Un documento che chiede una rilettura ( e una riscrittura) delle recenti vicende su Metropoli est, che preveda un sostanziale riequilibrio territoriale,
( basta ricordare che un'area che pesa per i due terzi di Metropoli est, vale a dire Bagheria, Villabate, Casteldaccia, Ficarazzi e Trabia. la vera area di Metropoli est è sottorappresentata), partendo anche dalla disponibilità manifestata da Sciortino nell'intervento di lunedì in consiglio su questo argomento; un tentativo di vincolare il nuovo PID ad un documento che indichi fedeltà all'alleanza e a Sciortino almeno sino al voto di primavera; sul P.R.G. invece non c'è ancora stato neanche tempo di discutere, anche se è il tema più urgente e dirompente.
Sono questi i tre temi sui quali il Partito Democratico "lealista" dopo il coordinamento di martedì pomeriggio avvierà il confronto- verifica con Biagio Sciortino.
Sullo sfondo la paura che il P.I.D., che sino all'altro ieri in consiglio comunale per bocca del capogruppo Antonio Scaduto continuava manifestare assoluta fedeltà all'alleanza e al programma della giunta Sciortino, sfuggendo però significativamente al nodo di indicare Biagio Sciortino come leader e candidato a sindaco per le prossime amministrative, all'ultimo minuto saluterà la compagnia e farà la propria strada.
Un impegno, quello di sostenere Sciortino, che il P.I.D., al di là di affermazioni altisonanti, non si sente adesso di potere assumere, perchè è una valutazione che intende fare al'immediata vigilia del voto, quando saranno più chiari schieramenti e candidati in campo.
Una cosa è certa: il P.I.D., ieri U.D.C. e l'altro ieri C.C.D, stavolta non vuole salire sul treno sbagliato come è accaduto quando ha puntato nel 2001 su Giovanni Valentino, sconfitto da Pino Fricano e nel 2006 su Enzo Gargano travolto dal ciclone Sciortino.
Dopo avere riassaporato il sapore dolce del potere, l'ex U.D.C. non è più tanto disponibile a tornare a quella dura opposizione che lo costringeva a fare la faccia finta-feroce, con Filippo Tripoli e Gino Di Stefano.
Per questo il tentativo che il P.D. "lealista" tenterà di fare, e cioè di "incatenare" il P.I.D., cadrà nel vuoto:il gruppo dei fedelissimi di Cuffaro e Romano fanno capire di non avere nessuna intenzione di insaponare la corda con cui impiccarsi, per questo aspettano con pazienza.
Di conseguenza la paura nel P.D. "lealista" di ritrovarsi con il "cerino in mano" a primavera diventa sempre più forte, e il rischio di scoprirsi soli a sostenere Sciortino, che a quel punto avrebbe con sé solo la lista dei fedelissimi clientes e beneficiati di cariche,incarichi, contributi e consulenze, (che di voti però ne portano pochini), li esporrebbe ad un flop, o peggio a svendere "in zona Cesarini"il loro sostegno al prevedibile potente o vincitore di turno.