Dieta e disturbi alimentari: dipendenza dagli zuccheri e aspetti psicologici - di Francesco Greco

Dieta e disturbi alimentari: dipendenza dagli zuccheri e aspetti psicologici - di Francesco Greco

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A proposito di questo argomento ci sono alcuni aspetti su cui vorrei focalizzare l’attenzione. Credo infatti che l’argomento dieta meriti alcune considerazioni.

Da un punto di vista psicologico sono ben note le conseguenze e le caratteristiche dei principali  disturbi alimentari (si pensi a bulimia e anoressia) soprattutto per quel che concerne l’analisi  della percezione dell’autostima e gli aspetti legati all’immagine di se e all’identità personale.

Spesso il cibo viene usato per “riempire” ciò che ci fa soffrire e che sentiamo vuoto, come un  baratro da colmare a tutti i costi. E ciò avviene spesso e senza che ci si trovi necessariamente  in presenza di una vera e propria diagnosi di disturbo alimentare.

Questo modo di alimentarsi sta assumendo oggi delle enormi proporzioni, ed il cibo di oggi è  sempre più zuccherato e ipercalorico. Questo tipo di abitudini alimentari unite a uno stile di  vita sedentario rappresentano senza dubbio un fattore di rischio, sia per quel che concerne  l’insorgenza di malattie specifiche (si pensi all’ipertensione, all’obesità e ai disturbi cardiovascolari) sia per un eventuale diagnosi di disturbi dell’umore (come la depressione).

Tali variabili presentano una correlazione bidirezionale in grado di influenzare aspetti somatici  e psicologici (caratterizzati da una specifica costellazione neurobiologica).
Diversi studi hanno evidenziato una maggiore probabilità di diagnosi psichiatrica (depressione)  nei soggetti obesi.

Non è ancora chiaro se questo sia dovuto esclusivamente all’influenza di fattori metabolici sui  meccanismi neuronali (alterazione dei sistemi serotoninergici) o se si possano considerare  anche aspetti maggiormente implicati nei processi psicologici, come l’abbassamento  dell’autostima frequente nei soggetti obesi che avrebbe una influenza a cascata per la genesi  del disturbo depressivo.

Quel che è importante sottolineare è che spesso ci nutriamo male e ben oltre il nostro reale  fabbisogno calorico.
Una guerra alla dipendenza dagli zuccheri, da dichiarare apertamente.
 

Dott. Francesco Greco
Tel. 392 2965686
http://www.consulenzapsicologicaonline.blogspot.it
studiofgreco@gmail.com
________________________ 

Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, disturbi dello sviluppo, consulenza di coppia e familiare a Bagheria (Pa).
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A proposito di questo argomento ci sono alcuni aspetti su cui vorrei focalizzare l’attenzione. Credo infatti che l’argomento dieta meriti alcune considerazioni.

Da un punto di vista psicologico sono ben note le conseguenze e le caratteristiche dei principali  disturbi alimentari (si pensi a bulimia e anoressia) soprattutto per quel che concerne l’analisi  della percezione dell’autostima e gli aspetti legati all’immagine di se e all’identità personale.

Spesso il cibo viene usato per “riempire” ciò che ci fa soffrire e che sentiamo vuoto, come un  baratro da colmare a tutti i costi. E ciò avviene spesso e senza che ci si trovi necessariamente  in presenza di una vera e propria diagnosi di disturbo alimentare.

Questo modo di alimentarsi sta assumendo oggi delle enormi proporzioni, ed il cibo di oggi è  sempre più zuccherato e ipercalorico. Questo tipo di abitudini alimentari unite a uno stile di  vita sedentario rappresentano senza dubbio un fattore di rischio, sia per quel che concerne  l’insorgenza di malattie specifiche (si pensi all’ipertensione, all’obesità e ai disturbi cardiovascolari) sia per un eventuale diagnosi di disturbi dell’umore (come la depressione).

Tali variabili presentano una correlazione bidirezionale in grado di influenzare aspetti somatici  e psicologici (caratterizzati da una specifica costellazione neurobiologica).
Diversi studi hanno evidenziato una maggiore probabilità di diagnosi psichiatrica (depressione)  nei soggetti obesi.

Non è ancora chiaro se questo sia dovuto esclusivamente all’influenza di fattori metabolici sui  meccanismi neuronali (alterazione dei sistemi serotoninergici) o se si possano considerare  anche aspetti maggiormente implicati nei processi psicologici, come l’abbassamento  dell’autostima frequente nei soggetti obesi che avrebbe una influenza a cascata per la genesi  del disturbo depressivo.

Quel che è importante sottolineare è che spesso ci nutriamo male e ben oltre il nostro reale  fabbisogno calorico.
Una guerra alla dipendenza dagli zuccheri, da dichiarare apertamente.
 

Dott. Francesco Greco
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