Appalto truccato da 55 milioni al Policlinico di Catania, ai domiciliari un imprenditore di Bagheria

Appalto truccato da 55 milioni al Policlinico di Catania, ai domiciliari un imprenditore di Bagheria

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Il bando da 55 milioni di euro del 18 luglio scorso per l'approvvigionamento triennale di dispositivi medici e fornitura ai reparti di Urologia degli ospedali della Sicilia orientale era stato costruito non in base alle esigenze da soddisfare, ma agli interessi delle aziende "amiche" da favorire. E' quanto ha scoperto la guardia di finanza, che ha arrestato Giuseppe Morgia, 60 anni, primario di Urologia del Policlinico di Catania e il responsabile commerciale della "C.Bua srl", Massimiliano Tirri, 51 anni, attivo all'ingrosso di prodotti medicinali e ortopedici, con sede a Bagheria, rivenditore esclusivo in Sicilia, tra gli altri, dei prodotti della "Karl Storz Endoscopia italia srl" e della "Erbe Italia srl". A entrambi sono stati concessi i domiciliari.

Disposta la sospensione per un anno dal servizio di medico pubblico e dall'attività degli agenti di commercio Tommaso Massimo Castelli, 40 anni, dirigente medico dell'equipe di Morgia, e Antonino Di Marco, 57 anni, della "C.Bua srl"; Maurizio Francesco La Gattolla, 58 anni, della "Boston Scientific spa", con sede a Milano, attiva nel commercio all'ingrosso di articoli mediacali e Domenico Tramontana di 36 anni rappresentante della "Omega Pharma" srl. Per altri indagati il gip si è riservato di decidere la loro posizione dopo l'interrogatorio. Le accuse vanno dalla turbata libertà degli incanti alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, istigazione alla corruzione, dala concussione al riciclaggio. L'appalto che stava per essere assegnato è stato bloccato dall'inchiesta.

Operazione Calepino le intercettazioni - (Pdf)
L'indagine è stata denominata "Calepino", con riferimento al file sul quale erano annotate le spese personali del medico finanziate dalle aziende private coinvolte

Un bando "sartoriale"
Le indagini hanno permesso di accertare che Morgia "pur non avendo alcun incarico formale, gestiva di fatto la gara in questione, determinando le decisioni della commissione tecnica chiamata a formulare il suo parere su capitolati già preventivamente confezionati 'su misura' affinché l’assegnazione dei lotti più significativi avvenisse a favore delle società commerciali disposte ad assecondare le richieste di utilità avanzate dallo stesso Morgia". L’appalto già nella delicata fase iniziale della predisposizione del disciplinare di gara e del capitolato tecnico "veniva viziato da Morgia il quale ricevuti, da un lato, i fabbisogni delle altre aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie, le caratteristiche tecniche dei prodotti forniti dalle imprese private da avvantaggiare, si occupava personalmente della redazione dei documenti di gara e della composizione dei lotti influendo in maniera decisiva nella scelta dei dispositivi medici da acquistare così impedendo che l’appalto potesse, nei fatti, svolgersi liberamente".

Morgia faceva poi in modo che, accanto a un prodotto principale da acquistare, ci fosse anche "la fornitura anche di materiali non strettamente collegati al macchinario principale e commercializzati in Sicilia dalla sola azienda palermitana “C.Bua srl".

"Comando io"
La guardia di finanza sottolinea che "in più frangenti, Morgia si vantava con i suoi interlocutori - sia colleghi medici anche partecipanti alla commissione di gara sia agenti delle società che commercializzano i prodotti da appaltare - di poter controllare la gara senza che fosse stata necessaria una sua nomina tra coloro che sarebbero stati chiamati ad apprezzare la conformità tecnica dei dispositivi da appaltare". Questo per la presenza di un "suo" uomo in commissione: il professore Castelli (oggi sospeso ndr).

L'asse Bagheria-Catania
Per gli inquirenti "Tirri e Di Marco ricorrevano a stratagemmi anche eclatanti pur di non perdere i lotti d’interesse. A fronte dell’osservazione che in gara erano stati inseriti anche strumentari utilizzabili più volte nonostante il bando prevedesse solo dispositivi monouso, concordavano di alterare il codice di classificazione del prodotto cosicché lo stesso richiamasse fittiziamente solo i beni che potevano entrare in gara. I due agenti dell'azienda non esitavano concordare con Morgia il pagamento dell’iscrizione per un convegno medico che si sarebbe tenuto a Barcellona (Spagna) nonché dei relativi voli e soggiorno in hotel di lusso a favore anche di un collaboratore di Morgia".

Le reazioni
L'assessore alla Salute Ruggero Razza - "L'emergenza corruzione è sempre stata e continua a essere al primo posto nell'agenda del nostro governo. Da sei mesi tutte le aziende sanitarie siciliane sono impegnate assieme ad Agenas per l'attuazione del protocollo nazionale sulla corruzione in sanità voluto dall'Anac. Il controllo dei flussi di denaro non può che essere la prima fonte di attenzione e per questo puntiamo sulle nostre Aziende che tante volte sono già state invitate a denunciare comportamenti sospetti all'Autorita Giudiziaria. La Regione sarà parte civile in ogni procedimento". Lo dice l'assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza, in merito all'inchiesta della Procura di Catania su un bando irregolare al policlinico del capoluogo etneo da oltre 55 milioni di euro. "La nostra scelta - aggiunge- tra le poche regioni in Italia, di affidare all'Agenzia Nazionale l'attuazione del protocollo sulla corruzione e di richiedere modelli di organizzazione più netti, si rivela azzeccata e indispensabile. Vorrei dirlo con chiarezza - ribadisce Razza - i fatti di stamattina, dei
quali sapremo di più nelle prossime giornate, non sono i primi e, temo, non saranno gli ultimi. Per tale ragione abbiamo il dovere di
vigilare, vigilare, vigilare. E fare capire a chi vuole utilizzare illegittimamente le risorse del fondo sanitario che non ci sono aree di impunità".

Fonte Gdf