Emergono risvolti e storie singolari nella voluminosa ordinanza dei ventotto ordini di custodi cautelare (sei notificati in carcere): una di queste riguarda la vicenda, che emerge dalle intercettazioni, di un bar appena inaugurato da un giovane a Casteldaccia.
I mafiosi avrebbero richiesto di sistemare nel locale delle slot machines, sistema che pare sia una delle forme per incassare il pizzo.
Ma si intromise Nicolò Milano di Porta Nuova, che dietro le sollecitazioni ricevute da un prete, convince Antonino Zarcone, presunto capo della famiglia di Bagheria ad esonerare il giovane titolare bar da questa imposizione, con la curiosa motivazione che "quello è un ragzzo di chiesa, e la chiesa non gli permette a lui di avere le macchinette, quindi lui le sta staccando. Diglielo che lo lasciano andare...."
Gli inquirenti sono però dubbiosi sulle vere motivazioni che avrebbero spinto Nicolò Milano a chiedere l'esenzione del pizzo per il barista "amico del prete".
Ed a Casteldaccia un bar ottiene lo "sconto" del pizzo perchè il titolare sarebbe amico di un prete
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