L’Università di Palermo promuove un osservatorio nazionale permanente formato da alcuni Atenei italiani e da Confindustria Sicilia per vigilare sulla diffusione dei fenomeni del racket e dell’usura.
E’ uno dei progetti comuni avviati tra l’Ateneo palermitano e l’associazione degli industriali siciliani, che oggi allo Steri hanno siglato un protocollo d’intesa per intensificare un’alleanza strategica per lo sviluppo del territorio.
Il rettore Roberto Lagalla e il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, hanno illustrato i punti fondamentali dell’accordo: oltre alle iniziative nel campo della legalità, la possibilità di rendere le industrie sede di stage formativi per gli studenti, di creare una progettualità comune per l’innovazione e il trasferimento tecnologico, di portare l’Università nelle imprese per la gestione dei percorsi formativi dei dipendenti.
“Stiamo avviando, in collaborazione con altre Università d’Italia, con la Regione e con la Commissione regionale antimafia, una nuova struttura permanente – afferma il rettore Lagalla - che possa contribuire all’affermazione e alla diffusione della cultura della legalità e della lotta all’estorsioni e all’usura. L’Università di Palermo ha già iniziato un cammino in questa direzione, introducendo l’esenzione dalle tasse per i figli di persone che hanno denunciato di essere stati vittime del racket”.
Alla base dell’accordo c’è una visione comune delle necessità e delle potenzialità del territorio. “L’Università di Palermo – dice Lo Bello - ha una indubbia qualità di ricerca e un nuovo modo di concepire il suo ruolo che apprezziamo profondamente. Il rapporto tra Università e impresa è strategico, come abbiamo riscontrato con il progetto Nord-Sud di Confindustria nazionale, che prevede l’incontro tra imprese settentrionali e meridionali sulla ricerca con partner universitari. Solo attraverso una crescita tecnologica delle aziende possiamo rendere competitivo il sistema industriale siciliano anche a livello internazionale. E’ importante valorizzare le eccellenze, concentrare le risorse e puntare su alcuni settori chiave in cui la Sicilia è più competitiva”.
15-12-08 L'Università di Palermo capofila contro il racket
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