Cronaca

È accaduto nel corso della notte scorsa, quando, durante lo svolgimento di un servizio di perlustrazione del territorio, finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, svolto in contrada “Sant’Onofrio” della periferia del Comune di Trabia, dove sono ubicate numerose residenze estive, allo stato disabitate, i Carabinieri della Stazione di Trabia, unitamente ai colleghi del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Termini Imerese, hanno tratto in arresto, , IANCU Costantin, cittadino romeno classe 1986, residente a Palermo, per il reato di furto aggravato in abitazione.

La pattuglia della Stazione Carabinieri di Trabia, alle ore 03.00 circa, nel mentre percorreva la strada intercomunale 12 che attraversa la contrada “Sant’Onofrio”, notavano parcheggiata, all’interno di un piccolo viottolo di campagna, distante solo pochi metri dalla recinzione di una villetta, un’autovettura. Insospettiti dalla insolita presenza dell’auto, procedevano ad effettuare gli accertamenti tramite la Centrale Operativa della Compagnia di Termini Imerese, riscontrando che l’auto era oggetto di furto, avvenuto a Palermo nel dicembre del 2013.

Pertanto, veniva tempestivamente richiesto l’ausilio di un’altra pattuglia delle “gazzelle”, con il compito di vigilare il retro della villetta in questione. I militari dell’Arma si posizionavano a debita distanza e dopo pochi minuti di attesa intravedevano un giovane che nel buio della notte stava scavalcando dall’interno la recinzione della villetta, mentre, in modo fugace, si apprestava a salire a bordo della predetta autovettura.

Atteso ciò, i militari operanti decidevano di entrare in azione, riuscendo a bloccare il giovane ladro con una mossa fulminea.

L’abile ladro solitario, si era introdotto mediante l’effrazione della porta d’ingresso e probabilmente con l’aiuto di complici, riusciti a dileguarsi tra la vegetazione, sfruttando l’oscurità della notte. Nella villetta, dopo aver richiesto l’intervento del proprietario, risultavano mancare alcuni monili in oro ed un televisore, rinvenuto poi nel giardino adiacente. La perquisizione sull’autovettura, consentiva di rinvenire strumenti atti all’effrazione, materiale elettronico vario, un contenitore in plastica con 10 litri circa di olio d’oliva e monili in oro, tra i quali proprio quelli risultati rubati nella villetta.

Sempre all’interno dell’autovettura, è stata rinvenuta ulteriore refurtiva risultata essere provento di altri furti, commessi sicuramente nelle ore precedenti all’arresto del IANCU Costantin, in danno di abitazioni non abitate.

Infatti, nelle ore successive, i Carabinieri della Stazione di Trabia, aiutati dalle prime luce del sole, riuscivano ad accertare, che nel corso della notte anche altre abitazioni della zona erano state oggetto di furti o comunque di tentativi di furti, conclusi con il solo danneggiamento di inferriate e porte d’ingresso.

altNei prossimi giorni si procederà pertanto all’attività di riconoscimento della refurtiva recuperata, da parte dei proprietari delle abitazioni oggetto di furti e danneggiamenti.

Nella circostanza a IANCU Costantin veniva contestato, oltre al reato di furto aggravato in abitazione, anche il reato di ricettazione poiché l’autovettura da lui utilizzata, le cui chiavi sono state peraltro trovate nella sua disponibilità, è risultata essere rubata a Palermo il 05.12.2013.

Nella giornata di ieri, l’arrestato è stato sottoposto a giudizio con rito direttissimo presso il Tribunale di Termini Imerese, durante il quale il Giudice, oltre a convalidare l’arresto, attesa la sua recidività nel reato di furto e il patteggiamento richiesto dalla difesa, disponeva la condanna del IANCU Costantin, ad anni 1 e mesi 5 di reclusione, pertanto la sua traduzione presso la Casa Circondariale “Cavallacci”.

 

 

 

 

 

nella foto Iancu Costantin

 

Stanotte, a nove mesi esatti dall’ultima retata, gli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Palermo, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno chiuso il cerchio su altri otto presunti affiliati accusati di mafia ed estorsioni.

Tra gli arrestati c’è pure un minorenne: il suo ruolo nell’organizzazione, con tutti i dettagli del blitz, saranno delineati dagli investigatori in una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 negli uffici della Squadra mobile alla presenza del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e del questore Nicola Zito.

L’operazione di oggi, denominata «Agrìon», è in qualche modo un seguito delle inchieste Atropos (ottobre 2012) e Atropos 2 (marzo 2013) che finora hanno portato all’arresto di una cinquantina di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi.

Tra queste, figurano anche gli ultimi vertici del mandamento, come Franco Picone e il suo braccio destro Fabio Chiovaro (che finirono in cella lo scorso anno con altre 40 persone) e il loro successore, Renzo Lo Nigro, arrestato a marzo.

Durante le indagini gli investigatori hanno fatto piena luce su un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore e sulla violentissima rappresaglia compiuta che ha coinvolto anche un parente della vittima, pestati a sangue a colpi di mazza per essersi rifiutati di pagare il pizzo.

Martedì scorso tra i vicoli della Noce e di Altarello due uomini armati di pistola hanno seminato il panico, raggiungendo un artigiano e sparandogli a una gamba.

L’uomo, Vincenzo Di Cristina, di 56 anni, il 16 novembre aveva già subìto un avvertimento in via Scillato, davanti casa sua, dove qualcuno gli bruciò l’auto. L’allarme in Procura è scattato quando oltre ai suoi precedenti sono stati analizzati anche quelli del figlio, arrestato nella retata di marzo con l’accusa di essere l’autista di Lo Nigro.

Assieme al falegname Giuseppe Castelluccio, 37 anni, considerato il nuovo capofamiglia, sono finiti in carcere Carlo Russo, Giovanni Buscemi, Marco Neri, Angelo De Stefano, Massimiliano Di Majo e il marocchino Chercki El Gana. 

Assieme a lui, il G.U.P. Gugliemo Nicastro, dopo due sole udienze, ha rinviato a giudizio la moglie Concetta Argento, la segretaria Stefania Scaduto, l'ex assessore regionale al Territorio Luigi Gentile, e l'ex direttore regionale dell'agenzia per l'impiego Rino Lo Nigro, fissando la prima udienza del processo il 4 marzo 2014, davanti alla IV sezione del Tribunale penale di Palermo.

Rimane fuori dal giudizio in questa fase Francesco Riggio ex presidente del Ciapi, la cui posizione, per un difetto di notifica, è stata stralciata, ma che potrebbe essere riunito al procedimento principale, se in futuro,  superata la questione procedurale, un altro G.U.P dovesse deciderne il rinvio a giudizio.

Fuori dal processo Domenico Di Carlo, ex rappresentante del Consorzio ASI, che ha ottenuto il rito abbreviato re l'ex assessore al terirtorio Gian Maria Sparma, che ha patteggiato un anno e sei mesi, dopo avere ammesso le proprie responsabilità.

L'indagine ruota attorno a 5.000.000 di euro che il manager Fausto Giacchetto, grazie alla compiacenza, o addiruttura la complicità, di politici e dirigenti regionali, sarebbe riuscito a pilotare verso le aziende di comunicazione che a lui facevano riferimento.

Gli imputati sono a vario titolo accusati di associazione a delinquere, truffa e falso in atto pubblico.

Attualmente Giacchetto si trova agli arresti domiciliari.

Sono ben nove i computer che ignoti hanno trafugato  dal comune di Bagheria, non è ancora chiaro se nella notte di venerdì o di sabato. Ad essere presi di mira sono stati l'Ufficio legale dove sono stati rubati i due computer in dotazione, e l'Ufficio Tasse dove ben sette computer hanno preso il volo assieme ad alcune unità di memoria.

In questo momento gli uomini della Polizia scientifica ede l Commissariato di Bagheria stanno facendo i rilievi per verificare la presenza di impronte digitali o comunque di tracce o elementi utili per risalire agli autori del gesto.

Diverse le ipootesi su come e quando possa esere stato realizzato il furto: ad accorgersene stamattina sono stati gli impiegati degli uffici coinvolti, ma nulla esclude che l'azione criminosa possa essere stata perpetrata già nella notte di venerdì.

Secondo i primi accertamenti i ladri dopo avere svuotato sui pavimenti degli uffici  i sacchi neri della spazzatura li hanno utilizzati per asportare la refurtiva. Ipotesi anche sulla via di accesso utilizzata: se, come parebbe, i malviventi sono entrati scavalcando il cancello della villetta Ugdulena, o anche se approfittando della iniziative di Natale in cantiere che si svolgono proprio nella villetta siano riusciti a penetrare negli uffici e ad acquattarsi attendendo poi la notte per portare a termine il furto.

Sicuramente per allontanarsi hanno utilizzato l'accesso secondario al comune di via Goethe la cui serratura è risultata manomessa.

Al di là del danno economico, ed era forse questo l'obiettivo del ladri, c'è il danno  sicuramente più grave legato al furto delle unità di memoria, perchè in queste erano custoditi dati importanti e le posizioni dei contribuenti oltre che di quanti hanno contenziosi aperti con il comune.

Anche se il comune conserva i dati in una memoria esterna ci vorrà del tempo per ricostruire le singole posizioni dei contribuenti e questo potrebbe riverberarsi sulle casse comunali, già dissestate di suo, con ritardi o omissioni di versamenti.

Comunque la prima impressione degli inquirenti, in considerazione dei numerosi furti di computer perpetrati nelle scuole, e che non rintracciabile un criterio selettivo nel furto delle memorie, porterebbe ad escludere che i ladri abbiano voluto provocare ad arte un danno che vada al di la del valore venale delle apparechhiature rubate.

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