Secondo il cittadino bagherese, è normale che un'isola pedonale debba essere motivo di continue discussioni, contestazioni e liti?
Noi di Baghering ci siamo posti la domanda e non possiamo rispondere altro che:
* La sperimentazione della pedonalizzazione ha reso vivibili degli spazi della nostra città, altrimenti destinati alla caotica circolazione veicolare;
* Ha incrementato la presenza di giovani fruitori, incoraggiando la mobilità pedonale ed educando gradualmente alla circolazione responsabile;
* Rappresenta una scelta di civilizzazione, favorendo momenti di socialità e aggregazione in spazi storici.
Ma una parte dei bagheresi interpreta l'intera faccenda da una prospettiva diversa, identificando la pedonalizzazione del Corso come la causa di:
* Diminuzione del volume d'affari degli esercizi commerciali ivi presenti;
* Aggravamento delle condizioni del traffico cittadino;
* Aggravamento della vivibilità delle strade limitrofe.
In effetti, i "discordi" hanno le loro ragioni per muovere tali contestazioni, ma l'origine del problema non è da ricercarsi, a nostro avviso, nel fatto che il Corso sia adesso pedonale, ma nel non avere previsto una fase preliminare alla pedonalizzazione stessa, in grado di preparare la città e l'utenza al cambiamento epocale che si è verificato.
Secondo noi, sarebbe stato necessario occuparsi di:
* Redigere un efficiente piano traffico (che, in effetti, alla fine è arrivato, ma solo dopo tanto tempo dalla chiusura del Corso Umberto I);
* Potenziare il trasporto pubblico in ambito urbano, istituendo un bus navetta ecologico da e per Corso Umberto I;
* Sensibilizzare i cittadini bagheresi a limitare l'uso dei veicoli a motore e incentivare la mobilità pedonale, anche utilizzando mezzi alternativi come la cara vecchia bicicletta (istituendo un servizio di bike-sharing, ovvero di condivisione delle biciclette).
E' chiaro a questo punto che la mancata attenzione a questa fase preliminare ha trasformato una bella e felice isola pedonale, che sarebbe dovuto essere il "salotto" di Bagheria, in un "salotto" della discordia.
A Bagheria si scontrano, ormai da mesi, diverse fazioni: si va da chi vuole mantenere lo status quo, a chi chiede senza mezzi termini la riapertura al traffico, a chi, in maniera da non scontentare nessuno, ne chiede la riapertura a fasce orarie.
Pur avendo già espresso chiaramente la nostra opinione in merito, ci poniamo ben due domande sull'eventualità che il Corso Umberto I sia riaperto al traffico (totalmente o parzialmente):
1. Il manto stradale, per le caratteristiche dei materiali impiegati, sarebbe in grado di mantenere il suo aspetto estetico e di, soprattutto, tollerare il passaggio delle autovetture e di mezzi pesanti, quali ad esempio gli autobus?
2. Gli attraversamenti in sotterraneo delle tubature riguardanti i servizi (a es. condotta idrica) sono stati posti, come previsto dall'art. 66 comma 3 del Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada "in relazione alla condizione morfologica dei terreni e delle condizioni di traffico", che prevede altresì una profondità minima di 1 m?
Un'ultima questione: anche se l'omissione delle indicazioni formali di cui all'art. 77 comma 7 del regolamento di esecuzione del C.d.S. (ovvero gli estremi dell'ordinanza di apposizione del segnale stradale), non esimono l'utente dal rispetto della prescrizione espressa dal segnale per ovvie ragioni di pubblica sicurezza e incolumità, si rileva che l'Amministrazione Comunale bagherese ancora non ha provveduto a indicare dette ordinanze sui cartelli, a meno che, a norma dello stesso art. 77 comma 7, non si tratti di segnali utilizzati nei cantieri stradali.
Ci domandiamo: ma il Corso Umberto I è ancora un cantiere aperto? È già avvenuto il suo collaudo?
Invitiamo l'Amministrazione Comunale a dare gentilmente qualche risposta a queste semplici domande che Baghering, forse assieme a centinaia di cittadini bagheresi, si pone da ormai troppo tempo.
Associazione BAGHERING