La Procura chiede di archiviare l'indagine sulla scomparsa dei due ragazzini di Casteldaccia

La Procura chiede di archiviare l'indagine sulla scomparsa dei due ragazzini di Casteldaccia

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Ad oltre 21 anni dalla misteriosa scomparsa avvenuta il 31 marzo del 1992 di Mariano Farina e Salvatore Colletta, i due ragazzini di Casteldaccia, rispettivamente  di 15 e 12 anni, la Procura chiede l'archiviazione delle indagini.

E' questa la inevitabile ed amara conclusione di un fatto di cronaca, che ha coinvolto oltre che le famiglie anche  l'opinione pubblica, cui sono arrivati i pm Marzia Sabella e Francesca Mazzocco.

Ventuno anni in cui tutte le segnalazioni e le piste sono state battute, tutti i tentativi possibili di ritrovarli sono stati fatti, dopo che le ricerche tentate anche attraverso trasmissioni televisive come 'Chi l'ha visto' non hanno dato alcun esito, e dopo le reiterate sollecitazioni della famiglia Colletta soprattutto, (la famiglia di Mariano Farina si trasferì dopo qualche anno dalla tragedia negli USA), la giustizia deve alzare bandiera bianca.

Rimangono in piedi tutte le ipotesi, ma soprattutto un rammarico: se quelle ricerche mirate in contrada Celsi sul lungomare di Casteldaccia, che sono state esperite qualche mese fa su richiesta dell'avv. della famiglia Colletta, Salvo Lo Giudice, fossero state fatte nell' immediato occorso della scomparsa, forse il mistero si sarebbe potuto svelare.

Ma in quel momento nè l'opinione pubblica nè probabilmente la magistratura e gli inquirenti avevano piena consapevolezza della capacità sanguinaria di cosa nostra e della presenza così incombente e assoluta nel territorio, un tempo chiamato del triangolo della morte.

Tra le ipotesi, al tempo solo ventilata, ma che via via ha acquistato più consistenza rimane quella di qualche piccolo sgarbo, furtarello o altro, consumato dai due ragazzini ai danni di qualche boss della zona, o che i due abbiano visto qualcosa per cui hanno pagato con la vita.

altErano state le sollecitazioni dell'avv. Lo Giudice, in concomitanza con la testimonianza della moglie di un muratore che aveva parlato di un misterioso seppellimento, a ridare impulso alle indagini intorno alla età del mese di aprile di quest'anno.

Partì una  ricerca minuziosa in pozzi della zona dei villini dove imperava al tempo cosa nostra, si scavò anche presso un muro di cemento sul bordo di una strada di contrada Incorvino a Bagheria, ma nessuna traccia di nessun tipo è stata rinvenuta.

A credere ancora nel miracolo è rimasta Carmela La Spina, la mamma di Salvatore Colletta, che vive nella convinzione incrollabile che solo una mamma può avere, che il figlio non sia morto, che solo cause di forza maggiore lo abbiano costretto ad allontanarsi e che sia impedito di mettersi in contatto con la famiglia, ma che un giorno tornerà.