Il tradimento può essere tradimento della coppia? Può funzionare da sintomo di un malessere all’interno della coppia e “salvarla” dalla separazione?
Torniamo a parlare del tradimento con la piena consapevolezza che in molte situazioni si tradisce non a causa di una psicopatologia di fondo ma più “semplicemente” per la voglia di cambiare, di provare altro, spinti dal perenne conflitto tra stabilità e novità, tra il desiderio primordiale di fare “i nomadi” e quello successivo di “metter sù casa”.
Intendo, a proseguimento di quanto scritto nel precedente articolo, soffermarmi sul tradimento come segnale di un malessere le cui ragioni ed origini vanno rintracciate all’interno della coppia.
Si tratta, nella maggior parte dei casi, di tradimenti agiti, soprattutto, dagli uomini quando le mogli sono in gravidanza, quando allattano, quando sono coinvolte, emotivamente e praticamente, dall’accudimento dei propri figli.
Ed, ancora, tradimenti di questo genere accadono in coincidenza con momenti di crescita importanti, soprattutto, dei primogeniti maschi (l’ingresso all’università, le prime storie sentimentali importanti), momenti che le mamme vivono con un coinvolgimento che le allontana da qualsiasi altro pensiero.
Uomini e donne con una fragilità psicologica o con storie familiari caratterizzate da vuoti, da abbandoni, da mancanze affettive possono rivivere l’abbandono e cercare altro. Anche le donne, infatti, possono sentirsi trascurate da un marito che sia, del tutto, impegnato al lavoro.
Torniamo agli uomini che vivono il senso di trascuratezza descritto. Questi ultimi potrebbero rispondere al suddetto disagio con una dipendenza da sostanze o anche dal lavoro o sviluppando malattie psicosomatiche che costringano le mogli ad occuparsi di loro. Potrebbero rispondere alla propria insoddisfazione investendo sé stessi totalmente nel rapporto con la figlia (risposta il cui prezzo verrebbe pagato da quest’ultima).
Il tradimento come fuga da queste situazioni è una delle possibili risposte, forse, anche meno grave e con ripercussioni meno pesanti delle alternative citate.
Chi tradisce offre, in questo senso, una opportunità al rapporto, richiama il partner, manda segnali ben chiari, per quanto inconsci, del suo essersi sentito “tradito”, escluso e messo da parte.
Il tradimento in sé non garantisce nulla di buono alla coppia piuttosto è la capacità di vivere insieme emozioni tanto belle quanto brutte, senza negarle, senza metterle a tacere che si esprime come volontà di creare un rapporto che funzioni.
Chi tradisce, del resto, comunica il proprio disvalore nel rapporto con il partner e cerca conferme rassicuranti rispetto al Sé con un amante che rimanda unicamente trasporto, passione, emozioni coinvolgenti e scevre dalle tensioni della quotidianità.
Si intuisce che è un tradimento finalizzato a non perdere l’Altro, a comunicare con lui/lei pur nel rischio di una rottura.
Il tradimento in questione va, dunque, visto come tradimento della coppia e nella coppia; può, di fatto, funzionare da “sintomo” di un malessere da rintracciare all’interno della coppia e “salvarla” dalla separazione.
Una corretta psicoterapia può aiutare la coppia a rispondere al richiamo del “sintomo” del tradimento e alla sua natura provocatoria, generando nella coppia, in alcuni casi, una maggiore solidità, una competenza comunicativa più funzionale, a volte, anche una veste di rinnovata felicità.
Non è facile, però, superare le ferite di chi è stato tradito e sente di avere perso valore nel rapporto con l’Altro e, soprattutto, con sé stesso. Da qui la necessità di riconquistare fiducia in sé prima che nell’Altro.
Chi è stato tradito per “salvare” la coppia avverte, comunque, un senso di fallimento nel non avere subito riconosciuto i segnali di disagio all’interno del legame di coppia, e percepisce un attacco alla stabilità, alla sicurezza che pensava di trovare nel “noi”.
Anche chi tradisce vive un forte senso di fallimento e si sente deluso da sé stesso e dall’incapacità di trovare strategie meno dolorose e più consapevoli alla insoddisfazione legata al rapporto con il partner.
In alcuni casi, dunque, tradire serve a rivedere gli aspetti che non funzionavano e a modificarli e permette di non perdere ciò che di positivo si era costruito nel tempo.
Piuttosto che tradire, soffrirne le conseguenze drammatiche che ne possono derivare e pagare una psicoterapia di coppia, sarebbe, senz’altro, meno dispendioso, su tutti i piani, conoscere a fondo le proprie emozioni, essere capaci di comunicarle in modo deciso ed inequivocabile nonchè avere l’abitudine ad ascoltare “la ragione delle emozioni” proprie e del compagno.IMMAGINE: “Psiche e Amore” di Bouguereau.
Tradire in ragione dell'amore- di Giuliana Larato
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