivere queste considerazioni sono stato molto combattuto. So bene che questo gesto potrebbe essere strumentalizzato e forse utilizzato per fini diversi da quelli che mi hanno spinto a mettere per iscritto queste mie considerazioni. 

Dal 5 Gennaio 2015, giorno in cui mi è stato notificato il provvedimento che mi imponeva di  riconsegnare il mio badge usato per timbrare, non sono, per Lei, più un contrattista e quindi un
dipendente dell’Ente che Lei amministra.

Non sto qui a rilevare la “freddezza” dei termini contenuti in quella nota ne la mancanza di stile: i “suoi” funzionari, “suoi” nel senso che sono pagati dal suo Ente, non si sono presi neanche la briga di salvare la forma, una nota impersonale indirizzata genericamente a degli “ex contrattisti”, priva dei nostri nomi e cognomi, omessi sicuramente per guadagnare tempo, visto l’urgenza della nota ma che ben riassumono l’atteggiamento della Sua Amministrazione nei confronti del personale.

Le scrivo, inoltre, solo ora, che non sono più un dipendente comunale e quindi non legato a quella  sorta di rispetto verso il “Regolamento degli uffici e dei servizi” che, come per gli arbitri di calcio, ci vieta di rilasciare interviste o commentare se un atto o meno dell’Ente a cui apparteniamo sia o  meno condivisibile.

In una città come Bagheria, dove vivo da quasi 50 anni, che ha il grosso difetto, a parer mio, di  avere poca memoria storica, una sua frase pronunciata il 30.11.2014 davanti a tanti testimoni, in
quell’aula consiliare, diventata in queste ultime ore motivo di tanto dibattito, mi ha fatto molto riflettere e mi continua a rimbombare nella mente.

Mi riferisco a quando Lei, in risposta ad un mio  ex collega dipendente che, forse, andando sopra le righe si era rivolto a Lei con toni accesi, con  espressione altrettanto accesa, lo apostrofò dicendogli testualmente: “Si ricordi che io sono il suo Sindaco!”.

Non so se lo ricorda ancora, io per quel poco che la conosco, credo di si. Parto da questo  mio convincimento per esporre a Lei, “mio Sindaco” quale lo ritengo, le seguenti considerazioni.
Ho ancora ben presente il ricordo di quel corteo di gente festosa e con tante bandiere che riempiva, il giorno della sua elezione, il Corso Umberto.

Lei, il “mio Sindaco”, democraticamente eletto, a capo di quel corteo, entrava sorridente, a prendere possesso del Comune, come commentava qualche suo elettore e molti dei suoi attivisti, assunto in  quel contesto al ruolo di “Nuova Bastiglia”, regno del malaffare e di ladri e briganti compreso i  dipendenti, figli e nipoti della peggiore politica che fino ad allora aveva governato la nostra città.
Ben poche altre volte da allora ho visto il “mio Sindaco” a capo di altri cortei festosi; all’ultimo  corteo dove l’ho intravisto, la processione dell’Immacolata, Lei aveva perso tutta la gioiosità dei
mesi precedenti, forse conscio del peso di quella fascia tricolore che indossava.

Mi conceda un piccolo inciso: mi ha accusato insieme a tanti miei ex colleghi, per poi  spudoratamente negare, nonostante la presenza di molti testimoni e persino di video, di avere dei
padrini” poco raccomandabili e che addirittura a loro dovevamo rivolgerci se avessimo voluto  salvare il nostro posto di lavoro. Le posso assicurare, smentisca con i fatti se vuole, che i miei unici padrini sono stati Cosimo Raccuglia e Vincenza Vella, miei nonni e “padrini” di battesimo, che quasi sicuramente Lei non ha conosciuto e sulla cui rispettabilità non Le permetto di nutrire alcun  dubbio.

È un peccato che il “mio Sindaco” faccia degli scivoloni di così cattivo gusto!
So le difficoltà che Lei si è trovato ad affrontare all’interno della macchina amministrativa ma dal “mio Sindaco” mi sarei aspettato quanto meno che conoscesse prima parlare: non si fa di tutta l’erba  un fascio!
Il “mio Sindaco” non può permettersi di rivolgersi l’altra sera ad una mia ex collega contrattista dicendole: “… ma io non so nemmeno chi è lei ne tanto meno so che lavoro fa.” Sono affermazioni  sempre fatte in pubblico e davanti a testimoni ma non per questo tollerabili. Credo che queste affermazioni le avrebbe rivolte a molti di noi. Si mio caro Sindaco, Lei non sa nemmeno dove  lavoriamo ne cosa facciamo e come Lei non lo sanno molti dei componenti della Sua Giunta per  non parlare dei consiglieri della sua maggioranza che sin dal primo giorno che sono entrati nella  casa comunale ci hanno additati come mele marce o peggio ancora come piante velenose da
estirpare.  

Di affermazioni come “… la causa del dissesto siete anche voi dipendenti…” ne abbiamo sentite a  decine durante questi mesi.
Per ben due volte nel giro di poco più di un mese, egregio signor Sindaco, Le abbiamo dato la  possibilità di mettere in pratica quell’espressione che ha rivolto al mio ex collega: essere il “mio
Sindaco”!!!
Entrambe le volte Lei le ha miseramente fallite, anzi ha fatto l’esatto contrario, un errore  imperdonabile per uno come Lei e per il movimento che rappresenta, che ha fatto e fa della  comunicazione un cavallo di battaglia.
Avrei voluto che il “mio Sindaco”, fascia tricolore al collo, fosse sceso in piazza con me a  protestare, a manifestare tutto il suo disappunto anche davanti la Regione Siciliana come hanno
fatto altri 28 Sindaci di tutta la Sicilia per difendere il posto di lavoro di tanti precari come me. Che  mortificazione non vedere il “mio Sindaco”…

Lei sa bene come la penso su tutta la nostra vicenda, ne abbiamo parlato fino a poche sere fa  assieme al suo, e fino a poco tempo fa anche mio, assessore al personale. Tralascio quanto
affermato dall’Assessore Maggiore in merito all’utilizzo dell’aula consiliare e men che meno voglio  giudicare la sensibilità o meno mostrata dal Presidente del Consiglio, le loro parole si commentano  da sole, ma mi dispiace, e tanto, il silenzio assordante del “mio Sindaco”. Nemmeno una parola!!!

Avrei apprezzato che il “mio Sindaco” fosse venuto a incatenarsi con me in piazza, che non si fosse  trincerato dietro sterili comunicati arroccandosi nella torre d’avorio di Palazzo Butera.
Avrei voluto sentire il “mio Sindaco” al mio fianco non per fare atti illegittimi ma per trovare una  soluzione praticabile qualora ci fosse.
Caro Patrizio, permettimi il tu, sei ancora in tempo per rimediare, solo allora sarai veramente il  “MIO SINDACO”!

Affettuosamente, Cosimo Raccuglia.  

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