Cronaca

Nella mattinata i Carabinieri della Compagnia di Palermo Piazza Verdi hanno eseguito 4 misure cautelari (2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 1 ordinanza agli arresti domiciliari e 1 divieto di dimora nel Comune di Palermo[1]) e messo sotto sequestro il patrimonio aziendale dell’impresa individuale “RIBAUDO SALVATORE” che opera nel settore del movimento terra e trasporto dei rifiuti. Il valore dell’azienda, comprensivo di ben 16 mezzi di movimento terra, è di circa 1.000.000,00 di euro.

I reati contestati dalla Procura di Palermo sono la “realizzazione di una discarica non autorizzata priva di protezioni per il terreno, nonché gestione abusiva, deposito e abbandono incontrollato di rifiuti, pericolosi e non” (artt. 256, 257, 260 D.Lgs. 152/2006; art. 6 L. 210/2008 e art. 110 c.p.) in un’area rurale di oltre 4.000 m2 immersa negli agrumeti a margine del quartiere Falsomiele, a poco meno di 300 metri dal centro abitato.

Così come in alcune ben note realtà campane, anche a Palermo l’impatto ambientale di una sconsiderata gestione dei rifiuti ha provocato danni devastanti.

Le indagini hanno infatti documentato, in appena 70 giorni, 58 episodi di smaltimento di ogni tipo di materiale: amianto, mercurio, eternit e perfino un cavallo deceduto.

Sostanze pericolose selvaggiamente scaricate ed interrate sopra una falda acquifera che rifornisce i pozzi dei vicini terreni agricoli coltivati ad agrumi.

L’esecuzione dei provvedimenti, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Palermo (Dott.ssa Marina PETRUZZELLA), conclude una complessa attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palermo Piazza Verdi sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo (Procuratore Aggiunto Dott. Leonardo AGUECI, Sostituti Procuratori Dott. Calogero FERRARA, Dott.ssa Caterina MALAGOLI), che ha dimostrato come gli indagati abbiano, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, ed attraverso l’allestimento di mezzi ed attività organizzate, realizzato una discarica non autorizzata, priva peraltro delle necessarie misure volte a prevenire la contaminazione del suolo, e gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti, pericolosi e non, trasportandoli, abbandonandoli e depositandoli in modo incontrollato.

Le indagini, sviluppate dalla fine del 2012, nascono dalle evidenze raccolte dai militari attraverso servizi di osservazione che hanno permesso di filmare conferimenti e smaltimenti abusivi nonché di ricostruire la fitta rete commerciale creata dal RIBAUDO Salvatore, legale rappresentante e gestore dell’omonima impresa, unitamente al figlio Claudio, volta a rendere professionalmente al pubblico servizi fondati sul riciclaggio illecito dei rifiuti, non curandosi del fatto che gli stessi siano pericolosi o meno, e sul loro completo trattamento abusivo.

 

L’Impresa “RIBAUDO SALVATORE”

L’impresa Individuale “Ribaudo Salvatore” viene regolarmente registrata quale ditta di movimento terra e demolizione edifici nel 1988 e, solo nel 2001, viene iscritta all’albo dei Trasportatori dei rifiuti della Provincia di Palermo, accreditandosi per la raccolta ed il trasporto di rifiuti non pericolosi. Secondo le leggi italiane tali rifiuti avrebbero dovuto essere dalla ditta raccolti e conferiti, per il trattamento ed il successivo smaltimento, presso impianti autorizzati che avrebbero dovuto, a loro volta, accettare e timbrare gli appositi formulari volti al controllo della tracciabilità dei rifiuti trasportati.

Dal 2001 ad oggi, secondo i Modelli Unici di Dichiarazione ambientale (M.U.D.), depositati dalla ditta presso il competente ufficio del catasto dei rifiuti, l’attività di trasporto dei rifiuti risulterebbe effettuata unicamente nell’ambito dell’esercizio gestionale del 2009. Le indagini hanno invece dimostrato come, nel 2012 e nel 2013, la ditta fosse altamente attiva in questo particolare mercato ed avesse relegato l’attività di movimento terra e demolizione ad un ruolo residuale, se non di copertura formale, per quello estremamente più redditizio di smaltimento di ogni tipo di rifiuti. Di fatto, anche grazie ai sequestri portati a compimento, si è dimostrato come la moltitudine dei trasporti di ogni tipo di rifiuto fosse coperta attraverso la redazione, svolta a cura della dipendente RIBAUDO Veronica (nonché figlia del titolare), di false attestazioni documentali che indicavano prestazioni differenti rispetto a quelle realmente fornite (normalmente si riferivano alla movimentazione di sabbia).

Le intercettazioni telefoniche effettuate hanno comprovato come il RIBAUDO Salvatore, collaborato nella gestione dell’impresa dal figlio RIBAUDO Claudio e fedelmente coadiuvato dal dipendente GINEX Francesco, sia stato in grado di sovrintendere ad una fitta rete di clienti ai quali ha fornito, con conferimenti a cadenza giornaliera al costo medio di 250€ a trasporto, servizi incontrollati di smaltimento e riciclaggio di rifiuti anche pericolosi con un devastante impatto ambientale e una preoccupante indifferenza per la salute pubblica.

 

La discarica abusiva e le risultanze geologiche

Per quanto riguarda lo smaltimento dei materiali prelevati, le attività di indagine hanno messo alla luce, oltre all’abbandono dei rifiuti letteralmente al primo angolo di strada, la realizzazione di un sito, di 4.000 mq circa, adibito stabilmente a discarica creato in un terreno da tempo trascurato dai legittimi proprietari per ragioni di eredità. In questo appezzamento i rifiuti venivano, talvolta, semplicemente dispersi sul terreno, talaltra, occultati miscelandoli tra loro ed interrandoli in apposite buche realizzate e poi ricoperte con un escavatore.

La dimensione dell’economia illecita realizzata dagli arrestati, riguardante soprattutto il settore edilizio, viene evidenziata sia l’elevato numero di mezzi movimento terra posti sotto sequestro che dalle dimensioni del blocco di rifiuti appiattito sul terrendo di Falsomiele con un valore medio stimato di circa 6.500 m3.

Le conseguenze negative per l’ambiente sono di proporzioni allarmanti nella considerazione che i carotaggi eseguiti hanno dimostrato, tra i rifiuti, la presenza di materiali isolanti contenti amianto, eternit, rifiuti dell’attività di costruzione contenenti mercurio nonché terre e rocce contenenti sostanze pericolose; il tutto conferito senza alcuna protezione in un terreno permeabile ed altamente vulnerabile per la presenza di una falda acquifera da cui, peraltro, i vicini pozzi attingono per l’irrigazione delle colture ivi realizzate.

La notizia era comparsa qualche giorno fa sul sito on line resapubblica.it ed è da lì che la riprendiamo, anche perchè l'Ufficio circondariale marittimo di Porticello che sta indagando sul caso non ha fornito alcun riscontro ufficiale alle affermazioni riportate  al periodico online.

Sarebbe accaduto che presso diverse cooperative di pescatori sia i piani di sicurezza delle imbarcazioni che le condizioni fisiche di salute di idoneità dei marittimi imbarcati, piuttosto che da un medico, come la legge prevede, sarebbero stati 'certificati' da un soggetto che, non solo non aveva la laurea in Medicina e Chirurgia, ma pare che non possedesse neanche il diploma di scuola superiore.

Gli uomini della Capitaneria di Porticello, agli ordini del tenente di vascello Nicola Silvestri, hanno perquisito nelle scorse settimane sedi  di cooperative di pescatori per trovare riscontri alla attività illecita del finto medico.

Le indagini, che sono ancora in corso, lasciano prevedere sviluppi clamorosi.

in copertina Foto di archivio

Da qualche settimana chi frequenta la Prefettura aveva orecchiato che nei confronti del comune di Altavilla si stesse muovendo qualcosa in conseguenza di alcune delle dichiarazioni rese dal pentito Vincenzo Gennaro, che stando ad un articolo di Salvo Palazzolo riportato nella edizione di Palermo del quotidiano 'La Repubblica' di domenica 2 febbraio, tirerebbero pesantemente in ballo l'attuale sindaco Nino Parisi.

In particolare il pentito altavillese, dopo Stefano Lo Verso di Ficarazzi, Giuseppe Carbone di Casteldaccia e Sergio Flamia di Bagheria, per il ruolo che ricopriva  conosce molte cose e non solo su Altavilla Milicia.

Vincenzo Gennaro si occupava di piani di sicurezza dei cantieri e per questa sue frequentazioni con i costruttori rappresentava, secondo l'accusa che aveva portato al suo arresto, la cerniera tra questi ultimi e i responsabili della famiglia altavillese che sviluppavano le loro attività estortive, anche nei confronti di aziende edili bagheresi che hanno operato in quel territorio.

Le dichiarazioni di Gennaro assieme a quelle di Flamia sono state depositati dai p.m., per la parte che riguarda gli imputati dell'operazione 'Argo', la cui fase di indagine preliminare si è chiusa proprio tre settimane fa: il resto è tutto coperto dagli omissis.

Ed una delle ammissioni fatte dal Gennaro davanti al p.m. Francesca Mazzocco tira in ballo proprio Nino Parisi, sindaco di Altavilla, eletto nel 2012: " Io avevo avuto una promessa dal sindaco Nino Parisi - dice Gennaro -mi disse di dargli una mano, e non ti preoccupare perchè ti farò lavorare come un pazzo; ora c'è un lavoro che dovrebbe partire con provveditorato e ti faccio dare l'incarico di direttore di cantiere...questo per la riqualificazione urbana della zona sud est"

"Io mi impegnai - continua Gennaro - in una dichiarazione dello scorso 13 settembre - si sono vinte le elezioni e mi ha chiamato il sindaco; ...ah sbarazzati che già sono pronti per partire.......che ora ti dico come presentare la richiesta per farti dare l'incarico di direttore di cantiere."

A Gennaro viene chiesto. "Ma il sindaco Parisi sapeva che Lei faceva parte della famiglia di Altavilla?" e Gennaro di rimando: "Lui non lo sapeva, questo glielo posso garantire, almeno io non glielo ho detto mai, però il padre Salvatore è normale che lo capiva."

Ma Gennaro aggiunge anche che era lui a preparare le partecipazioni delle varie ditte ai cottimi fiduciari e a distribuire in qualche modo la torta, tant'è che dice agli investigatori ' tutte le domandine per i cottimi le compilavo io, tutte le domande hanno la mia calligrafia"

Le dichiarazioni di Gennaro riscontrano quanto i Carabinieri già in parte sapevano e cioè che esponenti della mafia di Altavilla si erano spesi nella campagna elettorale che nel  2012 aveva portato Nino Parisi all'elezione a sindaco.

Nelle carte di Argo infatti c'è una intercettazione che riguarda Pietro Liga uno degli arrestati appunto nell'operazone 'Argo', in cui Lombardo Francesco, anche lui arrestato nella stessa operazione diceva: "Pì diamogli una mano a questa mia cugina (Lombardo Carmela n.d.r.)  se no brutta figura faccio. facciamo la figura di nessuno."

Ed i Carabinieri annotano: "Liga Pietro si attivava in tal senso svolgendo appunto propaganda elettorale per raccogliere consensi per Lombardo Carmela ( poi eletta consigliere e presidente del consiglio n.d.r.)  non tralasciando di sottolineare che la candidata era 'sponsorizzata' da Franco, e per lo schieramento politico nel quale quest'ultima era inserita che appoggiava la candidatura a sindaco di Nino Parisi."

Le dichiarazioni di Gennaro sono già state trasmesse alla Prefettura di Palermo per i provvedimenti di propria competenza, vale a dire l'eventuale invio di commissari prefettizi che passeranno al setaccio l'operato dell'amministrazione Parisi, ma non  solo.

 

 

 

Il forte vento di scirocco che da stamane soffia sulla Sicilia, sta provocando una serie di disagi anche a Bagheria: sono già quasi  una decina gli interventi che stanno effettuando o hanno già effettuato i Vigili del fuoco con la collaborazione del personale comunale e della Forestale: diversi gli alberi sradicati o i rami spezzati che hanno creato problemi al traffico.

In via Orazio Costantino, nell'area del cimitero, presso lo svincolo autostradale, sulla S.S.113, e sulla provinciale n °16 dove, subito dopo l'innesto sulla circonvalazione est, un grosso albero caduto ha bloccato il traffico.

 Per il forte vento un albero è caduto sulla corsia dell'autostrada A19 Palermo-Catania, prima dello svincolo di Villabate, in direzione del capoluogo etneo. Un'auto è stata presa in pieno, ma  il conducente è rimasto illeso. Sul posto dove è intervenuto personale dell'Anas si è creata una lunga fila. 

Non solo alberi o rami spezzati, ma anche tabelloni pubblicitari divelti sempre a Bagheria nella zona dello svincolo autostradale e addirittura un serbatoio d'acqua oltre ad alcune tegole sistemate sul tetto di una abitazione in via Città di Palermo sono volati via provocando, per fortuna, solo una grande paura.

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