Ad aprile ci sarà la prima di Libera me, l'ultimo lungometraggio della coppia Piero De Luca e Massimiliano Aiello, stavolta rinforzata dalla scrittrice Sarah Iles che ha avuto un ruolo determinante nella stesura della sceneggiatura. Abbaimo realizzato una intervista con gli autori per saperne qualcosa di più.
Seguiamo ancora una volta la produzione filmica di Piero De Luca e Massimiliano Aiello, Libera me, un lungometraggio che, detto per inciso, coinvolge solo attori siciliani, e che stavolta si fa portavoce e mette al centro una problematica attuale, quella della violenza di cui sono vittime le donne. Parlateci di Libera me.
LIBERA ME è un progetto nato nel 2012 dalla penna e dalla fervida immaginazione della scrittrice Sarah Iles. Un progetto che inizialmente era solo una idea basata su una trama ancora da definire ma con le idee molto chiare, creare un soggetto che fosse incentrato sul delicato tema della violenza domestica, sulla violenza contro le donne, ma che fosse soprattutto psicologica e con una evoluzione introspettiva e narrativa fuori dagli schemi.
Alla scrittrice Sarah Iles, autrice della sceneggiatura ed ideatrice di questo progetto, chieddiamo in che cosa sta la differenza tra Libera me e gli altri film di De Luca e Aiello, che fino ad ora abbiamo visto
Innanzitutto grazie per l'attenzione che questo portale dedica da sempre a Libera me; ci avete seguito con stima sin dai tempi dei provini. il film ha un soggetto e una sceneggiatura che lo differenziano dalle altre produzioni, prima di tutto perchè non c'è la volontà di creare un'eroina, una donna sempre e comunque forte, secondo poi perchè il dramma si consuma nella realtà e soprattutto nella psiche della protagonista, Sabrina.
Non ho voluto seguire la linea della creazione di una donna che fugge o che lotta a mani nude, che riesce sempre e comunque a cavarsela, ma ho voluto che venisse fuori dal personaggio tutto il disagio psicologico che una dura prova, come quella della violenza, può comportare. La protagonista, a tratti, sembra immobile, incredula, poi non riesce a gestire il crollo emotivo che la violenza le procura e infine trova dentro la forza per viaggiare verso l'altra s, quella libera.
Libera me dunque è uno psicodramma, una tipologia filmica molto interessante e di difficile produzione nell'ambito del 'film indipendente', questo ci rende molto orgogliosi.
- Quanto è importante, tecnicamente, per la riuscita del 'progetto' che la sceneggiatura sia letta e compresa da tutto lo staff, dagli attori, al regista sino ai tecnici ?
La comprensione del soggetto e della sceneggiatura è il fulcro del film, la sua anima. Spesso ci è capitato di discutere su come realizzare alcune scene, l'intensità, la portata recitativa degli attori, i toni, e alcune volte ci siamo trovati in disaccordo. Un buon lavoro indipendente, come il nostro, ci consente però di prenderci tutto il tempo possibile per le riflessioni dovute, e così è stato. La sceneggiatura di Libera me nel suo cammino si è avvalsa dei suggerimenti di tutti, delle attenzioni degli attori e della bravura dei registi, così da poter dire che si tratta di un lavoro sinergico a 360°.
Quale messaggio vuole trasmettere il film?
La voglia di esprimere il concetto di libertà inteso come liberazione non solo fisica era la base del racconto... la difficoltà stava proprio nella complessità del pensiero della protagonista femminile, il rischio di risultare banale e quindi poco credibile. Il sogno era quello di tramandare allo spettatore lo stesso concetto visivo proiettato nella sfera personale senza sforare nello stereotipo standard affrontando la complessità e alimentando il desiderio di realizzare un prodotto audiovisivo basato sull'idea originale. Dall'incontro avvenuto a Marzo 2013 (periodo in cui Sarah Iles decide di fare il film sul suo soggetto) ad oggi sono trascorsi quasi due anni e in un percorso di crescita complesso possiamo affermare con orgoglio di trovarci dinnanzi al film tanto sofferto, immaginato, sognato... quasi prossimo alla sua uscita che avverrà con certezza assoluta nel mese di Aprile 2015.
La fase evolutiva, da quel fatidico incontro a tre avvenuto in un bar, è stata una continua sfida con se stessi. Il trio De Luca, Aiello, Iles che da subito ha deciso di lavorare senza illusioni... senza certezze nè aiuto alcuno, ha comunque potuto contare sulle proprie capacità e piccoli investimenti al fine di presentare un lavoro valido sotto ogni aspetto sempre e comunque nelle possibilità e nei limiti del cinema indipendente. Tecnicamente De Luca e Aiello decidono di girare rigorosamente con macchine reflex e attrezzatura cinematografica adeguata alle numerosissime scene, definendo nei dettagli e sperimentando situazioni talvolta improvvisate.
- L'evoluzione e la nascita di quella che potrebbe essere definita la famiglia, perchè tale alla fine è diventata, di Libera me
Nel Novembre 2013 si svolgono le selezioni per gli attori che avrebbero dovuto interpretare i diversi ruoli. L'ennesima sfida... creare un cast artistico disposto ad impegnare il proprio tempo senza, purtroppo, retribuzione alcuna. Non si sperava affatto nella partecipazione di oltre 200 figure ai casting (realizzati grazie alla amichevole collaborazione con il gallerista Adalberto Catanzaro) tra cui anche professionisti e attori teatrali.
Tutti consapevoli della delicata tematica e quindi disposti a dare il proprio contributo. Da quelle selezioni ecco quindi l'arrivo dei nuovi componenti che arricchiscono la famiglia di Libera Me. Fabiola Rigano, Alessandro Fricano Gagliardo, Angela Misuraca, Stefano Picone, Maurizio Gagliardo e Martina Scardina. Sul versante tecnico invece Valentina De Luca, Claudio Rabbene, Ninni Calafiore e il maestro Marcello Salamone (che da anni collabora con De Luca ed è già autore delle musiche di altri riconosciuti cortometraggi) per la colonna sonora.
Ad arricchire e a dare valore aggiunto al film arriva la preziosa collaborazione con il maestro Arrigo Musti che già nel 2009 aveva collaborato con Piero De Luca nel film 'Vite a Metà'. E' proprio dall'inserimento di alcune sue opere che la scrittrice Sarah Iles valuta l'idea, in seguito concretizzata, di inserire nuovi elementi.
Un vero e proprio miracolo quindi... un gruppo di persone che decidono di credere ciecamente in un progetto... che per ben 6 mesi si impegna nelle riprese realizzate in spazi interni appositamente arredati studiati e in esterni presso il Faro di Mongerbino e luoghi idonei.
Gli attori, e nello specifico Fabiola Rigano e Alessandro Fricano protagonisti assoluti, considerate le sequenze impegnative si studiano a vicenda analizzando le rispettive notevoli capacitò attoriali e stimolando la creatività tecnica.
Per concludere, un lungometraggio... uno psico-dramma con notevoli sfumature thriller... un susseguirsi di colpi di scena... una trama, si spera, avvincente che nella sua complessità lancia un messaggio importante... La libertà è un diritto.