La città ellenistica di Solùnto sorgeva sul monte Catalfano, situato sulla fascia costiera che da Palermo si estende sino a Cefalù. I corsi fluviali che sfociano su questo tratto di costa facilitavano le comunicazioni con l’entroterra.
Il nome e la storia
Solùnto, insieme a Mozia e Panormo, è una delle tre città fondate dai Fenici in Sicilia fra il VII e l’VIII sec. a.C., nello steso periodo in cui cominciava la colonizzazione greca. L’originario toponimo fenicio è forse riconoscibile nell’antico spazio KFR, “villaggio”.
Il più antico insediamento soluntino è stato localizzato dagli scavi recenti sul promontorio di Sòlanto. Agli inizi del IV secolo a.C., per ordine di Dionisio I di Siracusa, l’insediamento venne saccheggiato e raso al suolo. In seguito, la città venne ricostruita sulle pendici del monte Catalano tra il 367 a.C. e il 307 a.C.
La pianta urbana
Il rigido sistema urbanistico ippodameo è stato applicato con particolare maestria e rigore, nonostante la ripida e scoscesa collina di Soluto. Elemento particolarmente significativo sono le tre strade che tagliano il Nord-Sud, tra cui la via dell’Agorà (quella centrale e principale) con il suo raffinato lastricato.
Otto strade perpendicolari agli assi Nord-Sud, definiscono le insulae, di 40x80 metri, ossia lotti di terreno sui quali sorgevano le abitazioni.
La piazza dell’Agorà è ubicata in chiusura della via principale. Sulla terrazza al di sopra della suddetta piazza, si trovano il teatro ed il Bouleuterion; infine, una struttura ad ampio cortile colonnato definita comunemente ginnasio.
Tra gli edifici nella parte alta della città, troviamo invece le aree destinate alla sacralità.