La stima personale nei confronti del commercialista Nino Mineo è tanta quanta la difficoltà che lo stesso, nella veste di Assessore al Bilancio (ultimo soggetto a dover tenere in mano la patata bollente del ben noto "debito Coinres") e, si ritiene, a nome della Amministrazione,
A mio parere, il tentativo è quello di veicolare una motivazione delle cause del “dissesto” tale da rendere paradossalmente legittimo da parte dei cittadini dovervi fare fronte e magari in fretta!
Quasi un incidente di percorso ove sono inciampati gli stessi cittadini! Ovviamente, così non è.
Intanto, circa le responsabilità, A. Mineo rinvia a livelli (politici) superiori a quelli degli amministratori locali. Ma già questo, di per sé molto grave, avrebbe dovuto imporre ben altre iniziative all’Amministrazione e, quanto meno oggi, dovrebbe imporre una maggiore, adeguata e circostanziata chiarezza, a tutti i livelli e senza mezzi termini.
Vi sono, inoltre, nella risposta due cose: alcune considerazioni sulle conseguenze (discutibili) del fatto che il Comune è allo stesso tempo socio e cliente del Coinres, nonché il riferimento ad un parere espresso da un esperto che darebbe ragione al Comune per non pagare il debito, parere rilasciato su richiesta dello stesso Comune nella veste di cliente del Coinres.
Il riferimento all’essere socio del Coinres è finalizzato a motivare la validità della fattura già emessa dal Coinres a carico del Comune (leggasi cittadini), senza però che l’Amministrazione entri assolutamente nel merito della legittimità di quanto l’abbia “prodotta” e quindi della legittimità stessa fattura, e con questa evitando l’accertamento delle responsabilità dei rappresentati dei comuni nel coinres, sia per quanto attiene la gestione vera e propria che il controllo!
E la richiesta del parere all’esperto a cosa dovrebbe servire?
Chiaramente a rabbonire i cittadini (costretti a pagare come soci, vedi la citata fattura) dicendo loro che come clienti non dovrebbero pagare nulla: lo dice l’esperto!
In realtà, il parere serve a salvare la stessa Amministrazione che vorrebbe farsi considerare così tanto ingenua da essere stata dal Coinres addirittura raggirata!
I Rappresentanti dei Comuni, dunque, la smettano di tentare di prendere in giro i cittadini, nascondendosi dietro il parere (ovvio) dell’esperto prof. Stagno d’Alcontres e con esso sperare di coprire una tanta “scellerata” gestione, tanto da rendere assolutamente illegittimi i presunti debiti.
Come cittadini non abbiamo proprio niente che farcene del parere (il cui onorario resta, fra l’altro, pure a nostro carico), perché è ovvio che smaltimento significa “raccolta e conferimento a discarica”; come è altrettanto ovvio che i consorziati soci-clienti non possono non “saperlo”, e non da ora, ma da sempre: sin da quando, ad esempio, negli anni 2000 il costo (per i bagheresi) si aggirava sui 3,5 MLD ossia 1,8 Milioni di euro, per arrivare ad oggi con la (illegittima) pretesa di ben 11 milioni di euro, con un aumento medio (folle e ingiustificabile) di oltre 1 milione di euro (2 miliardi di vecchie lire) l’anno.
E’ indubbio che nell’annunciato dissesto economico vi siano responsabilità dirette dei rappresentanti dei comuni! Sono loro a doverne rispondere, a titolo personale, altro che addebitarlo ai cittadini. Questi hanno sempre pagato la Tarsu, tant’è che mai è stato loro contestato! E, dunque, chi ha prodotto il dissesto paghi di tasca propria e cominci col rimborsare quanto percepito per l’incarico affidatogli e non svolto bene.
Inoltre, altro importantissimo motivo per non farcene nulla del citato parere, è che accettarlo significherebbe giustificare i rappresentanti del Comune nel COINRES. Sarebbe, infatti, come accettare che un socio, che nel consorzio di 22 Comuni detiene il peso di un terzo, sia stato soltanto ingenuo nel non aver capito nulla di niente, sia dei contenuti dello smaltimento dei rifiuti che della sua gestione in termini economici e di efficienza!
Sarebbe paradossale! E, però, un qualche segnale paradossale, in verità, vi è stato: ad un certo punto l’Amministratore volle uscire dal CdA del Coinres ma nello stesso tempo puntava i piedi per non uscire dal consorzio.
Boh? Non si può a questo punto non chiedere: accanto ad una avvertita incapacità di gestire i rifiuti, vi sono per caso altre forze o realtà che in qualche modo hanno manovrato o manovrano il Coinres?
L’interrogativo non è affatto banale né fuori luogo. Ancor di più se dovesse risultare una diminuzione negli anni delle quantità conferite in discarica …; non sarebbe male estendere un’analisi anche in tal senso.
E, allora: cosa dobbiamo fare? Stare a guardare e aspettare, pagando pure? O non e’ il momento di organizzarci come società civile per darci una opportunita’ di governo partecipato e responsabile per il bene comune, proprio per i rifiuti e per l’acqua? Per un Governo ove gli indirizzi politici siano per il bene comune, la gestione sia per il bene comune, il controllo sia per il bene comune.
Questi pilastri del buon governo sono presenti nel Coinres?
Tommaso Impellitteri