Continua a far discutere l'opinione pubblica nazionale l'aggressione avvenuta lo scorso 31 agosto a. Fredrick Omonzakgia, un nigeriano di 30 anni che da qualche anno vive e lavora a Bagheria e che rappresenta un ottimo esempio di integrazione. Il giovane era stato aggredito nei pressi della gelateria “Anni 20” e colpito più volte da un giovane del posto, armato di un cric.
Immediata era stata la denuncia di fra’ Tindaro Faranda, parroco della chiesa di Sant’Antonio, la chiesa frequentata dal giovane africano, che si era schierato in difesa dello straniero, a cui aveva chiesto scusa a nome di tutta la comunità. “Ho chiesto scusa a nome di Bagheria, a nome dei cristiani e ho chiesto scusa come uomo bianco perché nessuno può dire: «tu qui non ci puoi stare»”, aveva dichiarato.
. “Il problema è il contesto culturale che si è venuto a creare che legittima atti di violenza nei confronti di una persona solo perché è straniera. La violenza non si giustifica mai, la persona è una risorsa”.
Per il nigeriano è stata organizzata una manifestazione antirazzista molto partecipata nel parco urbano di via Serradifalco nell'immediatezza dei fatti.
Anche a distanza d qualche giorno però questo episodio continua a tenere banco,. Fra Tindaro infatti, intervenuto ai microfono di una trasmissione televisiva nazionale, ha ribadito la sua posizione sull'argomento razzismo. “La violenza sul ragazzo nigeriano è stata inaccettabile, e posso rifiutarmi di dare l’eucaristia a chi si macchia di razzismo e intolleranza verso gli altri. È stato aggredito solo perché ha la pelle di colore diverso. Se c’è disprezzo verso l’altro, mi rifiuto di dare la comunione”.