Il centro antiracket e antiusura comunale ha seguito, con l’ interesse proprio del suo ruolo di presidio democratico della legalità, le mediatiche fasi in cui è emerso pubblicamente il voto unanime del consiglio comunale bagherese per intitolazione dello stadio a Pasquale Alfano.
L’ufficio ha sempre considerato infondato che l’iter amministrativo necessario alla intitolazione fosse portato a termine. Inoltre, sarebbe bastato corredare la proposta di una brochure informativa sulla persona scelta dai firmatari della mozione, per informare e rendere coscienti tutti i consiglieri del voto che avrebbero espresso.
Una buona, concreta ragione supera il messaggio negativo di questi giorni e taglia la testa al toro: la giunta e lo stesso consiglio comunale hanno dato il pieno appoggio alla riapertura del Centro antiracket e lo hanno fornito di tutti gli strumenti operativi necessari per dialogare con la cittadinanza bagherese, al fine di intraprendere e difendere i percorsi della legalità, della lotta alla mafia.
Uno sportello che informi i cittadini che nelle loro scelte,economiche, sociali, culturali, politiche, le istituzioni, in primo luogo quelle comunali, hanno fatto il giro di boa della trasparenza e della giustizia sociale in ogni ambito della vita pubblica bagherese.
Certo l’indirizzo dell’assemblea consiliare che si è espressa sulla intitolazione in questione, lascia presagire che i nostri eletti, come gli elettori, necessitino di una formazione culturale ad ampio raggio, fondata su una conoscenza storica dei fenomeni mafiosi e dei loro “epigoni” che hanno reso precario il senso dello Stato fra i cittadini bagheresi.
Il centro Antiracket, per questo motivo, ha già iniziato un percorso formativo fra gli istituti scolastici cittadini , prevedendo una disamina storicizzata e contemporanea dei clan mafiosi che hanno condizionato la vita politico-economica bagherese.
Come per ogni operazione culturale i risultati non saranno immediati, ma duraturi e forti nelle coscienze civiche dei futuri cittadini bagheresi.
Intanto, valutiamo positivamente e appoggiamo la proposta dell’associazione antiracket del comprensorio di intitolare lo stadio a Ninni Cassarà, pur vagliando con il primo cittadino e la giunta l’eventualità di indicare un’altra eminente personalità che si è distinta nella lotta alla mafia, fino al sacrificio della sua stessa vita.