Da parecchi giorni erano tenuti sotto osservazione dai militari della locale Stazione che ne avevano monitorato, con discrezione, i movimenti che avevano destato non pochi sospetti.
Pertanto i Carabinieri decidevano di passare all’azione, bussando alla porta di R. d., ventitrenne, nativo di Sciacca ma residente a Palazzo Adriano. Le operazioni di ricerca non si protraevano a lungo; dopo aver trovato in una delle camera da letto un involucro di carta stagnola con circa un grammo di marijuana e sei sigarette artigianali confezionate con la stessa sostanza, i militari rinvenivano nella stessa camera da letto del ragazzo una serra artigianale con al suo interno dieci piante di “cannabis” alte circa un metro ciascuna.
Forse in un estremo tentativo di tenere indenne il figlio dalla vicenda, la madre del ragazzo – R. l. , cinquantenne di Santa Margherita Belice ma residente da tempo a Palazzo Adriano - riferiva ai militari di aiutare lei stessa il figlio Davide nella coltivazione e nel confezionamento della sostanza stupefacente.
Informato il Sostituto Procuratore della Repubblica di Turno presso la Procura di Termini Imerese madre e figlio venivano dichiarati in arresto.
Dopo la stesura degli atti di rito, entrambi sono stati ricondotti agli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Giudicati colpevoli con rito direttissimo ad entrambi è stata comminata la pena di mesi otto di reclusione (pena sospesa) e sono stati rimessi in libertà.
A Palazzo Adriano madre e figlio insieme coltivavano dieci piante di cannabis
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