Verso la fine degli anni Cinquanta, gli artisti di Forma 1, tra pettegolezzi e calunnie, alimentarono una battaglia contro gli apparati del Partito Comunista e in specie contro Togliatti che li massacrava con giudizi nefasti.
Si racconta che verso la fine degli anni cinquanta all’”osteria dei pittori” di Roma, una volta si fermò Picasso, che era stato invitato dal PCI per un incontro con alcuni intellettuali comunisti, tra cui Renato Guttuso. Anzi, si dice che l’invito sia stato voluto proprio da Guttuso, il quale si professava amico di Picasso pur avendolo incontrato solo un paio di volte.
A confermare questo stile di auto promozione di Guttuso, ci penserà Topazia Alliata che racconterà: "Nel 1931 insieme a mia madre facemmo un lungo viaggio a Parigi, dove fui presentata a Paul Guillaume, gallerista insigne. Fu lui a farmi conoscere Picasso, Modigliani, Picabia. Alla fine mi regalò delle fotografie dei dipinti di Picasso. Tornata a Palermo le feci vedere a Guttuso e lessi nel suo volto un misto di ammirazione e smarrimento. - Non lo conosceva! - La cosa fantastica fu che pochi giorni dopo scrisse un articolo per L'Ora in cui sembrava che i due fossero amici di vecchia data”.
In oltre, Guttuso per accreditarsi l’amicizia di Picasso alcune volte raccontava un aneddoto: Picasso un giorno, si fermò in una piccola rivendita di tabacchi, nel cui bancone c’era una vecchietta. La donna non riconobbe l’artista e, tra una parola e l’altra, cominciò a raccontargli dei suoi acciacchi, della sua vita triste. A un certo punto, Picasso le chiese che cosa l’avrebbe resa felice, e la donna spiegò che mai aveva avuto una casa di sua proprietà. Il pittore allora, in pochi minuti, fece un piccolo dipinto e lo regalò all’anziana. “Questo – le disse svelando la sua identità – puoi venderlo e comprare una casa tutta tua”.
Queste storie mi fanno pensare all’amicizia virtuale, quella che alcuni millantano come vera amicizia, intercalando nei loro discorsi nomi e storie di grandi personaggi conosciuti su facebook.
Ovviamente i maldicenti di Guttuso non avevano tenuto conto che si trattava di un bahariotu, e come si dice dalle nostre parti, a Bagheria abbiamo una marcia in più. Infatti, alcuni anni dopo Guttuso, da pittore affermato, frequentò realmente Picasso da amico, sconfessando le malelingue che pur dicevano cose vere, Turcato in primis.
La foto: Guttuso con Picasso