Recentemente si è tornati a parlare della possibilità di aprire un casinò a Taormina, celebre località siciliana che già in passato ne ospitava uno poi chiuso nel 1964 e da allora mai riaperto.
A far tornare d'attualità questo tema, è stata una proposta di legge formalizzata da Francesco Gallo, deputato del partito Sud chiama Nord, lo stesso del sindaco di Taormina Cateno de Luca. Gallo ha sottolineato l'importanza di avere un casinò a Taormina, poiché ciò creerebbe diversi benefici, sia dal punto di vista economico che turistico, non solo per gli oltre 10mila abitanti del comune in provincia di Messina, bensì per l'intera Regione Sicilia.
Oggi abitanti e turisti che si trovano sull’Isola per provare l'esperienza del casinò devono necessariamente recarsi nel Nord Italia, dove sono situati i quattro casinò attivi nel nostro Paese, o nella vicina Malta. In alternativa possono scegliere di giocare nei tanti casinò online che offrono un'ampia scelta di giochi, dalle slot, al blackjack online o al poker online.
La proposta di legge per un casinò a Taormina
Entriamo nel merito della proposta di legge presentata da Gallo. In essa vengono evidenziate "la rilevanza e l’importanza che l’apertura di una casa da gioco potrebbero avere per lo sviluppo turistico dell’Isola" in virtù della "grande rilevanza strategica nella politica turistica regionale" ricoperta dalla città di Taormina, non solo in ambito nazionale ma anche all'estero.
Tra le sue argomentazioni, il deputato ha rievocato l’esperienza del casinò di Taormina negli Anni '60, quando la "Perla del Mar Ionio" (com'è soprannominata) costituiva l’unica sede di una casa da gioco in tutta la Sicilia. L'operazione di rilancio del casinò, secondo Gallo, consentirebbe al tempo stesso "un’attrattiva turistica e una fonte di finanziamento", nonché "un importante ed efficace strumento" per favorire investimenti economici, oltre a creare posti di lavoro.
Il deputato di Sud chiama Nord ha posto l'accento in particolar modo sui benefici di cui godrebbe l’economia locale qualora la sua proposta fosse accolta. Secondo Gallo, "una casa da gioco nel comune di Taormina produrrebbe ricchezza" che potrebbe essere distribuita sul territorio fungendo da volano per l’economia locale. Il casinò, in questa visione, è considerato a tutti gli effetti uno strumento "di elevazione e di riqualificazione dell’offerta turistica".
Cosa blocca l'apertura del casinò a Taormina
Indubbiamente, così come è stata presentata, l'apertura di una casa da gioco a Taormina sembrerebbe un'idea vincente, tuttavia, esistono molteplici criticità che sembrano frapporsi tra la sua realizzazione. Si tratta perlopiù di questioni giuridiche, poiché l’istituzione di case da gioco in Italia è finora avvenuta per mezzo di atti legislativi che ne hanno autorizzato l’apertura in singoli comuni, in deroga alle norme del Codice penale.
Proprio l’articolo 718 del Codice penale, infatti, stabilisce che "chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, o in circoli privati di qualunque specie, tiene un gioco d’azzardo o lo agevola è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno e con l’ammenda non
inferiore a euro 206". Pareri poco incoraggianti arrivano anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale. Per aprire una casa da gioco è richiesta una specifica autorizzazione da parte del Ministero dell’Interno, ma si tratta di un'operazione assai complessa, poiché è un discorso che coinvolge anche le autonomie locali. Proprio per questo motivo, finora, tutte le iniziative per l'apertura di un nuovo casinò a Taormina non hanno avuto successo.
I numeri dei casinò in Italia e l’esempio di Malta
A confermare quanto un casinò potrebbe far bene alla Sicilia, terra ricca di posti da visitare, ci sono i dati relativi agli altri casinò italiani. Attualmente esistono quattro casinò attivi nel nostro Paese, situati a Venezia, Sanremo, Saint-Vincent e Campione d’Italia. Secondo le stime riportate da Agimeg, la più importante agenzia di stampa per il settore dei giochi e delle scommesse, solo nel 2022 la raccolta è stata di circa 250 milioni di euro, oltre ad aver richiamato mezzo milione di giocatori. Un altro termine di paragone, seppur da prendere con le pinze vista la difficoltà nel reperire dati attuali, potrebbe essere la situazione della vicina Malta: nel primo semestre 2019 (periodo a cui risalgono gli ultimi dati noti), l’industria del gioco sulla piccola isola ha contribuito per circa il 13,6% al Pil maltese.