Stasera la recita di Paolo Zarcone 'A Matri dulurusa'

Stasera la recita di Paolo Zarcone 'A Matri dulurusa'

le brevi
Typography

Questa sera alle ore 21.00 in via Palagonia ( ang. Via Inzerillo) accanto al Bar Ester Paolo Zarcone reciterà nello spettacolo di canti e poesie 'A Matri dulurusa'.

Il sentimento popolare che – in Sicilia come in tutte quelle regioni del mondo investite dalla dominazione spagnola – celebra l’inscindibile legame madre-figlio, il cordone ombelicale mai reciso (mutuato attraverso la religione cattolica dal rapporto Maria-Gesù), trova in maniera pregnante un’eccezionale manifestazione nella cultura popolare siciliana.
Paolo Zarcone, cantastorie siciliano, si fa interprete di questo sentimento dando voce alle voci che hanno celebrato lo strazio delle innumerevoli “marie” che – in Sicilia e altrove – hanno visto crocefissi i propri “gesù” a causa delle opposizioni dei poteri forti della nostra società.

Littra a na mamma tedesca (I. Buttitta)
Definita da numerosi critici la più decisa poesia contro la guerra, è la lettera di un soldato italiano alla madre del soldato tedesco che lui stesso si è trovato ad uccidere nel corso di una battaglia della Prima Guerra Mondiale.

La storia di Salvatore Giuliano (C. Busacca)
Nella sua “Storia di Turiddu Giuliano”, il grande cantastorie Cicciu Busacca pone a chiusura di essa una “canzunetta”, il pianto della madre di Giuliano verso il figlio ucciso.

Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali (I. Buttitta – C. Busacca)
La cantata, scritta da Buttitta per Cicciu Busacca, rese noto in tutto il mondo il cantatorie di Paternò. In essa rilievo straordinario è dato al “lamento” della madre del sindacalista di Sciara, assassinato dalla mafia, in cui è straordinariamente palese il parallelismo Turiddu Carnivali/Gesù e Francesca Serio/Maria.

Lamentu d’una matri (I. Buttitta – P. Zarcone)
Il poema – messo in musica da Zarcone – fu scritto da Buttitta in occasione della strage di Portella della Ginestra del 1947. E’ il “lamento” della madre di una giovane vittima della strage a cui la madre così si rivolge: “...ca si chiantatu comu Cristu ncruci!”.

Lamentu di la cruci (P. Zarcone)
Cantata in versi siciliani composta da Zarcone ed eseguita solitamente nelle piazze durante la Settimana Santa. Narra della vita e morte di Gesù di Nazareth e si conclude con due chianti (“pianti”): il primo di Gesù crocefisso rivolto alla Madonna, il secondo della madre al figlio.