Chiesto rinvio a giudizio per i fratelli Scaduto e per Carbone per gli omicidi di Ramon e Fernando

Chiesto rinvio a giudizio per i fratelli Scaduto e per Carbone per gli omicidi di Ramon e Fernando

cronaca
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A dieci mesi dal loro arresto arriva per i fratelli Scaduto, Pietro e Salvatore, e per il pentito casteldaccese Giuseppe Carbone, la richiesta di rinvio a giudizio formulata dai p.m. della DDA, Francesca Mazzocco, Alessandro Picchi e Caterina Malagoli, per l'omicidio dei due ispano americani Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, che da circa un anno  erano 'ospiti' di cosa nostra bagherese i cui esponenti frequentavano assiduamente.

Fu la presenza di questi due emissari arrivati dal Canada, ed ancora non è stato chiarito sino in fondo il perchè del loro arrivo, che fece balzare Bagheria in un contesto di mafia internazionale, in stretti rapporti con la cosa nostra canadese governata dalla famiglia Pizzuto: sembra accertato che l'ordine di eliminare i due mafiosi in trasferta infatti sia partito direttamente dal Canada.

Pietro e Salvatore Scaduto,  figli di Antonio Scaduto, inteso Ninu u Carabinieri, ucciso davanti il bar Aurora nel primo pomeriggio del mese di maggio del 1989 assieme ad un fratello di Gino Tutino anche lui di  recente arrestato per un grosso traffico di droga, nel bel mezzo della seconda guerra di mafia che aveva visto cadere teste eccellenti, avevano nel passato riparato in Canada allacciando rapporti con la malavita locale.

L'operazione 'Argo' non li aveva visti tra i destinatari di mandato di cattura, ma fu il pentimento avvenuto in tempo reale di Giuseppe Carbone, a portarli in carcere: il Carbone che aveva cercato di riciclare un Rolex d'oro appartenuto a Fernandez era tenuto sotto streetta sorveglianza dai carbinieri, enon aveva saputo spiegare la provenienza di quel costoso orologio.

Pare che già ancora nell'auto dei Carabinieri che lo stavano conducendo in carcere, percepì di essere rimasto incastrato e maturò l'idea del pentimento.

Ricostrui nei dettagli l'agguato che assieme ai fratelli Scaduto aveva teso ai due ispano americani e consentì il ritrovamento dei due corpi carbonizzati che erano stati bruciati e coperti con dei fogli di eternit, in una discarica abusiva in contrada Fiorilli a Casteldaccia.

Gli Scaduto si difesero dicendo che Carbone era un mitomane e che aveva nei loro confronti motivi di risentimento, ma i riscontri probatori e investigativi sono stati ritenuti dai magistrati inquirenti più che sufficienti per richiedere un loro rinvio a giudizio con accuse pesantissime, dal duplice omicidio volontario e premeditato, sino al reato di soppressione e occcultamento di cadavere, da rischiare l'ergastolo.

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