Bagheria 28/10/11 - E' stato presentato a Palermo domenica scorsa alla libreria Modusvivendi (ed a Bagheria lo sarà il prossimo 12 novembre), il nuovo libro di Maurizio Padovano, pubblicato dalla Drago edizioni. Sul libro Biagio Napoli ci ha inviato una sua riflessione.
Abbiamo letto l'ultima fatica di Maurizio Padovano, La neve dentro, pubblicato da Drago Edizioni. Sapendo l'autore di Bagheria, il libro ci ha sorpresi per l'ambientazione della storia e i nomi dei personaggi.
Da noi la neve la vediamo una volta ogni vent'anni; se si va nei campi, i nostri non sono certo campi di grano.
Per raggiungere le nostre scuole, i bambini non debbono fare otto chilometri a piedi. Inusuali per noi sono anche i nomi dei personaggi essendo Strina e Ascenzio quelli dei bambini protagonisti della storia, Viana e Luciano quelli dei genitori del maschietto.
L'unico nome che può considerarsi delle nostre parti ( o di ogni parte ) è quello del cane: Paneperso.
Superata la sorpresa, il libro si legge però con interesse e suscita, in alcune sue parti, un forte sentimento di commozione.
C'è al fondo di esso, a noi pare, un'idea: che la vita, se troncata anzi tempo, è una perdita quando val la pena viverla e invece, se così non è come nel caso dell'undicenne Ascenzio ucciso dal gelo delle notti all'aperto e dall'odio del padre, una liberazione che va accolta.
Dopo aver letto il libro, per caso ci è capitato tra le mani "La peddi nova" di Ignazio Buttitta e, sfogliandolo, la sua poesia A li matri di li carusi dove quell'idea è potentemente espressa:
"Matri,
chi mannati li figghi a la surfàra
...Disiddiratici la morti cchiuttostu;
megghiu un mortu mmenzu la casa,
stinnicchiatu supra un linzolu arripizzatu,
ca lu putiti chianciri
e staricci vicinu.
Megghiu un mortu cunzatu
supra lu lettu puvireddu
di la vostra casa
cu la genti chi veni a vidillu
e si leva la coppula
mentri trasi.
Megghiu un mortu dintra
ca vrudicatu sutta la surf ara..." ( La peddi nova, Feltrinelli, 1963, pp. 95-97 )
Inusuale la neve, inusuali i campi di grano e le miniere di zolfo ora anche anacronistiche; non
inusuale la violenza, uguale in qualsiasi contesto. Ma la speranza?
Biagio Napoli