Sostanzialmente confermate le condanne ai 3 bagheresi imputati nel processo 'Perseo'

Sostanzialmente confermate le condanne ai 3 bagheresi imputati nel processo 'Perseo'

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Regge in appello l'impianto accusatorio alla base del processo Perseo, che vede a processo coloro i quali rappresentavano al tempo degli arresti, alla fine del 2009, i vertici provinciali di cosa nostra.

Complessivamente il secondo grado commina ai 22 condannati sui 26 imputati complessivamente 150 anni di carcere, 2 i verdetti di non luogo a procedere e 2 le assoluzioni.

Giuseppe Scaduto, bagherese considerato reggente della famiglia mafiosa di Bagheria, che secondo l'accusa aveva cercato insieme agli altri esponenti provinciali di ricostituire la commissione provinciale di cosa nostra, ottiene un lieve abbassamento di pena passando da una condanna 12 anni e 6 mesi ad una a 10 anni, (19 anni ne aveva chiesti il P.M. in primo grado). 

Per Gioacchino Mineo detto Gino, che in primo grado era stato condannato a scontare una pena di dieci anni, nel processo d'appello riceve una condanna a 9 anni e 6 mesi di reclusione.

L'altro bagherese a processo è il pentito Onofrio Prestigiacomo, a cui però la Corte non ha riconosciuto le attenuanti previste per i collaboratori di giustizia, e che, condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi, in appello ha subito la condanna a  5 anni e 8 mesi di carcere.