Cronaca

Al termine di indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo - Dipartimento Pubblica Amministrazione, i Finanzieri del locale Comando Provinciale hanno individuato casi di assenteismo che hanno riguardato 13 dipendenti dell’Ufficio del “Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale”.

In particolare, i militari del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia tributaria, grazie a telecamere nascoste in prossimità degli ingressi dell’Ufficio del Garante e attraverso appostamenti, pedinamenti e servizi di osservazione, hanno monitorato per oltre un mese alcuni dipendenti che, durante l’orario di servizio, erano soliti assentarsi dal proprio posto di lavoro per recarsi, spesso in gruppo, presso bar e altri esercizi commerciali a Palermo, anche per diverse ore nell’arco della stessa giornata.

Alcuni dei dipendenti “osservati” non si presentavano affatto in ufficio pur risultando presenti, altri impiegavano anche 2 ore per la pausa pranzo (a fronte dei 30 minuti previsti) o addirittura non rientravano affatto in ufficio, altri ancora hanno maturato oltre 20 ore di assenza nell’arco di una sola settimana.

Successivamente, i Finanzieri hanno perquisito l’Ufficio del Garante rinvenendo e sequestrando i “fogli di presenza” giornalieri compilati e sottoscritti dai dipendenti che erano risultati assentarsi ripetutamente dal proprio posto di lavoro.

È stata così rilevata la non rispondenza degli orari riportati sui “fogli presenza” con quelli effettivamente svolti nell’arco delle giornate oggetto di video-riprese e pedinamenti.

Il danno subito dall’Erario a causa delle ore di servizio retribuite ma non prestate è stimabile, orientativamente, in 250 mila euro.

Le indagini proseguono per fare luce anche su altri aspetti relativi alle modalità di gestione e funzionamento complessivo dell’Ufficio.

 

Fonte  Ufficio Stampa della Guardia di Finanza
 

Nella mattinata odierna, in Bagheria (PA), i Carabinieri della locale Stazione, nel corso di un servizio di pattuglia, notavano che ignoti, verosimilmente durante la decorsa notte, avevano imbrattato con della vernice grigia la targa commemorativa della piazza “Messina - Butifar”, intitolata agli omonimi militari dell’arma, caduti in Bagheria nell’adempimento del dovere.

 

Sul luogo non è stata rilevata alcuna scritta.

I carabinieri intervenuti, hanno pertanto informato personale del Comune, che ha provveduto a ripulire la targa commemorativa.

Sono in corso indagini, a cura dei Carabinieri e non si esclude una bravata di giovani adolescenti.

Palermo, 20 settembre 2012

Nota della Redazione 

Nel corso della mattinata il sindaco Vincenzo Lo Meo e l'assessore all'urbanistica Piero Tornatore si sono premurati di incaricare una ditta specializzata che ha dato la propria disponibilità a ripulire gratuitamente la targa imbrattata.

Nel tardo pomeriggio di ieri in Bagheria (PA), i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia, unitamente alla pattuglia della Stazione di Baucina, hanno tratto in arresto due giovani bagheresi responsabili dei reati di rapina e resistenza a pubblico ufficiale, identificati in MAZZOLA Emanuele, nato a Palermo 20enne, e DI FIORE Francesco Paolo, nato a Palermo 22enne, entrambi nullafacenti.

I due compagni di merenda, poco prima, in Baucina (PA), avevano fatto irruzione all’interno dell’abitazione di un’anziana signora T.C., classe 1936, al momento da sola, e dopo averla immobilizzata sotto la minaccia verbale si erano fatti consegnare oggetti in oro per un valore complessivo di 1.000 euro. I due arraffato il bottino, si davano a repentina fuga a bordo di un’autovettura utilitaria.

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Durante la notte, ignoti hanno imbrattato con una vernice nera, probabilmente scagliando un barattolo, la targa che ricorda il sacrificio del maresciallo Salvatore Messina e dell'appuntato Francesco Butifar  avvenuto nel 1948, targa sistemata nella piazzetta che da loro ha preso il nome.

Il fatto è stato scoperto intorno all ore 7.00 da un pattuglia dei Carabinieri che si trovava di passaggio, ma subito dopo alla Caserma dei CC. è arrivata la telefonata di una donna che segnalava il gravissimo episodio.

Già stamane curiosi, passanti ma anche esponenti del mondo politico, e tra questi Gino Di Stefano ed il neoassessore provinciale Bartolo Di Salvo esprimevano il loro sdegno e la loro preoccupazione per questi atti vandalici che probabilmente vogliono lanciare messaggi inquietanti.

I carabinieri hanno sin da subito effettuato dei sommari rilievi per cercare di capire se dietro il grave fatto ci sia soltanto il gesto di uno sconsiderato o, come si tende a pensare, se questo oltraggio alllineato ad altri seganli inquietanti arrivati nelle ultime settimane, voglia essere una sorta di sfida a dei simboli antimafia.

Si ricorderà che qualche settimana fa ad essere oggetto di un gesto oltraggioso era stato il busto bronzeo del cardinale Salvatore Pappalardo, il prelato che si era caratterizzato per il suo impegno pastorale e antimafioso.

La targa era stata apposta con una solenne cerimonia il 28 novembre 2009 durante l'amministrazione di Biagio Sciortino: alla cerimonia oltre ai familiari dei due carabinieri uccisi, erano intervenuti il comandante provinciale dell'Arma Teo Luzi, il procuratore generale della Repubblica, Francesco Messineo, i sindaci dell'intero circondario, ragazzi della scuole e autorità cittadine.

Era presenta anche la Banda dell'Arma dei Carabinieri.

Si era voluto con questo gesto, in qualche modo riparatore, chiudere una pagina ingloriosa della storia locale, dando merito al coraggio e alla determinazione che in tempi duri e difficili, forse più che adesso, avevano dimostrato i due militari dell'arma, nella lotta contro il crimine e la mafia.

In giornata è atteso un comunicato dell'Arma dei carabinieri.

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