Cronaca

Una serie di reati considerati minori, ma che destano un serio allarme sociale: nell'ultima settimana gli agenti del Commissariato di Pubblica sicurezza di Bagheria hanno denunciato un nutrito gruppo di persone per reati tra i più diversi, alcuni contro le persone altri contro il patrimonio.

Due di questi T.G. del 1943  e M.A del 1973 sono stati denunciati per lesioni personali colpose; per falsa attestazione di generalità a pubblico ufficiale sono stati invece denunciati due giovanissimi, M.V. del 97, e Z.P: del 99; M.G. e C.L.C. sono stati segnalati all'A.G. per invasione e danneggiamento di terreni ed infine T.D. di 41 anni per inadempienza dell'obbligo di assistenza alla famiglia.

Lo scorso 26 di febbraio la Strada Provinciale 88, nel corso di una manifestazione di ragazzi e di giovani che hanno reso con la loro partecipazione indimenticabile la giornata, veniva dedicata alla Marcia Antimafia Bagheria - Casteldaccia del 26 febbraio 1983, quel grande schieramento di popolo che marciò da Bagheria a Casteldaccia per manifestare 'contro la mafia e la droga'.

Un gesto bello, per segnare anche nei nomi delle strade i momenti cardine della nostra storia e ricordarla sempre a chi ci seguono; oltre ai giovani c'erano anche le autorità: il Prefetto, il questore, i sindaci del territorio, il commissario straordinario della Provincia reginale di Palermo, Domenico Tucci, il padrone di casa, essendo appunto la strada dei valloni un'arteria provinciale.

Insomma le persone giuste oltre ai partecipanti per dare la giusta solennità all'evento. C'eravamo anche noi e 'scoprimmo', è il caso di dire, una frana di almeno una cinquantina di metri della sede stradale, incredibilmente pericolosa, ad appena un centinaio di metri dall'abitato di Casteldaccia, che francamente ha suscitato qualche riflessione, se vogliamo banale.

Giusta, giustissima, doverosa l'intitolazione, ma la strada dei valloni non è una trazzera di montagna arroccata chissà dove, ma una strada giornalmente percorsa da centinaia di casteldaccsi soprattutto, che la usano come scorciatoia per raggiungere Bagheria, ma anche parecchi bagheresi sono soliti imboccare la strada dei ' valloni' per raggiungere Csteldaccia o le contrade di campagna.

E sono in tanti ad averci segnalato la pericolosità potenziale di questa situazione.

Ma è possibile che dal mese di ottobre 2013, quando cioè si verificò la frana in seguito ad un forte acquazzone nessuno  sia ancora in grado di porre rimedio?

La frana è abbastanza visibile e segnalata, di giorno e per le vetture che vengono da Bagheria, ma è sostanzialmente 'cieca' per chi da Casteldaccia si muove verso Bagheria; magari di sera e con la strada bagnata per chi arriva a velocità e si accorge all'ultimo del notevole restringimento della sede stradale, una frenata  improvvisa o una manovra  poco accorta possono innescare una tragedia.

Ma perchè il commissario alla Provincia gen. Domenico Tucci ancora non interviene, si chiede la gente.           

 Un appello vogliamo fare al commissario straordinario per la Provincia, ai due sindaci maggiormente interessati e cioè quelli di Casteldaccia e Bagheria, Spatafora  e Lo Meo, che pensiamo sicuramente si saranno già attivati, al capogruppo del Megafono regionale ,l'on. Giovanni Di Giacinto, per mettere assieme la loro influenza e la loro capacità di pressione perchè questo rischio incombente abbia ad essere prontamente rimosso.

"A partire dal 9 aprile 2013 la Polizia giudiziaria che seguiva costantemente i movimenti di Fernandez e Pimentel, constatava come questi si fossero improvvisamente allontanati. Al momento gli stessi risultano irreperibili. L'attuale irreperibilità potrebbe essere conseguenza di una precipitosa fuga: non si esclude, tuttavia, che possano essere state vittime di un duplice omicidio."

Scivono così i magistrati  inquirenti, mentre, con accenti premonitori, preparano le carte del provvedimento di fermo degli indiziati di delitto dell'operazione 'Argo', accennando ad una ipotesi che troverà conferma giusto l' 8 maggio 2013, allorchè Giuseppe Carbone, da poco fermato, ancora nell'auto dei CC che lo stava conducendo in caserma a Palermo, manifesta la volontà di collaborazione con la giustizia e nella stessa giornata consente il ritrovamento dei due corpi bruciati di Fernandez e Pimentel nella discarica di Fiorilli a Casteldaccia.

Ma oltre agli inquirenti anche gli esponenti di cosa nostra entrano in fibrillazione: Sergio Flamia in particolare che aveva sin dall'inizio guardato all'arrivo di questi due personaggi con un certo sospetto, mai in seguito del tutto dissipato, e la cui vicinanza degli ispano-americani con gli Scaduto gli faceva temere che potessero essere parte del progetto omicidiario degli Scaduto stessi nei suoi confronti.

Questa rancorosità degli Scaduto nei confronti del Flamia, potrebbe avere origine nel fatto che, secondo una dichiarazione del pentito ficarazzese  Stefano Lo Verso, uno dei killer che aveva eliminato davanti il bar Aurora nel maggio del 1989 Nino Scaduto, inteso Ninu u carabinieri, padre di Pietro e Salvatore, era stato proprio Sergio Flamia travestito con baffi e cappellino.

Ecco come nelle sue dichiarazioni vengono ripercorsi quei giorni nel verbale di interrogatorio del 15 novembre 2013.  I P.M. gli chiedono se riconosce l'uomo raffigurato in una foto che gli viene mostrata.

altFLAMIA: Carbone, Carbone Salvatore, credo Salvatore, Totò.....Mai avuto a che fare. Gli ho chiesto un paio di giorni, dopo un 3- 4 giorni, che erano spariti gli americani, gli ho chiesto ci dissi “Totò, ci dissi, ma ti pò ‘nfurmari cu i fratelli Scaduto che non li ho visti in giro... a tutti e due i fratelli Scaduto io in giro non li ho visti, ti pò ‘nfurmari chi fini ficiru sti miricani, com’è ca un sunnu pedi pedi”.. Dici ora ci vaiu. Se ne andò, eravamo davanti al negozio da Gagliano, se ne andò, manco circa 10 minuti, un quarto d’ora, è ritornato con il vespino dici “ma docu un c’è nuddu, ci ivu ‘ncampagna, ci sunnu l’armala abbannunati, dici un c’è nuddu, un c’è nuddu, un c’è nuddu”.

Non è vero, picchì io ho capito che lui si era visto con qualcuno dei fratelli Scaduto, perché dopo un 10 minuti che lui se ne andò, passò davanzi il supermercato chistu Pietro Scaduto con la macchina, con il braccio fasciato. Da questo braccio fasciato e da quello che mi ha detto lui, che questi avevano già 3-4 giorni che non si vedevano e quando sanno che li cercavo io per sapere qualcosa di sti miricani, lui si fa vedere e saluta a mio cugino, che c’era mio cugino Pietro, dicennucci “ciao, Pino”, picchì con me non ci salutavamo., dissi sicuramente si vittiru cu u Carbone e iddu sta passannu di ccà pi farisi vidiri.. perché quello che sapevo io era che la sera gli americani avevano l’appuntamento cu i Scaduto, che si dovevano dividere o il profitto o il raccolto di una piantagione di erba che avevano messo insieme, però non so se si dovevano dividere i soldi della vendita o....

P.M.: Con chi si doveva., lei questa cosa...

FLAMIA: Non ne abbiamo parlato, mi sembra che non ne abbiamo parlato. No, sì dico ma, ecco, come le risulta questa cosa?

FLAMIA: Allora mi risulta che la mattina che mi viene a prendere a me Enzo Gagliano per andare al mercato, la solita routine che facevamo tutti i giorni, mi dice che erano in pensiero che ieri sera alle sette c’era l’appuntamento Settimo Montesanto (un altro dei coinvolti nell'operazione 'Argo'), che si doveva vedere con gli americani, e dici sinu a stamatina, dici, ancora di sti miricani notizie, dice ma la cosa strana è che questi americani, in particolare quello che era già qua, non.. dicemu u palestrato.. vabbè erano tutti e due palestrati..

MAGGIORE: Il più giovane o quello più grande?

FLAMIA: Quello più grande, amunì ( Juan Ramon Fernandez n.d.r.)

MAGGIORE: Quello più grande.

P.M.: Uhm...

FLAMIA: Che a stu minuto non mi ricordo come si chiama.. il telefono non lo spegne mai, mai., c’ha il telefono quello che lui.. tiene in contatto con il Canadà, non lo spegne mai, è strano ca stu telefono spento.. Dice sacciu ca assira avevano appuntamento ai sei cu i fratelli Scaduto. 

P.M. Ha detto proprio così, con i fratelli..?

FLAMIA: Si, con i fratelli Scaduto.

FLAMIA: Gagliano.

FLAMIA: Perché lui fino alle sette meno un quarto era al negozio da Gagliano, sino alle sette meno un quarto.. dici 'mi ni staiu iennu ca c’haiu l’appuntamentu cu tutti du frati, dici, ca n’amu a spartiri eeh.'. L’indomani Settimo Montesanto fa sapere questo discorso che fino alle sette e qualcosa il telefono chiamava., perché dice che lui gli ha chiamato a Settimo Montesanto l’americano., dicendogli “dove sei?” Dice al negozio qui a Casteldaccia.. ci aveva un piccolo negozietto..

altDice aspettami, dice, 'non ti muovere che sto arrivando'. Ma visto che non arrivava, stu Montesanto comincia a chiamare all’americano, il telefono chiamava e non risponde nessuno, chiamava e non risponde nessuno, fino a quando ad un certo punto il telefono dava spento, nessun segnale. Perciò io dentro di me ero convinto che li avrebbero arrestati, dissi sicuramente i fratelli Scaduto in giro un si vidinu, chisti in giro un si vidinu, sicuru l’arristaru.

L’allarme dentro di me scatta e mi faccio convinto ca l’ammazzaru a tutti dui, sicuro al mille per mille, quando dopo due giorni., esatto.. o addirittura., dopo due giorni viene un ragazzo, che nemmeno parlava italiano, a cercare sti miricani al negozio da Gagliano. Mi chiama Gagliano..

P.M. E com’era questo ragazzo? Giovane?

FLAMIA: Bassino, giovane., giovane sui 25 anni..

P.M: Uhm..

FLAMIA:  Ci dissi dui su i cosi.. o è sbirru e parra l’italianu e u capisci megghiu di nuatri e ni sta babbiannu.. picchi io per capire qualcosa, mia figlia avendo studiato l’inglese, mando a chiamare a mia figlia pi vidiri di capiri a chistu.

MAGGIORE:  Perché l’interprete diciamo era la figlia..

FLAMIA:  Per capire.. ma non ha saputo dirmi niente mia figlia, infatti chiamo a mia figlia “Rossè, vieni subito qua davanti alla palestra" questo tutto spaventato stu ragazzo con un borsone.. ci dissi.. perché passiamo dal negozio di Gagliano che eravamo andati a prendere il caffè io e Gagliano, a ora di pranzo, le due, due e mezzo.. arrivati davanti al negozio, quello che lavora da Gagliano, dici 'ma vinni unu ccà chi parrava miricanu, cesca i miricani, dici, è a palestra, dici, t’aspetta a palestra'.

Ci dissi amuni, iamu a vidiri cu è chistu.. per avere notizie di sti miricani. E troviamo a questo tutto spaventato con un borsone...ci rissi...niente, zero completamente. Aspetta. Chiamo a mia figlia “Rossè, vieni un attimo qua, vieni subito”. Niente. La moglie di mio cugino Pietro è stata tanti anni in America, l’inglese lo conosce, chiamo a mio cugino ci dissi “Enzo, chiamo a Pietro”, che io non l’avevo il numero di Nuccia.. “chiamo a Pietro e ci dici che viene subito con sua moglie” e vengono, sicuramente ci saranno delle registrazioni, picchi è stato tutto davanti alla palestra.. Viene questo mio cugino con sua moglie., quando vedo che stu ragazzo “senti, amunì, ti accompagniamo a casa dove abitavano, può darsi che sono a casa e si sono sentiti male.. ci dissi io a casa non ci vado, ci dissi, ma tu che sei.. Andiamo., hai mangiato? Ti portiamo a mangiare?”.

In poche parole questo non è voluto venire né a mangiare con noi, nè a farsi fare un panino.. dicendogli che avrebbe sistemato delle cose in paese e sarebbe venuto, invece è sparito pure lui, se ne è andato. Da questa cosa io ho capito che questo ragazzo o era sbirru chi ciscava puru ai miricani pi sapiri chi fini ficiru o era qualcuno chi vinni d’America pi falli spiriri, si pigghiò a conferma ca chisti spireru e si ni iu.

MAGGIORE: Cioè per farmi capire meglio, chistu vinni..

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altFLAMIA:  Quindi quando questi qua non si hanno avuto più notizie, cu Gino Di Salvo ne abbiamo parlato e Gino non si è interessato di niente, cosa che a me mi ha insospettito.. così come non si è interessato quando io ho avuto il sospetto che volessero ammazzare a me e iddu “vabbè, poi si ni parra”. Ma quannu si nni parra.. prima m’ammazzanu e poi si ni parra...

Infatti io subito ho preso provvedimenti, me ne sono sceso da campagna, cercavo di aprirmi un po’ gli occhi in quello che potevo., però cominciavo a tenermi.. Quindi questa è una mia impressione che Gino potesse sapere l’operato dei fratelli Scaduto è un’impressione mia, ma è probabile.

P.M.: Ma ritornando invece a questo Carbone, da cui eravamo partiti, cioè ma Carbone aveva un inserimento di qualche genere nella...?

FLAMIA: Nella maniera assoluta. Che a me mi risulta, poi.. anche perché lui veniva da una lunghissima detenzione.. ai tempi che c’era il fratello fuori, lui era detenuto, non so se.. 

P.M. Ma il fratello invece?

FLAMIA: Il fratello fino al giorno degli arresti era tenuto in considerazione molto, ma molto bene da Pino Scaduto....Ma mi scusi, un attimo sempre in riferimento a questo discorso qua. Oggi voi ne potete sapere più di me. Un giorno, settimana, dieci giorni prima degli arresti questo qua mi cercava urgentemente..

P.M. Questo qua sarebbe..

FLAMIA: Carbone Salvatore.

FLAMIA: ....mi cercava urgentemente, mi voleva parlare che avevano rubato degli attrezzi da lavoro a un suo amico.. Arrivato a questo punto, dopo quello che è venuto fuori dopo gli arresti, non vorrei che quel giorno lui mi cercava per portarmi a qualche... con gli Scaduto... dico., perché poi lui ha detto che gli Scaduto mi volessero ammazzare. Lui mi cercava un dieci giorni prima a ora di pranzo, verso l’una e mezza, era passato dal negozio, che era l’orario che io vado via dal negozio.. quindi è possibile che già era imminente questo discorso su di me.

P.M.   Uhm, UHm, la foto 24?

FLAMIA: Nino Zarcone.

....OMISSIS.....

altMa un primo segnale che si preparava qualcosa contro di lui Flamia l'aveva appresa da Tonino Messicati Vitale, boss di Villabate, proprio quando l'aveva incontrato per la prima volta. Ecco cosa riferisce Flamia ai p.m. su questo primo incontro.

FLAMIA....Messicati Vitale quando l'ho conosciuto io,  l’ho conosciuto io, che siamo già tra ottobre-novembre del 2011, lui mi disse che conosceva il mio nome perché ai tempi del tentato omicidio  di Pietro Lo Iacono, lui aveva mandato tramite il figlio  di Pietro Lo Iacono, aveva mandato un appuntamento a Villabate perché dovevano vedere di uccidere sia me che  Pino Scaduto, per vendicare l’eventuale tentato omicidio che si stava effettuando nei suoi confronti, nei confronti di Pietro Lo Iacono, quindi mi disse che mi conosceva di nome in questa circostanza...

P.M.  Scusi ma dire, appunto in questa conversazione rivelare di  insomma, di essere parte di un progetto omicidiario a suo carico, non era un po’, non la metteva in agit...

FLAMlA: No perché in quel momento io ero l’amico loro, l’amico suo, l’amico di Nino Zarcone e c’era in programma l’accantonamento totale di Pietro Lo Iacono, quindi poteva essere anche uno spunto in più per io poter dire: ammazziamolo stu Pietro Lo Iacono... Iivamunnilhi i’ ravanzi...

 P.M.: Ah ecco!

FLAMIA: Che Pietro Lo Iacono quando è uscito dal carcere faceva sapere che non voleva sapere più nulla, faceva sapere che non voleva sapere più nulla, però sono sotto di qualcosa si interessava.

 

nelle foto dall'alto verso il basso Pietro Scaduto, Settimo Montesanto, Sergio Flamia
 

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Palermo, pubblichiamo integralmente il verbale riassuntivo successivo alla confessione di Giuseppe Carbone resa in seguito all'arresto  avvenuto nella stessa mattinata;  c'è la descrizione minuta e analitica degli omicidi consumati dal Carbone dei due ispano americani Juan Ramon Fendandez Paz e di Fernando Pimentel, in concorso, secondo le sue dichiarazioni, con i fratelli Pietro e Salvatore Scaduto.

Il verbale della deposizione che si apre alle 13.30 e si chiude alle 16.30  è  dell' 8  maggio 2013, a poche quindi ore dall'arresto di Giuseppe Carbone nell'operazione 'Argo' che aveva portato ad una retata di un'altra ventina di soggetti considerati esponenti di cosa nostra.

La credibilità delle dichiarazioni di Carbone sta nella  miriade di riscontri offerti alle sue dichiarazioni, e soprattutto nella indicazione del luogo dove saranno poi ritrovati i corpi carbonizzati dei due narcotrafficanti.

Va detto altresì che i fratelli Scaduto, Pietro e Salvatore  hanno sempre respinto le accuse loro rivolte dal Carbone, affermando che si trattava di falsità che  derivavano da malanimo e risentimento nei loro confronti per questioni di interesse.

Presenti all'interrrogatorio i p.m. dr.ssa Francesca Mazzocco e dott. Sergio De Montis, oltre a quattro ufficiali dei Carabinieri.

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Come ho già dichiarato spontaneamente, sono a conoscenza di alcuni fatti di reato e tra questi posso riferire in merito al duplice omicidio di Fernando e Raimondo, al quale ho partecipato.

Il progetto omicidiario risaliva ad alcuni mesi fa e verso febbraio mi fù comunicato da Pietro Scaduto, dopo avere saputo che non ero più in buoni rapporti con Raimondo.

L’omicidio è avvenuto in un luogo che ho individuata io e precisamente in un terreno con una casa in costruzione che appartiene a mio cugino ...................

Di nascosto da mio cugino ho rubato le chiavi di questo terreno che si trova in contrada Incorvina. L’omicidio è stato commesso con una cal 38, una cal 9 e una cal. 7.65.

Successivamente al fatto, Scaduto Salvatore si è disfatto della cal 38 mentre le altre due armi sono. state da me nascoste in contrada Incorvino in una porcilaia abbandonata.

Sono stati fissati diversi appuntamenti per l’agguato;.in particolare ne ricordo uno circa 10 gg prima dell’agguato effettivo, avvenuto il 9 aprile (come precisa in sede di verbalizzazione riassuntiva).  L’appuntamento veniva dato presso il bar 'Diva' con la scusa di concordate un acquisto di maijuana o di semi per la coltivazione.

Diverse volte l’appuntamento è saltato perché Fernando chiamava Scaduto Pietro all’utenza a lui in uso e Scaduto si preoccupava di non lasciare tracce dell’incontro sulla sua utenza.

Allo scopo, ho procurato successivamente a Scaduto l’utenza di un ragazzo di Casteldaccia e penso che l’incontro tra Fernando e Scaduto,per le 19.30 del 9 aprile, sia stato fissato utilizzando quella utenza.

L’incontro al bar Diva si è svolto tra Pietro Scaduto, Fernando e Raimondo; poi i tre sono arrivati a casa di .............. a bordo di una macchina scura noleggiata, penso una Clio, con Fernando alla guida.

Qui ci eravamo organizzati in modo che Scaduto Pietro, scendendo dalla macchina per aprire il cancello, potesse prendere la cal 9 che avevamo lasciato nascosta accanto al cancello; io invece. attendevo armato nella casa in costruzione e Scaduto Salvatore dentro il canile

altTuttavia, arrivati sul posto, mentre Scaduto Pietro chiudeva il cancello alle spalle della vettura, Scaduto  Salvatore ha immediatamente iniziato a sparare.

Io ho visto Raimondo già. fuori dalla vettura che andava verso Scaduto Pietro, credo per aprire il cancello, ma Fernando nel fare manovra investiva entrambi, tanto che Scaduto Pietro la sera verso le 11.00 si è dovuto recare in ospedale per il dolore alla spalla.

Immediatamente anche io e Pietro abbiamo cominciato a sparare, penso una trentina di colpi e Fernando è rimasto seduto morto dentro la macchina.

Raimondo, disteso a terra, ha guardato Pietro e ha detto: “Pi, perché?” poi ha visto me e ha detto: “Perché SaI?”. Pietro a questo punto usando la mia pistola l’ha colpito alla testa. A questo punto. abbiamo messò. i corpi sulla vettura, Raimondo ansimava e gli abbiamo dato il colpo di grazia.

Io mi sono messo alla guida e ho portato i corpi In una vecchia discarica in contrada Fiorilli, dove. vi ho indicato essere i corpi che in data odierna avete rinvenuto; Pietro mi accompagnava con la mia vespa, mentre Salvatore è tornato a casa con la sua Panda.

In contrada Fiorilli abbiamo bruciato i corpi con nafta insieme a dei copertoni. Il giorno dopo io e Salvatore siamo tornati sul posto e li. abbiamo coperti con vasche di eterriit (come precisa in sede di verbalizzazione riassuntiva)

La sera dell’omicidio io e Pietro abbiamo portato la macchina nella zona della discarica Bolognetta vicino a un ruscello e le abbiamo dato fuoco.
A questo punto ho accompagnato Pietro a prendere la sua macchina che era parcheggiata nei pressi di una torre di loro proprietà  Sono tornato sul posto ove abbiamo bruciato la macchina, dopo qualche giorno, ma la careassa non c’era più.

Dopo avere, bruciato l’auto, ci siamo recati ognuno a casa sua. Io ho buttato in un cassonetto la tuta da meccanico che indossavo, imbrattatasi di sangue.

Ci siamo quindi visti tutti e tre a casa di Scsduto Pietro. dove quest’ultimo mi incaricava di recarmi a casa di Raimondo e portare via tutte le fotografie scattate in Sudamerica che li ritraevano in compagnia di narcotraflicanti locali. Cosa che io ho fatto, raccogliendole tutte in un borsone scuro che ho poi bruciato tra Bagheria e Casteldaccia. 

L’indomani sono tornato a vedere se era rimasto qualcosa ma era tutto bruciato.

Presso l’abitazione ho prelevato un orologio Guess che ho consegnato a Salvatore Scaduto. Uno dei motivi del duplice omicidio è certamente che Raimondo aveva contatti con Sergio Flamia e gli Scaduto temevano che si potessero coalizzare contro di loro. Inoltre Fernando stava organizzando un imponente traffico di sostanze stupefacenti e avrebbe avuto ancora maggiore potere.
Gli Scaduto  infatti avevano intenzione di uccidere anche Sergio Flamia  e Modica Michele al momento della sua uscita dal carcere.

La motivazione di quest’ultimo progetto onìicidiario era 11 contrasto tra Michele Modica e Peter Scarcella in Canada. Uno degli esempi di questo contrasto è l’agguato che si verificò in Canada con obiettivo Modica Michele e in cui una ragazza rimase paralizzata.

Attualmente in Canada c’è una guerra di mafia tra Rizzuto ed un altro soggetto di cui Raimondo è “compare”. Gli Scaduto mantengono costanti contatti con un avvocato canadese con cui intrattengono telefonate.

Sia Fernando che Raimondo che altri soggetti venuti temporanenarnente dal Canada, Dany, Teny e un altro di cui non ricordo il nome comunicavano tra loro usando un tipo di
blackberry americano tramite il quale si scrivevano.

Qualche giorno dopo l’omicidio, Pietro Scaduto  mi diede un Rolex d’oro da vendere; a mia espressa richiesta negò che fosse di Raimondo.

Ho tentato di vendere l’orologio da ..................... a Palermo il quale mi offri 3500 euro. Proposi la vendita a Pietro Scaduto che non la accettò e pertanto andai a ritirare l’orologio.
All’uscita dal negozio l’orologio mi fu sequestrato, raccontai il fatto a Pietro Scaduto che mi rassicurò.

..........OMISSIS............

 


 

 

 

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