Balarm è una città lunatica, che gioca scherzi crudeli a chi si smarrisce per i suoi vicoli, dove si aprono varchi attraverso cui si scivola nei secoli passati, “in frammenti di tempo che hanno smesso di scorrere”.
In questa città stregata, si muovono ragazzi di strada, immigrati, poeti e disoccupati che cercano inutilmente di sfuggire a un destino difficile e già segnato.
Sullo sfondo, le lotte per l’acqua e la casa in un quartiere disastrato, vessato dalla criminalità e dall’assenza di ogni prospettiva.
Un romanzo che denuncia i problemi più attuali e scottanti del nostro sud, evocandone allo stesso tempo il fascino e la magia.
Il romanzo Balarm. Voci da una città in ostaggio è ambientato ai giorni nostri, in una città che è facile riconoscere ma che allo stesso tempo è un luogo immaginario, un “limerick” metafora del sud, coi suoi splendori e le sue miserie.
Strizzando l’occhio al “realismo magico”, eventi surreali si intrecciano alla realtà più cruda fatta di disoccupazione, incidenti sul lavoro, crolli di palazzine, marce di protesta.
Toni vive tra mille disagi: una madre depressa, un padre disoccupato, amici dediti alla sopravvivenza spicciola tra furti e posteggi abusivi. Arrotonda le sue entrate facendo da guida ai turisti, per conto di un’associazione di volontariato. Nei mercati, sotto le torri del Palazzo dei re o lì dove una volta scorrevano fiumi che la città ha inghiottito, Toni attraversa i varchi che permettono di rivedere Balarm così com’era secoli prima.
Nello stile delle cronache medievali, rivive la parabola dell’Imperatore Federico e della dinastia normanno sveva.
Toni è il “trait d’union” di varie storie che si intrecciano: quella di Claude, sfuggito alla guerra e approdato a un semaforo della Marina, di Sebastiano, poeta alcolizzato, dell’ottantenne Nina che è la depositaria di un’antica saggezza, del Professore, che lotta con la sua associazione per i diritti degli abitanti del quartiere e infine di Giulia, neolaureata alla disperata ricerca di un lavoro qualsiasi. Il loro tentativo di riscatto si scontra con l’indolenza di Balarm che “li spingeva nelle strade per un suo disegno segreto o forse solo per vincere la noia, e quando ne avesse avuto voglia li avrebbe di nuovo rinchiusi dentro le sue frontiere.”
Sullo sfondo, il Sindaco che tenta invano di cambiare le cose scatenando la vendetta (e di cui in seguito si tennero funerali memorabili) il Latitante (che da 50 anni ormai viveva a Balarm e che nessuno riusciva a trovare) e il Governo che una volta aumentava lo stipendio ai pentiti, una volta condonava palazzinari ed evasori ….e buttava soldi in cose inutili come ponti giganteschi e treni supersonici mentre loro non potevano lavarsi, non potevano manco scaldarsi il latte ed erano ridotti con le candele”.
Su tutto, aleggia una voce che ripete da secoli delle domande, le stesse che Federico II di Svevia “aveva posto in vita ai saggi d’oriente e inviato con una missiva fino ai confini estremi della terra” Domande sul paradiso e l’inferno, sul potere degli uomini e l’indifferenza di Dio, alle quali Balarm si ostina a non rispondere.
BALARM verrà presentato da Maurizio Padovano sabato 30 Maggio alle ore 18.00 al Teatro Branciforti. Anna Maria Spena e Roberto Sardina leggeranno brani del libro.
Riferimenti bibliografici :
Titolo Balarm. Voci da una città in ostaggio
Autore Fabiano Germana
Prezzo € 15,00
Copyright 2009, 377 p., brossura
Editore Robin (collana La biblioteca)