Cronaca

L'insieme di imprese e di beni di Michele Aiello, e cioè  villa Santa Teresa, sei imprese operanti nell'edilizia e otto nel settore sanitario, 22 veicoli industriali, 24 autovetture (tra cui una Porsche Cayenne) e due barche a vela, il cui valore complessivo ascende a circa 8oo milioni di euro,  sono qualificabili come beni appartenenti ad "impresa mafiosa". 

Con questa motivazione la V sezione della Corte d'appello di Palermo ha confermato la sentenza di 1° grado di confisca dei beni appartenuti all'imprenditore bagherese.

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Prosegue la stringente collaborazione tra la Guardia di Finanza e l’Università degli Studi di Palermo, prioritariamente mirata alla scoperta di truffe da parte di chi, attestando falsamente condizioni di disagio economico, riesce ad ottenere indebite esenzioni dal pagamento delle tasse universitarie, a danno di chi ne ha effettivamente diritto.

La sinergia si basa sul Protocollo d’intesa stipulato tra il Comando Regionale “Sicilia”della Guardia di Finanza e l’Università di Palermo il 1 ottobre 2008 e sul sistema informatico messo a punto dall’Ateneo che permette di fare emergere indici di anomalia nelle autocertificazioni presentate dagli studenti in sede di iscrizione annuale all’Ateneo sulle condizioni economiche proprie e del nucleo familiare.

La lista delle posizioni a rischio, viene quindi comunicata al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo che effettua una serie di incroci con le banche dati a propria disposizione, come l’Anagrafe Tributaria, per confrontare i dati comunicati dagli studenti e le dichiarazioni dei redditi.

Dopo questa ulteriore attività di selezione, viene avviata una serie mirata di controlli finalizzati a scoprire e denunciare le indebite percezioni di contributi statali per il diritto allo studio.

Ma il Protocollo fra Fiamme Gialle e l’Ateneo non si ferma a questo, essendo previsto che gli elementi comunicati alla Guardia di Finanza possano essere utilizzati dai finanzieri anche per individuare eventuali locazioni di immobili “in nero” a parte degli studenti residenti fuori città, che spesso sono costretti a sottostare a contratti d’affitto esorbitanti.

E proprio in materia di affitti in nero agli studenti, i finanzieri del Comando Provinciale, partendo dagli ultimi dati comunicati dall’Università, hanno inviato 320 questionari ad altrettanti studenti residenti fuori provincia, chiedendo elementi di dettaglio in merito all’eventuale locazione di appartamenti nella città, il canone corrisposto e le modalità di pagamento: solo grazie alle prime risposte pervenute sono stati individuati ben 23 proprietari di immobili nelle zone circostanti l’Università che non hanno dichiarato i ricavi percepiti dalla locazione agli studenti dei loro appartamenti per circa 200 mila euro.

Il caso più eclatante emerso in questo contesto è quello del proprietario di un immobile del centro storico che ha affittato per ben 6 anni consecutivi il suo appartamento a 4 studenti universitari, ricavandone 30 mila euro: nonostante il locatore avesse registrato il contratto di affitto, come previsto dalla vigente normativa, ha però “dimenticato” di dichiararne i relativi introiti al fisco.

Sul fronte delle indebite esenzioni dal pagamento delle tasse universitarie, invece, dall’inizio della collaborazione sono già 38 le denunce inoltrate dai Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo all’Autorità Giudiziaria per i reati di truffa e falso a carico di coloro che hanno autocertificato fittizie condizioni reddituali ed economiche.
Sulla base dei positivi risultati fino ad ora conseguiti, l’Università palermitana trasmetterà nei prossimi giorni al Comando Provinciale della Guardia di Finanza, come all’inizio di ogni anno accademico, un ulteriore elenco di 100 nominativi di studenti neo – iscritti, selezionati su un più ampio campione, a seguito dell’individuazione di alcuni indicatori di possibile anomalia rilevati dalle autocertificazioni presentate ai fini dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie.

L’elenco sarà quindi messo subito in lavorazione dalla Guardia di Finanza per l’avvio di ulteriori controlli mirati, finalizzati a scoprire eventuali ulteriore casi di frode.

 

Ufficio Stampa Guardia di Finanza
 

Nel quadro dell’intensificazione del controllo economico del territorio finalizzato anche alla prevenzione delle violazioni in materia di sicurezza e contraffazione dei prodotti scolastici destinati ai più piccoli, disposta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo in concomitanza con l’apertura delle scuole, i finanzieri del Gruppo Pronto Impiego del capoluogo palermitano hanno scoperto, nelle immediate vicinanze della Stazione centrale, un deposito di merce falsa da cui si rifornivano anche molti commercianti ambulanti ed abusivi del centro di Palermo.

Al magazzino i “baschi verdi” sono risaliti proprio mettendo sotto osservazione alcuni di questi ultimi, seguendone gli spostamenti ed i contatti nelle ultime settimane, fino ad individuare un commerciate di 44 anni di nazionalità cinese, in regola con la normativa in materia di soggiorno per gli stranieri, che dal suo negozio situato anch’esso nei pressi della Stazione, utilizzando un p.c. nel quale vi era memorizzato l’intero catalogo della merce illegalmente venduta, dopo aver “preso l’ordinazione” dal cliente, usciva dalla sua attività commerciale e si recava guardingo al primo piano di una palazzina adiacente al negozio, uscendone poco dopo consegnando la merce ordinata.

Il movimento di “clienti” intorno al negozio era notevolmente aumentato negli ultimi giorni e i finanzieri avevano notato che il materiale maggiormente commercializzato e distribuito anche a diversi ambulanti, erano zainetti, astucci e borsette per la scuola di noti marchi.

La perquisizione del negozio e poi dell’appartamento utilizzato come magazzino dal responsabile, ubicato al piano ammezzato di una palazzina adiacente all’esercizio e suddiviso in tre grosse stanze, ha portato i finanzieri a rinvenire, conservati in numerosi scatoloni, 82.713 articoli contraffatti fra astucci, contenitori per colori, zaini per la scuola, borsette e portafogli per bambine, orologi e sveglie per bambini ed altri prodotti per i più piccoli – quali pupazzi luminosi, lancia dischi e yoyo - prevalentemente riportanti i loghi falsi “Hello Kitty”, “Hanna Montana”, “Winx”, “Winnie the Pooh”, “Ben 10”.

La merce, evidentemente fabbricata con materiale scadente e rifinita in maniera approssimativa con piccole parti facilmente staccabili e quindi potenzialmente pericolosa, soprattutto per i bambini cui era destinata, se venduta integralmente avrebbe fruttato al responsabile circa 200.000 euro.

Tutta la merce è stata sequestrata ed il titolare dell’esercizio, oltre a una sua collaboratrice, una cinese di 27 anni, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica.
Anche l’intero appartamento utilizzato quale deposito della merce contraffatta è stato sottoposto a sequestro preventivo dalle Fiamme Gialle.

 

Fonte Ufficio Provinciale Stampa Guardia di Finanza

 

Santa Flavia (PA)- "Tolleranza zero" alle frodi alimentari sul pescato: questo è il senso dei controlli, effettuati in questi giorni dal personale della Guardia Costiera di Porticello, mirati essenzialmente a bloccare la commercializzazione di prodotti ittici non idonei al consumo umano.

Proprio nella mattina odierna, in Santa Flavia (Pa), personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Porticello, coordinati dal Comandante Tenente di Vascello (CP) Silviamaria MALAGRINO’, durante lo svolgimento di una serie di controlli, hanno denunciato alla competente Autorità Giudiziaria, la “detenzione, trasporto e commercializzazione di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione nonché sotto la taglia minima consentita”.

I controlli hanno interessato l’area antistante il mercato ittico di Porticello, dove sono stati rinvenuti anche diversi esemplari di squaloidi, che spesso, dopo essere stati lavorati vengono immessi nel mercato come pesce spada, ma a causa dell’elevato tasso di mercurio, presente in maniera naturale nell’organismo degli stessi, creano allergie o infezione del tratto intestinale a causa di diversi agenti eziologici; i più conosciuti sono il protozoo Entamoeba histolytica, responsabile della dissenteria amebica, e i batteri della specie Shighella (come la Shighella dysenteriae), causa della dissenteria bacillare o shighellosi.

I due quintali di prodotto ittico sequestrato,venivano certificati da personale sanitario dell’A.S.P. di Palermo U.O. veterinaria di Bagheria “non idoneo al consumo umano” e quindi sottoposto a sequestro disposto dalla competente Autorità Giudiziaria che ha coordinato le operazioni. Sono in corso indagini da parte dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello competente per territorio, per accertare dove i commercianti si siano riforniti dei prodotti ittici e per identificare i commercianti che sempre più spesso immettono nel mercato prodotti provenienti da paesi asiatici.

L’Ufficio Circondariale marittimo – Guardia Costiera di Porticello continua a sensibilizzare quanti siano testimoni di attività illecite perpetrate a danno della pesca e dell'ambiente marino ed in generale, invita a segnalare tempestivamente al numero telefonico 1530 eventuale notizia/elemento, che possa essere utile per consentire una più efficace attività di contrasto.

 

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