E' solo una impressione, ma ragionevolmente fondata: e cioè che la faccia feroce dell'amministrazione comunale di Bagheria sul tema dell'abusivismo edilizio, sia solo un atteggiamento di facciata e che nei fatti non cambierà assolutamente nulla.
In poche parole non vedremo nè demolizioni nè acquisizioni al demanio pubblico se non in qualche caso sporadico, e quella foto del sindaco di Bagheria Patrizio Cinque con il Procuratore facente funzioni, Leonardo Agueci, corredata da frasi roboanti su 'legalità e pulizia' resterà solo una scartoffia per gli archivi.
Basta leggere con attenzione la sequenza dei comunicati pubblicati sul sito ufficiale del comune di Bagheria e raccogliere qualche elemento probatorio sulla lena che metteranno prima gli uffici e subito dopo il consiglio comunale in questa 'missione impossibile', applicare cioè una legge dello Stato, per rendersi conto che non succederà assolutamente nulla di nulla.
Nel comunicato del 16 dicembre del 2014, in cui si dava notizia della firma tra Procura e comune del 'protocollo di legalità' suggellata dalla foto del sindaco con il procuratore, i toni di Patrizio Cinque erano perentori e ultimativi. "Avevamo detto che avremmo indagato e iniziato a fare 'pulizia' su tutto ciò che è anomalo, illegale, abusivo e così stiamo cercando di fare; ma occorre anche chiarire che, come detta la norma, non verrà demolito alcun edificio abusivo che costituisce prima casa, per quello si prevede una procedura che riassegnerà le case a chi le abita"
Certo manca il dettaglio non secondario che le case resteranno a chi le abita dopo essere state però acquisite al patrimonio comunale e che la riassegnazione sarà 'onerosa'; i futuri occupanti dovranno cioè pagare l'affitto al comune. Però il tono, lo ripetiamo, è di chi dice: adesso basta con la tolleranza e i ritardi, applichiamo la legge e le norme. Bene: quella buona metà di bagheresi che non hanno costruito abusivamente ricevono dopo tanti anni un messaggio incoraggiante di legalità.
Poi il 16 marzo 2016 arriva l'altra 'bastonata': ci sono 4.454 pratiche di sanatorie non definite, (si può supporre per omesso o interrotto pagamento degli oneri concessori e oblativi o per assenza dei requisiti di sanabilità) per questo manderemo altrettante raccomandate agli interessati che entro 15 giorni si dovranno mettere in regola.
Ecco cosa testualmente riporta il comunicato pubblicato sul sito ufficiale del comune.
"Al ricevimento della raccomandata ricevuta dagli uffici condono se non si adempirà nei tempi indicati - sono previsti 15 giorni - gli uffici procederanno all'archiviazione delle pratiche edilizie con conseguente diniego delle istanze di sanatoria. In altri termini procederanno a stabilire il diniego finale che condurrà alla demolizione del fabbricato, dopo decisione passata in consiglio comunale".
Certo l'amministrazione potrà dilazionare i pagamenti degli oneri di costruzione e di concessione ma non l'oblazione, però sembra di capire che stavolta si fa sul serio, che i tempi sono cambiati e si è chiuso con la tolleranza.
Intanto a noi risulta che le raccomandate (ricordate che sono ben 4.454) sono iniziate a partire la scorsa settimana, e verranno inviate con molta calma al 'ritmo' non proprio travolgente da 50 a 100 la settimana: occorrerà quindi più o meno un anno per inviarle tutte.
E poi i quindici giorni sembra di capire non sono per niente perentori e ultimativi, perchè se il cittadino abusivo che ha lasciato in asso la pratica o perchè non ha pagato gli oneri o perchè sa di trovarsi in una situazione di insanabilità, manifesterà un certo ravvedimento, insomma manderà un qualche riscontro alla raccomandata, mica a quindici giorni ti sbatto la porta in faccia se non sarà definita la procedura e presentati i documenti richiesti.
No, affatto.
Si potrà aprire un dialogo che potrà durare mesi e anni, l'importante è che il cittadino non faccia orecchie da mercante e 'lascia sbattere' il mittente della raccomandata.
Insomma siamo solo all'inizio di una commedia delle parti che andrà avanti per un pò.
Poi arriva il comunicato con la notizia bomba: "sono oltre 600 gli immobili nel territorio di Bagheria per i quali esistono già sentenze passate in giudicato e per i quali il Comune può già procedere all'immissione in possesso e alla relativa decisione, da parte del consiglio comunale, per la demolizione o l'utilizzo di pubblica utilità..." ed ancora " Il gruppo di lavoro....ha iniziato ad aggiornare un database di tutte queste pratiche al fine di rispondere, in tempi celeri, a quanto disposto dallle Procure di Palermo e Termini Imerese." per concludere ..."impegno dell'amministrazione è quello di ricondurre la legalità nel territorio".
Riguardando ora la data del comunicato, il 1 aprile, viene il dubbio che si sia trattato di un pesce di aprile ben architettatto, perchè proprio l'altro ieri si aggiunge l'ultimo comunicato che riporta di un "incontro del sindaco con un gruppo di abusivi in cui si dice che sarebbe allo studio un redigendo regolamento per 'normare' la questione."
Siamo alla classica 'strizzatina d'occhio', al 'dejà vu' delle 'storiche' politiche sul territorio di tante amministrazioni succedutesi negli ultimi trenta anni.
Forse qualcuno dimentica che la questione è già 'normata' abbondantemente dalla legge e che il 'redigendo regolamento' comunale non può andare in violazione di norme (quelle sì) non di una ma di ben tre leggi di sanatoria.
Ma tant'è.
Non ci vuole molto a capire che le Procure di Palermo o di Termini potranno mandare tutte le lettere e le intimazioni che vogliono ed a qualunque tipo di amministrazione o l'Assessorato regionale al Territorio nominare legioni di commissari, perchè si troveranno sempre di fronte il solito muro di gomma. La Sicilia e i siciliani non sono facili da cambiare, e qualunque sia il partito o il movimento che governa.
Ma non è finita.
La giunta dovrà poi decidere per migliaia di pratiche ed in base alle indicazioni degli uffici quali saranno gli edifici da demolire e quali rappresentando la prima casa dovranno essere acquisiti al pubblico demanio e riassegnati a titolo oneroso al vecchio proprietario. Un 'passatempo' insomma.
Poi questo parere della giunta verrà portato all'esame del consiglio comunale che dovrà prendere la decisione finale.
Ora chi ha avuto la sventura di assistere a qualche seduta di questo consiglio comunale è rimasto sconvolto dalla incapacità di questo organo di determinarsi su questioni banali e che, loro malgrado, i consiglieri trascorrono ore a parlare di aria fritta ( e non vogliamo occuparci di chi sia la responsabilità); ma questa è la situazione.
E sarà un tale consiglio comunale, figuriamoci, a dovere decidere il destino di queste centinaia di abitazioni e di queste famiglie ?
Basterà da parte di chiunque, (anche se i sedici consiglieri del MoV 5 stelle si stanno rivelando maestri in questa tecnica), far mancare il numero legale, per rimandare alle calende greche qualunque decisione. Naturalmente la Regione potrà agire in 'sostituzione' nominando i commissari. Solo per curiosità, andatevi a guardare la data in cui il commissario regionale, dottore Scardino, consegnando la più minuziosa e rigorosa indagine mai fatta sugli abusi nell'area di capo Mongerbino, sanciva l'insanabilità di 23 ville abusive.
Se la memoria non ci inganna, correva l'anno 1992, e le villette e le villone sono ancora là.
Vedrete che tra qualche anno saremo ancora ancora qui al punto di partenza.
Angelo Gargano